Parla più forte

Neanche le pizzerie sono più le stesse. Quel che prima era il locale basic per eccellenza – la pizza in sé potrebbe essere sinonimo di semplicità – ora si è trasformato in un’arena urlante.
Mi è capitato ultimamente di cenare fuori, e sempre, dico sempre, mi sono trovato in una bolgia di suoni, prevalentemente di origine televisiva.
Là dove un tempo si chiacchierava, oggi si urla.
Sui clienti incombono, incardinati al soffitto o appesi agli alberi, altoparlanti e maxischermi. In un caso addirittura, io e mia moglie ci siamo ritrovati con un subwoofer sotto il tavolo.
E’ come se ci fosse un progetto pubblico contro il dialogo privato. Un tempo le conversazioni si spiavano, adesso si annegano nel fracasso di spot pubblicitari, radio che trasmettono in tv e tv che scimmiottano la radio.
Fateci caso, è sempre più difficile trovare una pizzeria dove si mangia e si parla, dove cioè si espletano due attività primordiali che sembravano inscalfibili. La mia teoria è che sia la comunicazione verbale sia il felice appetito, stimolano la circolazione delle idee. E che le idee circolanti hanno molti nemici in questo Paese…

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

19 commenti su “Parla più forte”

  1. “Usi obbedir tacendo e tacendo morir”.
    Se poi, oltre che a farti tacere, riescono anche a spegnerti il cervello, allora non serve altro per dominarti.

  2. Verissimo, Gery. E’ una cosa detestabile. Alla quale si aggiunge poi la maleducazione, nei pochi locali rimasti quieti e gradevoli, della gente che parla a voce altissima dai tavoli accanto. Non ho mai capito la smania di far conoscere i cavoli propri a tutti quanti. Impedendo al prossimo di chiacchierare con un tono normale e di ascoltare i propri commensali senza sforzare le orecchie.

  3. Sottoscrivo in pieno. Potrebbe anche essere che ormai molta gente non abbia niente da dirsi. E persino quel niente preferisce non dirselo. Costerebbe una certa fatica.

  4. Da dove arriva questo bisogno di input/output continui? Perchè le persone debbono necessariamente sentire/vedere musiche-voci-immagini attraverso l’immancabile lcd appeso ovunque nei locali pubblici, o attraverso i cellulari che spesso usano suonerie il cui livello sonoro sfiderebbe quello di un jet in decollo, o ancora con i palmari-laptop-notebook che sempre più spesso vediamo poggiati in bella mostra accanto al piatto con la fumante 4 stagioni, con l’immancabile connessione interne attiva? Riappropriamoci del silenzio, abbiamo bisogno ANCHE del silenzio…

  5. Io, tranne in casi (forse un paio) di vera emergenza, sul tavolo della pizzeria non ho MAI posato nemmeno il telefonino. Perché lo squillo non disturbasse e perché mi sembra comunque poco raffinato metterlo in esposizione.

  6. il volume della musica nei locali è direttamente proporzionale alle persone in attesa di sedersi, un modo non troppo celato di dirti “amunì allestiti!”, vai via ed avanti un altro, mangi con l’ansia di chi ti guarda in attesa, anche la pizza più buona diventerà indigesta. Odio questi locali,saranno i migliori,saranno l’ultima tendenza,ma tanto,come tutte le cose palermitane,si stancheranno presto e fra qualche mese non ci andrà più nessuno..aspetteremo

  7. Io frequento regolarmente un paio di pizzerie. Sempre le stesse. Un motivo c’è. Sono locali risalenti agli anni ’70, con proprietario e personale anziano, con i quadri del vecchietto ubriaco alle pareti e la sola coca cola come bevanda alternativa a vino e acqua. Hanno il televisore, ma l’unica volta che l’ho visto acceso era per un gran premio, a pranzo. L’unica musica è quella dei camerieri che si scambiano comunicazioni e battute in palermitano stretto. Sono luoghi oggettivamente tristi, ma di una tristezza dolce, pacificante. Io li trovo cinque stelle più su di qualsiasi locale alla moda in cui per parlare devi munirti di megafono. Dio li salvaguardi e li mantenga in salute.

  8. @ Cacciatorino

    Ci voglio andare anch’io! Fuori i nomi!!!

    Io capisco d’aver trovato un vero amico, quando riusciamo a rimanere dei buoni quarti d’ora nel più assoluto silenzio, senza provare il minimo disagio da superare parlando di non importa cosa.
    Cantava Lucio Dalla in una canzone di ormai trent’anni fa: “C’è molta poesia a stare zitti, se non si ha niente da dire.”
    (da “Madonna Disperazione”)

  9. Io consiglio Graziano, nn è un vero e proprio locale ma quantomeno mangi la migliore pizza di Palermo…

  10. Mon dieu, ora ho capito xchè è stato tanto poco comunicativo con me..non potrebbe affidarsi alle pizzerie da asporto?

  11. @tanus e spallanzani: non ho nessuna difficoltà a pubblicizzare le mie due oasi del buon ricordo. In primo luogo, la trattoria “Il vespro”. In secondo luogo, la trattoria “Il pagliaio”, anche se ultimamente si è dotata di schermo piatto nel gazebo.
    Ma ci voglio aggiungere pure un bar dove – arredi anni ’80 a parte (con tanto di bottiglia souvenir a foggia di “Ciao”, mascotte di Italia ’90 in vetrina) – si può ancora sorseggiare un aperitivo senza musica. “Pasticceria San Michele”. Sedie di plastica, pistacchi e tartine col pancarrè, ma tanta, tanta cortesia ormai demodé. Ahimè.

  12. Mi chiedo… cos’è una pizzeria da asporto? Un locale su rotelle?
    Sapevo dell’esistenza della “pizzeria a taglio”, ma questa mi mancava.

  13. Al San Michele ci sono anche le mini arancine. Buonissime. E le mandorle tostate e salate. Calde. Gnam!

  14. @cacciatorino stai facendo di tutto per far crollare la simpatia che nutro per te, tranquillo, quest’ironia da pret à porter riservala ad altri mastini da caccia..Kisses

  15. Condivido pienamente e con un certo disappunto ahimè il tuo post. Mi capita spesso ultimamente di aver necessità di assoluto silenzio. Come se il silenzio mi ricaricasse e mi facesse ritrovare la forza di riprendermi dallo stress. Esiste l’inquinamento acustico? Penso proprio di sì. Tra l’altro noto sempre più spesso che nei locali pubblici si tiene tutto acceso. La Tv, la radio in sottofondo in contemporanea, i telefonini e se aggiungi il rumore di piatti, bicchieri, forchette e le persone che a 2 cm.di distanza devono gridare invece che parlare…la frittata è fatta! Per questo la sera quando torno a casa, sto dieci minuti almeno con tutto spento…in silenzio appunto. Complimenti per gli interessanti spunti di riflessione, sempre molto validi ed attuali.
    Buon lavoro
    Tiziana

  16. Caro Gery, ancora qualche locale NO TV e No MUSIC esiste.
    Non vorrei fare pubblicità gratuita, ma nel locale in questione puoi assaporare un ottimo pollo alla brace (che tu già conosci) in religioso silenzio.
    Saluti

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