Il lieto fine


C’è qualcosa di meravigliosamente tragico nella morte di Sandra Mondaini. E nulla che abbia a che fare col palcoscenico, con l’arte, con la messa in scena di un sentimento.
E’ l’epilogo che ogni marito defunto sogna dall’alto dei cieli, o chissà da dove, e che non avrà mai il coraggio di confessare vita natural durante: che la sua metà lo segua al più presto, senza la devastazione di un gesto estremo e senza che la tragedia si amplifichi troppo.
Noi maschi viventi, sentendoci altruisti e aperti al mondo, rassicuriamo spesso le nostre mogli: “Dopo che me ne sarò andato sarò felice di saperti felice”.
Felici un corno, diciamocelo.
Se da un balcone, o molto più probabilmente da un tornante dell’aldilà io mi affacciassi e vedessi mia moglie che se la spassa, non so quanto potrei saltare di gioia.
Però mai e poi mai mi batterei per farle lasciare la vita che ancora le spetta.
La fortuna massima di un amore è che sia incantevole anche nel suo atto finale.
Per questo la morte di Sandra Mondaini è meravigliosamente tragica: perché è annunciata e tenera, naturale e consolante.
E’ uno straziante, indimenticabile, felice lieto fine.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

10 commenti su “Il lieto fine”

  1. C’e’ una legge Indu. Alla quale non sei costretta (perchè ci sarà qualcuno (maschio) che ti chiamerà fuori , magari potrai fare ancora dei figli. Un servizio da non sottovalutare) ma tu, piccola donna , desideri morire , per legge, con il tuo padrone che per mille anni ha finto di essere solo un compagno.
    Non tutti i maschi sono così- Spero

  2. Che grandissime parole Gery…hai racchiuso in questo pensiero completo la storia di un amore esemplare che ci ha uniti tutti, davvero, in un solo ragionamento…ma come sempre, tu l’hai detto e pensato meglio di ciascuno…Grazie.

  3. Jana ha ragione, Gery caro, quello che hai scritto in fondo lo abbiamo pensato tutti. Uomini e donne viventi e che amano profondamente.

  4. Non vorrei fare la sfasciafamiglie dell’aldilà ma… ho conosciuto (e non me ne vanto per nulla) ben tre coppie giovani rovinate dal lutto.
    Coppie divise dalla morte di lui o di lei. In tutti e tre i casi si trattava di coppie bellissime, felici e con tutta la vita davanti. I vedovi si sono risposati. E a poco più di un anno dalla morte del caro estinto. E’ una legge di sopravvivenza che trovo normale. Se dovessi lasciare la mia metà in luttuosa solitudine lo autorizzo a spassarsela. Gliel’ho già detto e glielo ripeto. Per quanto mi riguarda è un atto d’amore. E lui questo lo sa.

  5. Cara Verbena, la discussione ha il suo perché solo se si considera il suo lato romantico e distante dalla realtà. Nessuno uomo-cadavere di buona volontà augurerebbe a una giovane vedova un futuro breve.
    Però con l’età che avanza e i sogni che invadono il tempo di veglia forse è lecito immaginare qualcos’altro: un happy ending a sorpresa e con sorpresa.

  6. Potrei aggiungere che il mio punto di vista l’ho visto valere anche per persone di “una certa età”, ma la farei troppo lunga. Meglio sorridere e pensare ai vivi, va’.

  7. Riallacciandomi a Verbena: mia madre è rimasta vedova all’ètà di 31 anni. Dopo due anni si è risposata ed è stata la cosa migliore che potesse fare. Papà, dove si trova, ne sono sicura, approvava.

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