Beatrice, a turno

Beatrice BorromeoNon ho nulla contro Beatrice Borromeo. Anzi, la trovo televisivamente gradevole, non invadente: una presenza scenica all’acqua di rose (che è liquido rilassante e nessuno sa perché).
Però farla diventare una cronista scomoda mi pare troppo.
L’Italia è un Paese in cui le meteore rischiano di dettare legge. Se fosse ancora vivo Totò, direbbe che siamo un popolo affetto da meteorismo.
Ora, con tutti i casini che abbiamo, non voglio pensare a una mobilitazione popolare che difenda col sangue le denunce della Borromeo. Mettiamola a turno, nella lista delle questioni da risolvere. In un paio di secoli il suo problema diverrà all’ordine del giorno.

Aggiornamento. Mi ero dimenticato il video.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

13 commenti su “Beatrice, a turno”

  1. Oltre che di meteore, il nostro – grazie a “papi” – è un paese di meteorine.

  2. Devo dire, però, che mi ha stupita positivamente. L’ho intervistata al festival del giornalismo d’inchiesta dall’8 al 10 maggio a Marsala, e ha detto 3 minuti e 40 secondi di cose sensate, ponderate e anche ben cadenzate…Poi si è concentrata su un ciondolo tutto “tempestato” che avevo al collo e mi ha detto: “Te l’ha regalato papi?”.
    Che le dovevo rispondere?…
    Mi sono limitata a un “Non sono brillanti (o diamanti??!!!), quindi…non può essere stato lui…”. E’ anche molto bella senza un filo di trucco. Ma devo dire che tra gli ospiti della rassegna ho fatto il tifo sfegatato solo per Oliviero Beha, convincente, sempre e comunque secondo me.

  3. Mi sembra una ragazza carina e raffinata. Da quel che dice però non mi sembra che abbia l’esperienza necessaria per vestire i panni della giornalista d’assalto. Sono d’accordo con Gery, lasciamo trascorrere un po’ di tempo…

  4. Il tema è la censura o no? Se è possibile un’informazione completa e corretta da parte dei mass media, eventuali manipolazioni da parte di chi ha il potere di fare informazione.
    Tema niente affatto da mettere da parte.

  5. Dodici righe ampiamente condivisibili. Quel che si dice una breve da inviato.

    Forse questo Paese soffre un po’ troppo della sindrome dell’eroe. Quel che gli manca è sempre l’onesta manovalanza delle idee.

  6. Per censurare non è necessario vietare, basta lasciar cadere nel nulla,non parlare più di una certa cosa. Gli aquilani in tenda ad esempio? Per quanto ne so io dai media principali (quelli in mano al principe cioè, RAI e Mediaset) il problema non esiste più

  7. A me lei è sempre piaciuta molto. Ho un debole per le faccette smorte e le “esse” di pezza. Sentirla argomentare, poi, è un altro paio di maniche. A margine: ho notato che Santoro colleziona giovani inviate con l’espressione intensa e ansiosa con un pizzico di indignato. Notare quella che intervistava Martusciello. La Borromeo ha lanciato uno stile.

  8. Giacomo, mi hai tolto le parole di bocca: non è la prima volta! E’ quell’indignazione ansiosa e ansiogena e smortina che intriga e respinge.

  9. Ho appena visto l’aggiornamento youtube: mi è piacuta la Borromeo. Mi sento come chi h preso tre caffè a stomaco vuoto.

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