Chi mente sui libri?

"Il libro della giungla", foto di Cinzia Zerbini (da Flickr)
"Il libro della giungla", foto di Cinzia Zerbini (da Flickr)

Ieri al Tg1 delle 13,30 Gian Arturo Ferrari, direttore generale della divisione libri del gruppo Mondadori, ha detto che il settore librario non risente della crisi economica. Il parere è diametralmente opposto a quello di altri operatori del settore, agenti ed editor (peraltro non intervistati dal Tg1), che rimbambiscono gli autori con previsioni catastrofiche.
Ora dal momento che il sottoscritto (come molti protagonisti di questo blog) campa di scrittura, sarebbe utile scoprire chi è che dice bugie.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

151 commenti su “Chi mente sui libri?”

  1. Capaci si avviò lentamente verso il commissariato deserto, era ormai quasi l’alba e come la luce a poco a poco scaccia le tenebre così nella sua mente si fece chiaro. Seppe cosa fare per incastrare Salaparuta. Da tempo sapeva, glielo aveva rivelato una sua vecchia compagna di scuola che lavorava come chimico nei laboratori della Benex, che Salaparuta usava sostanze fuorilegge e potenziava le medicine con piccole quantità droghe che a lungo andare davano assuefazione. Un modo più “pulito” che smerciare caramelle davanti le scuole.
    Prese il cellulare e incurante dell’ora chiamò a raccolta la sua squadra. Organizzò tutto nei minimi dettagli : avrebbero fermato qualcuno della compagnia mentre era alla guida e con la scusa dei controlli alcolemici e i test antidroga facilmente, sapendo cosa cercare grazie ai suggerimenti dell’amica, si poteva risalire alla Benex e al suo proprietario.
    Non rimaneva che attendere il momento propizio. Doveva essere contento il commissario Capaci ma non riusciva a gioire. Sapeva che la sua brillante operazione, anche se fosse andata a buon fine e non c’erano dubbi su questo, avrebbe solo tagliato i vecchi rami della mala pianta e favorito la crescita dei germogli che già si affacciavano, verdi e prepotenti, dall’ascella dei vecchi rami in attesa solo che questi seccassero o venissero tagliati.
    Si alzò pigramente dalla sedia, inserì una moneta nel distributore automatico e mentre la lattina di aranciata rotolava nel vano distributore pensò al commissario Tocai e gli venne voglia di bere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *