Quante volte, fratello?

Secondo la Cei, il partito dei vescovi italiani, il celibato sacerdotale “non costituisce affatto un impedimento o una menomazione della sessualità”.
A sostegno della tesi potrebbero chiamare numerosi testimoni. Soprattutto minorenni.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

11 commenti su “Quante volte, fratello?”

  1. Da un paese Protestante…. ma che vadano tutti a spaccar pietre! seguiti da quelli che si riuniscono in San Pietro e quelli che vanno in chiesa per battersi il petto ed ottenere ina facile assoluzione.

    Da ex -Gonzaghino… é li che ho imparato il vero significato della parola IPOCRISIA.

  2. Ok prendersela con i preti pedofili e con chi dall’interno di un organismo malato, nasconde fatti gravissimi come questi. Capisco pure l’indignazione generale per fatti simili che esistono dalla notte dei tempi così come l’incesto, altro tabù, esiste da sempre.
    Assolutamente inutile e superficiale, trovo invece, indovinare e giudicare le singole coscienze dei singoli credenti. E dare dell’ipocrita a una categoria- quella dei cattolici- diventa mancanza di rispetto e Ipocrisia vera.

  3. E siccome l’ipocrisia appartiene al genere umano tutto, non vedo perchè preti e suore che ho avuto il piacere di conoscere e praticare per anni ed ho ancora incubi notturni, debbano esserne esenti!
    Per tornare al senso del post, è ovvio che l’astinenza sessuale forzata può (non deve necessariamente) generare una perversione trattandosi di un’innaturale privazione di un bisogno fisico.
    E’ anche vero che una persona che sceglie il celibato/nubilato sacerdotale può avere una tendenza o comportamento patologici PRIMA di compiere tale scelta. E allora bisognerebbe porre più attenzione all’ingresso di nuovi adepti.
    La Cei questo non lo PUO’ ammettere anche perchè significherebbe rifare le regole.

  4. Carissima Silvia, ben venga l’indignazione del singolo cattolico nel dire “non siamo tutti ipocriti” ma venga allora l’indignazione di tutti i cattolici e chiedere fermamente che si faccia luce, un Mea Culpa generale. Solo allora si potrá non indovinare la coscienza dei singoli. Che questa copertura decennale é un obbrobrio ed un’offesa a tutti, cattolici e non.

    Vogliamo parlare se no della connivenza della Chiesa con Mafia e Mafiosi? Come si giustifica la scomunica per le suore e medici coinvolti in ex-Iugoslavia per aborti nei casi di stupri a suore ma mai sentito parlare di scomunica su Mafia e Mafiosi? Ah si dimenticavo, loro danno molto alla questa la Domenica!

    Ho conosciuto preti e suori fantastici e preti e suore che non dovrebbero vestire l’abito, noto a tutti e coperto da tutti per il “bene della Chiesa”. Questo é ora che finisca e visto che nessuno ne é esente, i vertici della Chiesa in primis hanno il dovere fondamentale, inalienabile e non procrastinabile di collaborare pienamente con le istituzioni a tal fine. Non c’é prescrizione per questi reati.

    E le regole son fatte per essere riviste alla luce dei tempi, fatti e costumi.

    Cristo al tempio ha preso a frustate i mercanti, farebbe lo stesso oggi in San Pietro!

  5. Tra l’altro la CEI, al contrario, mi sembra che implicitamente lo abbia giá ammesso.

  6. Mons. Domenico Pompili, portavoce CEI: da parte dei vescovi si e’ condiviso ”la preoccupazione del Santo Padre e quella del Presidente della Cei” sui casi di pedofilia che hanno investito anche la Chiesa cattolica.

    I presuli hanno, quindi, ribadito che si tratta, ha detto mons. Pompili, di ”un crimine odioso, ma anche di un peccato scandalosamente grave che tradisce il patto di fiducia inscritto nel rapporto educativo”.

    I vescovi italiani hanno poi ”riaffermato l’esigenza di compiere una selezione accurata dei candidati al sacerdozio, vagliando la loro maturita’ umana ed affettiva oltre che la loro maturita’ spirituale e pastorale”.

    Ed aggiungo che come é necessario una selezione accuarata PRIMA, é d’obbligo adesso una selezione accurata DOPO.

    Buona Quaresima

  7. Al momento stanno tentando solo di spostare l’obiettivo. Il famoso straw men.
    Si sposta l’attenzione sulla colpa dei singoli rei, per far scordare la colpa di aver taciuto, anche per cercare di evitare cause miliardarie.

    Ha relativamente poca importanza se un pervertito è un religioso oppure un laico. È sempre un prevertito. Solo che nel caso del laico la società, in genere, non cerca di nascondere il fatto. Come invece pare sia stata la prassi della “chiesa” per i religiosi.

    Sarei curioso di conoscere il Codice comportamentale (civile e penale, non coincidente con quello dello stato di residenza) a cui sembrano sottostare certi religiosi e i loro superiori. E non parlo dei pedofili. Vedi anche il caso Claps.

  8. Per amore di discussione: fatti imperdonabili come questi esistono da sempre come esiste da sempre una ferma volontà ad insabbiarli. Nessuna ipocrisia in questo!
    Tempo fa al programma Le iene ho visto delle persone adulte (i bambini non hanno la stessa capacità, ahimè!) denunciare molestie sessuali ricevute da parte di un prete della propria parrocchia. Il resto dei parrocchiani, intervistati, non solo non si sentiva offeso, minacciato per l’accaduto ma giustificava, assolveva il sacerdote in questione.
    Insisto, come quando in famiglia si consuma una violenza da parte di un padre su un figlio con l’assoluzione silenziosa della madre.
    Non meravigliamoci, e’ la stessa, identica cosa.

  9. E la mia amica Raffaella Catalano ne ha raccolti tanti di racconti drammatici come questi. Vivono, anzi, gridano nel suo libro: Angeli e orchi.
    Libro che leggerei se non fosse che non ho abbastanza pelo sullo stomaco per digerire tale argomento.
    Brava Raffi!

  10. Fair enough ma chi si investe di un’autoritá morale “piú elevata” non puó poi ergere a difesa che succede da sempre ovunque. La ferma volontá di insabbiare uno scandalo va bene per un politico, non va piú bene per un “Pastore d’Anime”.

    Non é una nuance da poco!

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