Siciliani che odiano i libri

Lasciamo parlare le cifre. Secondo l’Istat la maggioranza degli italiani legge fino a un massimo di 3 libri l’anno, cioé un romanzo ogni 4 mesi. I cosiddetti “lettori forti”, quelli che in un anno leggono 12 o più libri, sono solo il 15,2% (uno su 5 ha oltre 65 anni).
Sempre secondo l’Istat, la regione con la percentuale più alta di famiglie che non possiedono in casa alcun libro è la Sicilia (20,2%), seguita dalle regioni meridionali nel loro complesso (15,0%), mentre nelle regioni del Centro-nord la quota non raggiunge il 9%. Le regioni in cui si riscontrano le quote più basse di famiglie che non possiedono libri in casa sono il Trentino-Alto Adige (2,8%), la Valle d’Aosta (5,0%), la Sardegna (6%) e la Toscana (6,4%).
Più che parlare, le cifre ululano.

Grazie a Raffaella Catalano.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

21 commenti su “Siciliani che odiano i libri”

  1. Io uno spiraglio di speranza mi sento di aprirlo. Per esperienza personale (incontri letterari nelle scuole, all’estero con emigrati italiani, corsi di scrittura) posso dire di non aver mai incontrato gente che magari non è proprio appassionata di libri (sarebbe chiedere troppo), ma che comunque se ne lascia affascinare. Anche i più resistenti o disinteressati, appena parli di scrittura e lettura – soprattutto nel modo giusto – mostrano segni di cedimento. Io ho fede nella curiosità umana per le storie. Pensiamo a come è facile e naturale catturare l’attenzione dei più piccoli inventando una scenetta o una situazione bizzarra. E’ una cosa atavica, fa parte della nostra natura. Il problema è quando il monopolio delle storie è assorbito dalla televisione, e male. Allora il libro diventa un oggetto oscuro, che stanca, che intimidisce. Complici – bisogna ricordarlo – anche certi intellettuali che invocano “l’acculturamento delle masse” (che brutta espressione!) e però si tengono ben stretta l’aura di snobismo con cui hanno ammorbato, a uso e consumo del proprio narcisismo, la gioia di leggere e raccontare.

  2. Cacciatorino,
    non dimentichiamo Lucarelli che spinge all’utilizzo del Nintendo. Come dire che un animalista promuove l’acquisto delle pellicce!

  3. Beh, cara: si sarà spinto anche un bell’assegno nel portafogli. Nintendo non olet. Non che qualcuno, al suo posto, si sarebbe tirato indietro. Forse nemmeno io.

  4. Non l’ho mai fatto, ma – confidando nella clemenza del padrone di casa di questo blog – vorrei consigliare a tutti un libro bellissimo, appena pubblicato dalla casa editrice per cui lavoro: “Sassi nelle scarpe” di Erika Bianchi, Dario Flaccovio editore.
    Non è un’autopromozione (non ci guadagno nulla, io), ma solo un modo di incentivare la lettura con un ottimo romanzo. Che tra l’altro sarà presentato a Palermo il 18 maggio da Modusvivendi. Siete tutti invitati.
    http://www.darioflaccovio.it/scheda/?codice=DF9279

  5. Curioso l’accostamento dei due post.

    Se compro un Ipad non ho più bisogno di comprare un libro (di carta), no?
    E che fine fanno l’Unità o il Manifesto sotto il braccio?
    Da cosa ci riconosceremo?

  6. Tanus, se l’iPod serve per leggere libri e giornali e non a videotelefonare allora non serve la rosa. Basta l’iPod!

  7. Cara fm, per tutto cè un’APP.
    Lo dico sempre alla mia dolce metà:
    APP ena vengo ne parliamo,
    APP ena prendo lo stipendio lo compriamo,
    APP ena esco dal lavoro ci passo,
    APP ena mi sbrigo torno a casa…

    APP roposito, che si mangia stasera?

  8. APP erbacco! il suo intervento è
    APP agante e giunge
    APP roposito. Non si finisce mai di
    APP rendere. Prendo
    APP unti e ne
    APP rofitto

  9. …e comunque, visto che queste cifre sono scritte e non verbalmente tramandate é ovvio che “carta canta” non funziona piú. Chi le leggerá mai?

    Ma si sa se in quel 20% di casi senza alcun libro alcuno hanno almeno e-books?

  10. Massimo,
    bella battuta.
    Uno che non ha un libro in casa e che compra l’e-books è come uno che non sa chi gli ha pagato la casa.
    Improbabile e improponibile.

  11. Io ne
    APP rofitto
    per dire a Raffaella di non demoralizzarsi: se solo una persona legge il tuo libro e ne trae spunti di riflessione, di crescita personale o anche lo legge solo per passatempo… significa che è valsa la pena di scrivere!
    Non importa se i siciliani sono i primi in classifica con il 20%, io faccio parte dell’80% e voglio continuare a leggere, quindi voi continuate a scrivere!

  12. @pirsimona: Grazie, pirsimona. Speriamo.
    Però sottolineo che il libro non è mio. E’ di Erika Bianchi, ho soltanto scoperto l’autrice e fatto in modo che trovasse un editore.

  13. ma voi cosa ne fate dei libri già letti? Li conservate tutti? Li regalate ad un amico? ad una ludoteca? E quelli che non vi sono piaciuti?
    In gioventù mi capitava di rileggere i libri che mi avevano colpito, ora non lo faccio più. La cosa che reputo grave è che col tempo, dimentico tutto. Ricordo solo l’essenziale, se mi è piaciuto oppure no. Stessa cosa con i film. Così quando qualcuno mi chiede se ho letto quel tale romanzo, rispondo con sincerità ma potrei anche mentire: tanto, niente ricordo!

  14. @rosipa: la scuola elementare di mio figlio ha organizzato una vendita di giocattoli/libri/oggetti vari donati dai genitori e noi, tra le altre cose, abbiamo donato (all’insaputa del bambino) un libro che avevamo come “doppione”: “Le ceneri di Angela”.

    Anche i bambini sono stati invitati ad acquistare qualcosa; mio figlio ha comprato un giocattolo per se ed un libro per la mamma: “Le ceneri di Angela”.

    A questo punto ci tocca rileggerlo.

  15. @rosipa: io li conservo quasi tutti. Quelli che proprio ho detestato li regalo a chi li vuole (amici, papà, ecc.).

  16. @Angelo = e siccome mi manca, ora lo compro e lo leggo pure io. Voi in famiglia rassegnatevi ad averne due copie :-)

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