Un libro non è un telefono

Sono ipersensibile davanti a qualunque innovazione tecnologica che abbia tasti e schermo (a eccezione dei telefonini touch screen che confliggono con le mie zampe da orso).  Se potessi, comprerei quote della Apple solo per il gusto di collaudare prototipi e riempire casa mia di arnesi modernissimi, per farne che non so (del resto il vizio – perché di vizio si tratta – non si alimenta di vantaggi, ma solo di controindicazioni).
Eppure la presentazione dell’iPad mi lascia insoddisfatto per una serie di motivi.
Primo. La tecnologia avanzata per molti di noi snob quasi cinquantenni non è show, bensì élite. Le coreografie e i megascreen vanno bene per le convention del Pdl, non per l’ultimo parto artificiale dell’intelligenza naturale.
Secondo. Se un telefono serve anche per leggere libri e giornali, evidentemente ci sono problemi di dimensioni: i libri non sono fatti per infilarsi nel taschino della giacca e i cellulari non devono essere tenuti necessariamente con due mani.
Terzo. In Italia si dice: “Fare le nozze coi fichi secchi”. Cioè, senza i mezzi necessari non si va da nessuna parte. La Apple si muove, con molte buone ragioni,  in un’ottica anglofona che non tiene conto della realtà del nostro Paese dove è quasi impossibile trovare contenuti di qualità, ben assortiti e soprattutto tricolori, per un lettore multimediale come l’iPad. Corriere e Repubblica si stanno muovendo, ma l’immensa realtà delle aziende editoriali locali (che condiziona in modo determinante l’audience) è ancora guidata da direttori col telefono a disco e il televideo fisso a pagina 101.
Quarto. I costi sono elevati. A parte lo strumento (prezzo minimo 499 dollari per la versione base), resta l’incognita delle connessioni telefoniche legate ai singoli gestori. Il che, con i chiari di luna che ci sono dalle nostre parti, significa che per farsi un arnese del genere bisogna ricorrere alla cessione del quinto dello stipendio.
Insomma sono tentato comunque di lanciarmi nell’acquisto (le famose controindicazioni del vizio…), ma aspetterò. Perché in fondo la debolezza nei confronti della tecnologia non è indice univoco di imprudenza.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

12 commenti su “Un libro non è un telefono”

  1. Anch’io sono rimasto insoddisfatto ed anch’io credo che lo comprerò, perchè è bello, lucido e luminoso ed assolutamente superfluo.
    Però credo che i pochi lettori italiani difficilmente sostituiranno la carta con l’iPad, mentre è possibile che lo faranno i tanti non lettori, ma così, tanto per collezionare titoli che ovviamente si scaricheranno illegalmente da emule o torrent.

  2. Stu parrinu ra fotografia avi ‘na facci ca mi piaci. Ma chi parruocchia è? A chi ura i rici, i missi? Francescaaaaa…. lo lasci stare il mio telefonino che poi non so passare dai giochini ai nùmmari?!?!… Ma perché il canale 4 sopra a Sky non si vede più? Che cos’è che hanno oscurato??? Ma cu è stu curnutu ca oscurò? Beddamaaatri, arrivaru chiddi ri l’Avatar…!!! Unni puozzu cchiù ri sti cuosi moderni…

  3. Comunque l’iPad, almeno nativamente, non è un telefono. Non è stato specificato neanche se abbia un microfono integrato per farlo diventare (al volo) tale tramite Skype o qualche applicazione voip…
    Ciao,
    Emanuele

  4. Anche io soffro di una strana leggerezza dell’essere nei confronti di questi aggeggini della mela.
    Per fortuna, al contrario del vizio del fumo, non ho mai iniziato con le mele, di conseguenza riesco a smettere benissimo quando voglio.

    Però la tentazione è forte…

  5. PS La memoria (max 64 Giga) comunque è scarsina, e non mi pare sia espandibile. Il 16 Giga mi pare veramente improponibile, mi evirerei dopo mezza giornata.

  6. Devo ammettere che subisco il fascino della “Mela”. Anche quelli del Genesi lo sapevano, infatti tentarono Eva con una mela, mica con un fico!, bella soda, liscia e succosa.

  7. Andrà a ruba.
    Anch’io lo vorrò, se e quando capirò che cosa è. Perché ormai a Cupertino – o Hierba Buena, o da dove cavolo lanciano queste meraviglie – nemmeno te lo spiegano. Danno per scontato che lo avrai. Anzi, DOVRAI averlo. Ti fregano pure con lo splendido design. Le cose Apple sono golose a vedersi e a toccarsi.
    Mi ha dato molto fastidio non aver trovato nemmeno un articolo semplice, per semiprofani su questo I-pad. 3g… che è?
    Sono un convertito al Mac, scrivo da un Mac, ma ogni tanto mi piacerebbe anche sapere, oltre a che roba producono alla Mac, a che serve e se davvero mi serve.

  8. A beneficio de il cacciatorino:
    http://www.repubblica.it/tecnologia/2010/01/27/news/apple_ipad_scheda_tecnica-2096986/index.html?ref=search

    Il 3G è un protocollo di trasmissione dati e voce attraverso la rete cellulare, il più veloce al momento. Uno dei suoi standard è l’UMTS, più veloce del vecchio GPRS, permette la video chiamata per esempio. Interessante è il prezzo mensile per la navigazione senza limiti di AT&T.
    Grossa pecca è la mancanza di porte USB e la memoria non espandibile, come dicevo 16G bastano appena per utilizzarlo come e-reader.
    Poi se hai già un Mac mi pare superfluo l’acquisto.

    Se avete altri dubbi…

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