Se la cantano e se la suonano

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Il governo blinda il testo sulle intercettazioni. La decisione è stata presa dopo un summit allargato a tutte le componenti fondamentali per una soluzione così delicata: c’era ovviamente il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, c’erano ovviamente i ministri Maroni, Vito e Calderoli, c’erano ovviamente i presidenti dei deputati di Pdl e Lega, c’era ovviamente il presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, e c’era ovviamente Niccolò Ghedini, indeciso se vestire i panni di avvocato di Berlusconi o di componente della stessa commissione. Non c’era ovviamente il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, che qualche perplessità sul provvedimento l’aveva manifestata.

P.S Il titolo di Corriere.it pone l’accento sulla forza della boccciatura della mozione Pd per il Lodo Alfano.

Grazie a La Contessa.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

15 commenti su “Se la cantano e se la suonano”

  1. Il Cavaliere teme le intercettazioni (non si sa mai, con quel che combina al telefono)…

    Giuseppe Davanzo oggi su Repubblica.

  2. E’ una legge che causerà non pochi problemi.
    Per non parlare dei vincoli che viene a porre su alcuni procedimenti penali in corso.

  3. Da più parti sento ripetere che non c’è opposizione, che l’opposizione latita, che non ha forza. Ma se tutto viene deciso a colpi di fiducia e le mozioni provenienti dall’opposizione o dalle opposizioni vengono regolarmente bocciate che cosa vogliamo?

  4. @fm: è così tristemente vero!
    Immagino la frustrazione di quest’opposizione schiacciata come mosche, e senza il minimo sforzo.
    Immagino gli sguardi gongolanti di una maggioranza amorale e priva di qualsiasi forma di dignità e senso critico.
    E penso a Grasso.

  5. @La Contessa
    Infatti. Proprio i rilievi avanzati dal Procuratore Grasso, non sono stati presi minimamente in considerazione.Fatti salvi i reati di Mafia e Terrorismo,per il resto le indagini si complicano notevolmente, in quanto non diventano mezzi di accertamento di reati, ma mezzi da utizzare solo dopo l’accertamneto di reato.
    Inoltre vengono posti limiti alla libertà di stampa, e qui mi piacerebbe conoscere il parere degli addetti ai lavori.

  6. su questa cosa non possiamo restare immobili.

    bisogna reagire, porca miseria, qua si legano i polsi all’informazione.

  7. Gery, ma non possiamo lanciare una campagna “operativa” che parta da questo blog e arrivi fino al Presidente Napolitano in persona, appoggiandosi al mondo dei blog, dei quotidiani on line, dei social network e nonsochealtro… Una sorta di referendum che viaggi sul web, e si trasformi in un vero e proprio documento da sottoscrivere e sottoporre al Presidente della Repubblica. Che non è un’entità astratta, ma qualcuno (l’unico ormai) a cui ci si può appellare per fermare questa vergogna.
    Ci sarà un avvocato, un giurista, che abbia voglia di studiarsi bene questo ddl e ne possa verificare l’incostituzionalità e i reali pericoli, prima che diventi legge effettiva. Non intendo qualcosa di allarmista o inutilmente polemico nei confronti dell’attuale governo, immagino piuttosto qualcosa che spieghi esattamente di che si tratti, in un linguaggio semplice (per forma e contenuto) e comprensibile da tutti.
    Sono sicura che messa in moto la macchina, ci verranno un sacco di idee… ma almeno cominciamo ad inserire le chiavi nel cruscotto!

    p.s. Così Obama è diventato Presidente degli Statu Uniti.

    p.p.s. Oggi sono moooolto indignata.

  8. Contessa, apprezzo la tua forza di propulsione e condivido la tua indignazione, ma ti invito a riflettere sui nostri mezzi. Un grande giornale sta combattendo una guerra feroce contro la follia del nostro premier. Cosa pensi che possiamo smuovere noi piccoli?

  9. Un giornale, UNO. Hai detto bene.
    Io penso a una moltitudine di blog, più o meno quotati e attendibili, penso a facebook, ma soprattutto penso a persone vere. E molte, anche.
    Su Repubblica, tra l’altro, pesa la “faziosità” politica che, per chi sta dall’altra parte, è già motivo di poca credibilità.
    Ti faccio un esempio: tu pubblichi un post che parla di “numeri” bizzarri e immorali riguardanti il nostro governo “locale”. Quanti contatti, link da parte di blog e siti diffusi a livello nazionale, quante attestazioni di vario genere hai avuto quel giorno? Usiamo il potere dei tag e delle indicizzazioni.
    Altro esempio: Repubblica è riuscita ad attirare l’attenzione e lo sdegno italico sulla gestione allegra degli affari privati/pubblici di Berlusconi, ma soprattutto non ha mollato la presa. Giorno dopo giorno, ha scavato, e quasi sempre ha trovato. Ha dato continuità. Questa è la novità, secondo me, rispetto al passato.

    Ripeto, in qualche modo bisogna iniziare, e non possiamo lasciare ad un giornale sfacciatamente di parte e ad un’opposizione sbilenca il compito di alzare gli scudi.

  10. Sono d’accordissimo con la Contessa e con il suo legittimo furore. Penso siano maturi i tempi (e se non lo sono forse è il caso di forzarli per tante giuste cause) perchè si creino sinergie tra blog e media di vario tipo (compresi i piccioni viaggiatori). Sarei felice, per esempio, nel vedere operare di comune accordo blog come questo, creativo ed accogliente, con forum intelligenti come quello di Roberto Alajmo, con giornali come Repubblica (coinvolgerei l’edizione di Palermo): io gioco in “casa” in tutti i casi! Ma vedrei bene anche quei blog che sono semplicemente linkati e poco “partecipi” e anche quei giornalisti possessori di diari e giornali elettronici un po’ troppo appartati (è questa la mia personalissima impressione). C’è tanto da fare e tanto si può e si deve fare. Il successo strabiliante di Rita Borsellino, ad esempio, è la dimostrazione di come sia possibile coinvolgere in modo strepitoso persone che non avrebbero votato Pd ma che con candidati di tale portata e con storie così belle e pulite fanno venire la voglia di fare e non stare a guardare e piangersi addosso. Ragazzi, alla carica, io ci sono!

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