Quello che Minzolini non vi ha detto

Dubito che tra i lettori di questo blog ci siano persone che usano come fonte esclusiva di informazione il Tg1 (neanche a Palazzo Grazioli se ne trovano, dato che lì si ci si intrattiene anche davanti al Tg4 e a Studio Aperto), però è bene essere prudenti e raccontare brevemente quello che il direttore del Tg1 Augusto Minzolini non ha detto ieri e, poltrona natural durante, non dirà mai.

Dell’Utri non è stato assolto, ma condannato in appello a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Reato grave.

I giudici hanno ritenuto provato che il senatore del Pdl ha intrattenuto stretti rapporti con la mafia di Stefano Bontade e con gli uomini di Totò Riina e di Bernardo Provenzano, criminali sanguinari.

Stando così le cose, Dell’Utri potrebbe scontare almeno due anni di carcere veri. Cioè in cella: sbarre e sole a scacchi.

La testimonianza di Massimo Ciancimino, che avrebbe affossato il senatore, non è stata accettata dalla Corte d’Appello perché il figlio dell’ex sindaco mafioso non è stato reputato attendibile. Peccato che il Tribunale di Palermo, nella sentenza contro l’ex deputato di Forza Italia Giovanni Mercadante, lo abbia giudicato in modo diametralmente opposto.

Uno degli accusatori di Marcello Dell’Utri, il pentito Gaspare Spatuzza, ha motivo di temere più lo Stato che la mafia. Infatti se Cosa nostra gliel’ha giurata per motivi, per così dire, fisiologici (uno che tradisce gli uomini d’onore non può sperare nell’applauso dei suoi correi), il governo italiano ha deciso che costui non merita la protezione e che quindi può essere ammazzato tranquillamente. Motivo ufficiale: non ha rispettato il limite dei 180 giorni per dire tutto quello che sa. Scempiaggine colossale per chi conosce la legge, come i procuratori e i magistrati che hanno richiesto la sua protezione. (Nota: non ho alcuna simpatia per Spatuzza e per gli ex mafiosi, però ne ho ancora di meno per i delinquenti ancora in corsa, in carriera)

Lo Stato, mai come prima, ha fatto pressioni inaudite su questo processo. Basti pensare alla porta sbattuta in faccia dal governo a Spatuzza. Governo il cui premier – non è un dettaglio – è accusato dallo stesso Spatuzza.
Cos’è questo se non un conflittone di interessoni?

Uno che dice di un mafioso conclamato “per me è un eroe” va internato. Uno che lo ripete a distanza di mesi va chiuso in galera. Se poi è un parlamentare, in cella ci deve finire a calcioni. E i primi a darglieli dovrebbero essere i suoi compagni di partito.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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