Segnali di fumo

Ieri il divieto di fumo nei locali pubblici in Italia ha compiuto cinque anni. E cinque anni fa lo giudicai una gran rottura di scatole. Mi dissi: vorrà dire che andrò meno al ristorante e sfumacchierò con maggior soddisfazione sul balcone di casa. Considerazione fallace, come non di rado capita nelle vite delle persone che devono imparare a crescere.
Ora che sono cresciuto, e non soltanto dal punto di vista anagrafico, non benedico quel provvedimento solo perché era troppo blando.
La libertà di fumare è, in realtà, una falsa libertà. E non per gli altri quanto per se stessi.
Solo smettendo o provando a smettere ci si rende conto del fastidio che ci si è imposti nel dover affermare che la sigaretta è un vizio privato e che quindi non può essere imbrigliato in una categoria di danno comune.
“L’aria è di tutti” ho sentito dire una volta a una signora che brandiva una Marlboro in un bar di New York, mentre gli astanti la guardavano con disprezzo nonostante si trovassero tutti all’aperto, in una terrazza di un hotel. No, l’aria non è di tutti. E’ di chi non la ammorba e soprattutto di chi ha i mezzi per gustarsela: un paio di polmoni sani, ad esempio.
Per questo ho scritto questo post ecumenico, forte del mio insulso record di astensione dal fumo: domani sono sette mesi.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

23 commenti su “Segnali di fumo”

  1. Bravissimo Gery. Io ho smesso sette anni fa, ma non potevo definirmi una vera fumatrice. Anzi, aspiravo per il più stupido dei motivi, avere qualcosa da fare, in situazioni di attesa, per darmi un contegno. Poi una sera, in una milonga (una sala di tango) ho incontrato mio marito. Si è avvicinato per invitarmi al ballo, e ha lanciato uno sguardo alla mia mano destra. Tu fumi? mi ha chiesto, e in quella domanda ho capito che dovevo scegliere. Chi, io? No,no!
    Stiamo ancora ballando…

  2. Il divieto di fumo nei locali E’ una grande rottura di scatole per chi fuma, perchè dire il contrario? E non sono immatura.
    Non solo, trovo ridicoli quelli che si lamentano(sono molti quelli che lo fanno perchè è una scelta di vita che li contraddistingue ed è il loro modo migliore per affermarsi) se hanno vicino uno che fuma all’aria aperta. O bisognerebbe fare area fumatori/ non fumatori con tanto di separé pure nei giardini? La signora di N.Y. ha ragione da vendere e se qualcuno si sente leso nella propria libertà, cambi posto fino al prossimo cartello: L’aria non è di tutti solo di chi non fuma.

  3. Non sono una che si lamenta,sono cresciuta con un padre da tre pacchetti al giorno e il mio uomo fuma sigari,sono costretta spesso a stare in riunioni,lunghe,con fumatori fastidiosi e nervosi,e non ne faccio un dramma,ma posso dirvi che andare fuori nel mio tempo libero e godermi un buon bicchiere di vino e una bella cena a pieni polmoni e senza il fastidio alle lenti a contatto,beh è stato un traguardo di civiltà e qualità di vita,in attesa di raggiungerne altri

  4. @silvia
    condivido il tuo pensiero, anche da non fumatrice.
    Ovviamene per me è un bene che nei locali chiusi ci sia il divieto di fumo, perchè quello che può essere un modo di rilassarsi per voi fumatori, per noi non-fumatori diventa uno stress, un fastidio indicibile.
    Ritengo però che non sia giusto lamentarsi pure quando ci si trova all’aria aperta, anche se la ventata di fumo si dirige sempre verso chi non ama le sigarette (sarà forse la legge di murphy?): è fastidioso anche in questo caso, ma tenendo conto che magari ci si può spostare e comunque non c’è lo stesso ristagno che ci sarebbe in un locale chiuso, tollero e amen.
    E aggiungo anche che tollero meglio una ventata di fumo piuttosto che uno sguaiato rimprovero impartito dal saccente di turno

  5. Giustissimo! E poi l’aria è di tutti e nessuno ha il diritto di ammorbarla!
    Peccato che siamo nel Paese di Bergodi dove tutto è lecito e/o tollerato, dal posteggio in doppia fila alla richiesta di pizzo sulle fatiche lavorative altrui, del lei non sa di chi sono amico io al volemose bene, da lasciate in pace i venditori di via ruggero settimo (che fanno colore) ed i pulivetro aggressivi di viale regione siciliana a la colpa è dei giudici che condannano e non dei ladri che rubano.
    Mi sono stressato vado a fumarmi una sigaretta!

  6. A proposito di aria ammorbata già si respira aria di equivoci.
    Dire Per i fumatori non potere fumare in locali in cui vige il divieto di fumo è una rottura di scatole (e lo è!!) è UNA cosa. Dire E’ giusto, “civile” e salutare che ci sia un divieto e’ UN’ALTRA cosa; una non nega l’altra.
    La stessa tolleranza che ci si aspetterebbe da un fumatore ( a condizioni che si possa definire persona educata) a NON fumare in determinate situazioni che so, a casa di persone che magari non gradiscono, è auspicabile da parte di quei non-fumatori che si capisce, agiscono un’insoddisfazione che ha ALTRA origine che non è quella di salvaguardare i loro sani(??) polmoni già macchiati dallo smog cittadino. A meno che vadano in giro con la mascherina sulla bocca con la speranza così di vivere più a lungo.

  7. Sono uno strafumatore e mi faccio abbastanza schifo. Semplicemente ammetto la mia stupidità (che è anche un modo per ricavarsi un alibi), e comincio a risentire di questo brutto vizio (tosse, fiatone, gola secca). A causa delle sigarette ho una carenza di vitamina B che mi aggrava la cervicale (parole del medico), sono schiavo di idioti cilindri con dentro dei pezzi di foglia triturata (e chissà che altro), e la prima cosa che faccio la mattina è attaccarmi al filtro. Ogni tanto mi vengono in mente dei flash di infarti, cancri e enfisemi, come in un film dell’orrore. Scaccio subito il pensiero. Passo in rassegna tutti i vecchi che ho visto, bel belli, sulla soglia dei novanta con la sigaretta in bocca, freschi e pettinati: dalla nonna di mia moglie a Camilleri. Detto questo, il solo pensiero di una vita senza sigarette mi mette angoscia. Sono un drogato. Dico sempre che smetterò “quando finirò” questo o quell’impegno che mi tiene in tensione. Ho smesso tre volte, stavo benissimo e ho ricominciato. Insomma, ho tutte le buone ragioni per smettere. Quindi, mi sembra giusto che non si fumi. Ma se me lo dicono Brunetta o Fazio, giuro che raddoppio la dose.
    Vi farò sapere.

  8. @Caccitorino l’unica persona ad avere potere su di te che potrebbe aiutarti ad uscire( e non rientrare) nel tunnel ce l’hai accanto. E purtroppo fuma.
    Però io ho grande fiducia nelle tue possibilità.
    Join us!

  9. Una volta ho fatto l’agopuntura. Mi sono fatto trapanare la fronte da un cialtrone in giacca damascata che mi ha pure messo una graffetta su un lobo dell’orecchio. “Non sentirà bisogno di fumare, ma nella IMPENSABILE ipotesi che accadesse, prema questo orecchino. Si calmerà immediatamente. Fanno trecentomilalire”.
    Due ore dopo, a casa, mi stavo strappando il lobo dell’orecchio. Due ore e un quarto dopo, minacciavo mia moglie con un coltello da cucina: “dammi una sigaretta!”. Due ore e mezzo dopo avevo una sigaretta in bocca e una sull’orecchio, come i muratori, perché non si sa mai. Il giorno dopo ho cercato invano di farmi restituire i soldi. Niente da fare, ma ho abbandonato lo studio del puntaspilli con grande dignità e palese disprezzo.

  10. @Cacciatorino:
    Hai provato con la biro… sull’orecchio intendo. E’ difficile da accendere, non tira e dopo un po ti stanchi.
    ;-)

  11. Questa cosa dell’orecchino da premere mi ricorda un fumetto di Manara in cui una scatoletta con comando se premuto non faceva passare la voglia di smettere di fumare ma ne faceva venire delle altre…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *