Neanche una ola

Questo video postato sul Jerusalem Post spiega come i poveri soldati israeliani lanciatisi all’arrembaggio di una nave di pacifisti non siano stati accolti con applausi e abbracci. Non restava loro che sparare sugli ingrati.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

12 commenti su “Neanche una ola”

  1. Per scatenare la discussione… perché nelle altre 5 navi non é successo nulla?

    2ndo punto: quando ci sono di mezzo armi non a caso qualcuno poi le usa, per giusto motivo o sbagliato che sia.

    3zo “ovviamente”, come di iPad e Mondadoriana memoria, ferma condanna e qualcuno ha perso il controllo o troppo facilmente o non si poteva fare altro ovvero se come anche le autoritá turche hanno confermato i soldati sono stati affrontati all’arma bianca (in qualche caso) non é che ci si aspetta che un soldato di forza speciale ti risponda con un questionario per conoscere meglio le tue intenzioni: ti spara!

    Il passo falso é stata l’intercettazione notturna ed arrembaggio con forze speciali (addestrati a far fuori un essere umano in 47358 modi diversi a secondo della meteo). Non mi stupisce molto che sia andata male, mi stupisce che qualcuno abbia dato tale ordine non pensando che qualcosa potesse andare male.

    E adesso via alla FLAMEWAR

  2. Non cominciamo coi distinguo. Sparare sui civili, soprattutto mentre sono in acque internazionali e per i cazzi propri, è CRIMINALE. Ok?

  3. @mirko DECISAMENTE ed infatti la condanna é sull’arrembaggio notturno in acque territoriali. Se Israele voleva continuare ad imporre l’embargo doveva stazionare vedette nelle sue acque territoriali.

    Ma non cominciamo appunto con i distinguo né con sterile BIANCO e NERO e con Pacifisti tutti santi sempre e comunque, Ok?
    Se alla fine si evince e si prova che i militari in una nave su 6 sono stati assaliti PRIMA e all’arma bianca e con qualche militare anche a terra e ferito i distinguo cominceranno eccome!

    Un civile che mi affronta con coltello e con altre intenzione che sbucciarmi un arancia in segno di benvenuto – da militare – lo metto fuori condizioni di nuocere. E dal filmato non si vedono militari cominciare a sparare all’impazzata! Tutt’altro.

  4. E tanto perché sia chiaro, la condanna é ovvia ma il bianco puro non esiste, come non esiste il nero assoluto. MAI!

  5. Sono d’accordo con massimo sull’inesistenza del buono o cattivo assoluti. E questo in ogni manifestazione della vita, dai minimi ai massimi sistemi.
    Sono inorridito dalla perdita di controllo di militari che, in quanto tali, dovrebbero essere addestrati a mantenerlo, il controllo, il più possibile.
    Sono stupito della mancanza di senso della realtà e di lungimiranza dei pacifisti, data contingenza socio-politico-geografica in cui si sono andati a intrufolare. Con i dovuti distinguo (qui abbiamo uno scenario tragico, nel caso che vado a menzionare si sfiorava il ridicolo) ricordo (spero di non sbagliarmi) un certo Agnoletto che in uno dei periodi più caldi della faida israeliano palestinese se ne andò in un aeroporto non pacificissimo (Tel Aviv?) a contestare. Fu gonfiato di botte da militari che manco lo capivano, trascinato via malamente e… se ne stupì.
    Dico, quelle terre sono una polveriera. Non credo che da quelle parti abbiano tempo nè testa di discutere, anche perché un giorno sì e l’altro pure si fanno saltare a vicenda con autobombe e tritolo sotto le bancarelle dei mercati. Se uno ci si avvicina, anche con uno zolfanello, deve aspettarselo, il botto. C’è una ragion pratica che a volte prevale sulle belle bandiere e le parole.

  6. Prima di essere frainteso: dico questo senza nulla togliere all’ammirevole opera delle ONG e al fatto che la reazione è certamente, drammaticamente, non proporzionale all'”offesa”. Però vorrei davvero aspettare che si chiarisca come sono davvero andate le cose, se mai accadrà. Di certo c’è che nessuno ha davvero intenzione di farle cessare, certe guerre (e non voglio spingermi alla considerazione scontata: le “volontà” che periodicamente si adoperano per rinfocolali i conflitti). E di certo, c’è che questo è l’ennesimo casino che peggiora le cose per il futuro.

  7. @cacciatorino purtroppo hai ragione al 100%. Questo macello scatenerá macelli ancora peggiori. Mi aspetto un carnaio prima della fine della settimana.

  8. Se i pacifisti la smettessero di fare azioni pacifiste, forse potrebbero cominciare a combattere seriamente per la pace. Io mi ritengo pacifista e non violento, ma non imbecille, e se camminando per strada mi ritrovo due tizi che armati di tutto punto mi vengono addosso, come minimo mi tiro la cinghia e meno. Ma a parte le mie considerazioni personali sul pacifismo, credo che la reazione dei pacifisti sulla nave, per quanto possa fare schifo, sia giusta, e spero continuino su questa strada. Se mi attacchi mi difendo. Il governo israeliano aveva i suoi motivi per attaccare: impedire gli aiuti ed evitare che venisse documentato quello che gli israeliani stanno facendo alla popolazione palestinese.

    A questo link: “http://www.youtube.com/watch?v=CckpreLYMco” Una
    signora che ha partecipato alla missione. Spero si sia difesa anche lei scagliando sedie contro i soldati.

  9. Mah… non dimentichiamo peró che non si tratta di una nave ma di un convoglio. Nelle altre navi non ci sono stati morti né feriti, i milatari sono arrivati, hanno preso il controllo della sala comando delle navi. Fine.

    Su quella battente bandiera Turca tutto é andato storto. Ma i militari erano della stessa compagnia con gli stessi ordini e le stesse modalitá…

    Puó esserci il legittimo dubbio che un fattore in piú che qualche sedia scagliata contro i militari abbia creato la perdita del controllo della situazione?

    Oppure nelle altre navi hanno ricevuto solo strette di mano e nessuno si é minimamente sognato di “difendersi” ?!?

    Speriamo ci sia un riscontro ed una inchiesta internazionale e non solo una versione uni-direzionale da parte israeliana.

    Oggi l’immagine di pacifisti la cui unica reazione é sit-in e farsi arrestare dalla polizia come nelle occupazioni dell’Universitá a Berkeley é di ben triste lontana memoria.

    Il fanatismo – purtroppo – oggi ha anche le fattezze del pacifismo che poi spacca vetrine, incendia auto, ed usa spranghe e coltelli negli scontri con la polizia. É un’insulto al pacifismo vedere a volte scene da scontri tra tifoserie allo stadio.

    Saró paranoico, fascista, di estrema destra, dite quello che volete, ma non mi sembra per niente difficile immaginare – nel mondo di oggi – un “pacifista” che accoltella un militare israeliano essenzialmente perché Israeliano, sionista, criminale, e deve sparire dalla faccia della terra incluso lo stato di Israele.

    E dico questo convinto comunque che gli Israeliani hanno commesso un crimine internazionale per tutte le modalitá dell’operazione e che ne devono pagare le conseguenze a livello internazionale piuttosto che con un altro “pacifista” che si fará esplodere in un ristorante a Tel Aviv.

  10. La verità, secondo me, è che non c’è mai stata da parte israeliana nessuna vera volontà di raggiungere una pace duratura basata sul riconoscimento del diritti del popolo palestinese. I vari Camp David, Wye Plantation, Road Map sono state tutte tattiche allo scopo di fare fallire ogni accordo. L’attuale classe politica israeliana ha come unico interesse mantenersi al potere , un po’ come la nostra. E come la nostra ha annullato l’opposizione. I politici israeliani tengono sotto ricatto la comunità internazionale, ricorrendo sempre al Totem dell’olocausto e tacciando di antisemitismo chiunque appena appena osi criticarli e in più spaccia le vessazioni e l’assedio contro la popolazione civile palestinese come necessarie per la sicurezza degli Israeliani i quali, a loro volta, sono succubi di un nazionalismo di stampo fascista. Solo che le canaglie sono sempre gli altri

  11. @fm sostanzialmente d’accordo, ma anche le altre parti non hanno un vero interesse a cambiare lo statu-quo. Troppe persone hanno interessi personali – in TUTTE le fazioni – nella situazione di guerra di fatto che c’é nella regione.

    Le canaglie sono sempre gli altri, un fatto storicamente sempre provato.

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