Dimenticare quel tale Tulliani


Il “cattivo” dell’estate – ogni stagione ha i suoi – è un tale Giancarlo Tulliani, un ragazzotto intraprendente e arrogante che ha messo nei guai Gianfranco Fini. I giornali si divertono a dipingerlo come spregiudicato al limite dell’incoscienza, prepotente al limite della ridicolaggine, sfacciato al limite dell’insolenza.
Tutto accade adesso, dopo che altri giornali – quelli di proprietà di un altro arrogantello e spregiudicato che però non può godere più dello status di ragazzotto – hanno raccontato i presunti favori di cui il tale Tulliani godeva grazie a sua sorella, compagna del presidente della Camera.
Il bello di questi personaggi è che sono creati per non riscuotere disparità di opinioni: non sono ricchi di famiglia ma lo diventano (e ciò attira le antipatie di chi con lo stipendio non arriva a fine mese), restano a lungo invisibili alle cronache (e ciò attira le antipatie di chi sui giornali ci finisce troppo spesso), appaiono splendenti pur brillando sempre di luce riflessa (e ciò attira le antipatie di chi vive al buio), difficilmente pagano di persona (e ciò attira le antipatie di chi paga anche per colpe non sue).
Però al termine di queste righe mi rendo conto che Giancarlo Tulliani in fondo non è un “cattivo”: i cattivi, soprattutto quelli senza virgolette, ostentano la forza di una responsabilità, si battono sino alla fine brandendo ragionamenti come se fossero mazze ferrate, si dimenano alla ricerca di un colpo di scena che possa scavare una trincea per loro e una fossa per un altro. Questo tale Tulliani è in fondo un opportunista viziatello, troppo giovane per essere preso come cattivo modello e troppo vecchio per restare impunito.
Il miglior modo per celebrarlo è dimenticarlo presto.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

3 commenti su “Dimenticare quel tale Tulliani”

  1. il classico esempio di italiano parassita, legato ad altri parassiti che traggono benefici da altri parassiti
    questa è l’italia. forse è giusto dimenticare tulliani ma è bene ricordare che la nostra repubblica è fondata al 90% da personaggi di questo genere
    e in sicilia, probabilmente, la percentuale aumenta ancora
    ecco perché la nostra vita è una giungla selvaggia che offre pochi spiragli per il futuro

  2. questo tulliani vive anche di antipatia riflessa,se non bastasse quanto detto da Gery, ha una sorella top di antipatia che appare come la classica cerca soldi,delle più squallide! Ricordo quando la si vedeva,dieci anni fà,appena 25enne,accanto all’ancor più squallido Gaucci,uomo disgustoso fisicamente e,a mio avviso,anche moralmente, visto che non si è preoccupato di inguaiare i suoi figli,e si è dato alla fuga a Santo Domingo, con tanto di ragazzette indigene a trastullarlo,mentre i figli in galera in italia pagavano per lui (vedi servizio delle iene di Enrico Lucci). Uno schifo. Caduto in disgrazia il Gaucci,a cui pare abbia sottratto tutto il possibile,la Tulliani s’imbarca in un Fini già zerbino di Daniela Di Sotto (ex moglie con grande intraprendenza negli affari,soprattutto con le regioni di centrodestra,prima nelle promozioni-pubblicità turistica e poi sanità)oggi la più giovane e spregiudicata nuova sig.ra Fini,col medesimo zerbino, si occupa piuttosto di produzioni televisive in rai…e chissà cos’altro! e l’antipatia cresce

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