Fenomenologia di Marcello Lippi

Fenomenologia di Marcello Lippi. Si mostra soddisfatto quando c’è da essere allarmati (pur non essendo allarmisti). Mastica rabbia perché il popolo non condivide, con un’unica ola da Aosta a Pachino, le sue scelte. Rimanda perennemente a una resa dei conti coi suoi detrattori dimenticando che lui è solo un allenatore di calcio e non un presidente del consiglio. Preferisce mettere in squadra i soliti noti piuttosto che dare spazio ai nuovi fuoriclasse. Ostenta il suo appeal di antipatico come se fosse una rockstar. Non è ancora cosciente della fortuna che, quattro anni fa, lo ha portato a vincere il Mondiale.
Si crede l’unico mister della nazionale di calcio in un Paese che ne conta più o meno sessanta milioni.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

17 commenti su “Fenomenologia di Marcello Lippi”

  1. Vogliamo parlare anche del tono drammatico, quasi tragico (con tanto di musica apocalittica di sottofondo) con cui vengono presentati nei tg e negli speciali i filmati e le dichiarazioni sul calcio? Tono che assume anche Lippi – ma non solo lui – quando parla del da farsi. A volte avrei la tentazione di irrompere nell’inquadratura e distribuire pedate e pernacchie a tutti, calciatori, commentatori e allenatori. Ma se lo ricordano questi soloni strapagati che in fondo è solo un gioco con una palla in mezzo e non il bollettino della guerra in Vietnam?

  2. Lippi è un personaggio triste e oltremodo presuntuoso.
    E i giovani che ha messo in campo in mezzo alle vecchie glorie hanno giocato da mezze calzette.
    Speriamo che vada meglio in seguito, nonostante il materiale umano.
    Io intanto sono affranta per i guai di Buffon, che per me era l’unico pilastro.

  3. Già che ci siamo, gradirei sapere la vostra opinione su MAURIZIO COSTANZO commentatore dei mondiali. Che c’entra Costanzo? Che cosa ha a che fare con il calcio? Perché il canone tv deve prevedere un silenzioso otto per mille a favore dell’ormai stracotto Costanzo? Perché non va in pensione e si mette su una bella poltroncina di vimini a godersi il fresco e il sole della sua villa ai Parioli? Perché, perché, perché?

  4. Premessa 1: odio Lippi.

    Punto 2: ha vinto come allenatore TUTTO quello che si poteva vincere. Campionato, Cenzion lì, Coppa del Mondo.

    Punto 3: dissento con cacciatorino quando scrive “in fondo è solo un gioco con una palla in mezzo e non il bollettino della guerra in Vietnam?”. Il calcio, questo calcio oggi NON è un gioco. È economia, spostamento e smistamento di capitali. La filiera più diramata al mondo di produzione di capitale. E quindi è più un VietNam che altro.

    Conclusione: in un mondo scevro di epica e chìno chìno di piccioli, Lippi ha dimostrato, culo o non culo, di ottenere risultati eccellenti. Merita tutto il rispetto possibile come professionista. Sarà (è) arrogante e presuntuoso. Ma ha dalla sua non solo il coraggio delle scelte (sbagliate), ma l’esito che le stesse hanno avuto. Mi duole difenderlo (vedi premessa 1), ma davvero, ce ne fossere capaci come a ìddu, in ogni settore professionale.
    Amen, missa est, buone cose a tutti

  5. @Cacciatorino:
    Costanzo c’entra eccome… italian’s vuvuzela.
    Certo, avrei visto più appropriata la Maria, ma solo per un momentaneo stordimento.

  6. @davide: io mi riferivo al tono delle dichiarazioni, da John Rambo, che mi fa sorridere. Che il calcio sia un enorme business è cosa nota. Non a caso ho parlato di “soloni strapagati”. Che il modo di raccontarlo assuma accenti da Alamo è un altro discorso e mi pare più un vezzo ridicolo di chi lo racconta. E che, in mancanza d’altra sostanza, si prende fin troppo sul serio.
    @tanus: una biascicante vuvuzela. Che è anche, se possibile, più fastidiosa delle originali.

  7. @ cacciatorino: d’accordissimo figurati, io Lippi lo odio. Avìsse ad allenare ed accattàrsi un parràpìcca, attipo Zamparini sputato sputato. Ah, ma che la RAI è una merda qui l’ho scritto? Fatto ora. RAI di merda. Il canone, sì, come no.

  8. Non è detto che chi ha successo sia, di certo, anche bravo.
    Si vedano, in altro settore, i casi di Moccia e di Faletti. Scrivono con i piedi, eppure sono in vetta alle classifiche di vendita.

  9. no, calma (ma vedi chi mi tocca difendere).
    Lippi (lo odio) è indubbiamente uno dei migliori allenatori degli ultimi ventanni. Il parallelo con gli scrittori non regge. Lippi ha allenato in Italia e vinciù con la (pessima) Giuve, ha fatto la cenzion e l’ha vinta (più un paio di finali perse), ha allenato al mondiale e l’ha vinto. Poi, se questo venga scambiato per “culo” o altro, beh, il discorso investe i segni e le ipotesi, non più la realtà dei fatti, indiscutibile. Raimerda.

  10. Quest’ultima frase, poi, me l’ha proprio strappata di bocca, testimoni tu e altri, maestro: “Il Popolo Viola sta già pensando di adottare le vuvuzelas per scendere in piazza contro la «legge bavaglio». Se c’è un’idea «intelligente» la sinistra non se la fa mai scappare”.

  11. come allenatore lippi sei penoso per colpa tua abbiamo perso hai messo a guaglairella all ultima aprtita qnd quel ragazo è bravo prorpio grazie a te asiamo tornati a acsa ti conviene prendere la pesnione perhcè così ti sie fatto odiare torna acasa lippi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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