Oxiracetam – medicinale. Migliora memoria, concentrazione e vigilanza.
oggi non riesco a seguirvi!!!
@mara marino. Che succede? Proprio lei che è sempre lucida e spiritosa?
non so, avverto dopo il primo post di oggi una certa stanchezza e allo stesso tempo lo sconforto di chi si guarda intorno e nonostante voglia parlare d’altro non ci riesce. Non amo le frasi fatte ma, è come dire, la lingua batte dove il dente duole! O forse Torta voleva portarci su un piano puramente letterario ed io non l’ho capito e dunque seguito?
Cara Mara, Torta cazzeggia. Come sempre.
Dottor Torta… che poeta, che poesia, che delicatezza…pare un formaggino MIO.
Peccato che a me il formaggio non piaccia…
Torta, sei molto trendy. Basta guardare in giro tra i blog isolani. Grande!
@mara marino. Nuvole passeggere.
@Abbattiamo: colgo l’ironia? me lo sto chiedendo. Anch’io ho visto e letto la tendenza laconica e lapidaria e fintopseudo-ermetica con altissimo tasso di sdolcinatura languido-romatica di certa letteratura in auge. Non vorrei espormi troppo, ma lo faccio: bah!
Però Torta mi piace, anche se mi ricorda troppo il proibizionismo che osservo volontariamente da dieci anni: purtroppo niente cassata e neppure sette veli: un supplizio.
@gianni: penso proprio di sì. Anzi, non ho dubbi.
Calzolaio reinventore di tacchi perduti per strada
dimentica ciò che si è pestato
ma reclama il tuo contrappasso
di euri in eccesso
frullame di pezzato
brioscia nocciolata
e nulla v’è più da esigere
se non un digestivo
Che musica, maestro!
Nota a margine: Pezzato è una licenza poetica per pezzame
Cacciatorino ispirato,
divertimento assicurato!
(e il massimo che riesco a fare, pardon)
città di scogli
di maglie, di magli, di sbagli e sbadigli
madre resa dai travagli inattiva
sorella cattiva
città di esca viva
stanza seconda
città grassa e smilza,
città strozzata da indurita calza
di questuanti una sfilza
città del pane con la milza
stanza terza (e ultima)
città col de-cubito
città che non sente monito
assetata di pà-sito
affamata di bò-lito
deh! rutta!
Una raccolta di sonetti!
Tanto per stare al passo coi tempi, maestro!
Il deh è di ispirazione ecclesiastica. Come vede v’è spazio per le contaminazioni.
L’iniziatore insuperato rimane però l’ormai mio benjamino Torta.
L’arte non ha gabbie.
Però vi è errore nel mio eccesso di durezza. La suddetta forma in effetti richiede qualche sdolcinatura di più. Mi devo ancora fare le ossa. Cu’ sale.
Questa si intitola “In altri blog”:
Sento strillare sonore sirene
sulla stupidità scrivente siciliana.
Versi per vezzo
dal gusto indigesto
emanano olezzo
di idiota molesto.
(rima alternata!)
Versi cogli spilli
quanti mandrilli
Piiccole storie
sembrano scorie
Prese per i fondelli
quanti zimbelli
Putride rime
penoso mangime
Sciocchezze col botto
Meglio un biscotto
Sono un poeta
anzi un beota.
C’è la pallottola che fischia, appena sparata. La testa del killer si è mossa d’un soffio e l’ha schivata. Lui ha nervi saldi, scarica di magnum e poi subito ad incassare i soldi. La polvere da sparo non olet. Lui chi? Il mandante. Bocca cucita a doppia mandata.
Filastrocca del terremoto – da leggere e commentare con i bambini.
Bolle bolle il minestrone
in tv c’è un bel cartone
tutto è calmo stamattina
in salotto ed in cucina.
Sul divano gatto spillo
dorme, russa e sta tranquillo
ma ad un tratto c’è la scossa,
forte forte
grossa grossa.
Ogni bimbo bravo e saggio
non si perde di coraggio
(…)
Fonte repubblica.it
Sono le diciannove.
È quasi sera.
io voto per le rime diAbbattiamo. Torta lo preferisco nelle tradicronache
oggi è lunedì
domani sarà un martedì
Io verso
Tu versi
Egli versa
Noi versiamo
Voi ed essi?
Verso antagonista: versus
@rosipa: grazie. Mi voterà anche alle prossime europee? Ho deciso di adottare un “papi” anch’io e di candidarmi con tutti i crismi.
Lo slogan potrebbe essere Abbattiamo Palermo (o l’Italia). Per ricostruirla meglio.
Dovrebbe rievocare il famoso slogan degli anni Settanta: Palermo è bella, facciamola più bella.
Per essere in linea con il pensiero neomafioso di certi esponenti politici, sì.
Occhi sporgenti, colori sgargianti
lusso e timore in un sobrio rigore
Il desiderio non ha confini
spazio e tempo insieme bambini
In una cartolina ,arrivata nel pomeriggio
C’è un invito che strega
e il mio frigo si veste in grigio
Per la mostra di Gianni Allegra!
Faguni, wow!!!
Rime forzate
non sempre baciate.
Qui ci si crede per forza poeti
ma pure la metrica c’ha i suoi segreti
non bastan versi e parole assonanti
meglio tacere. I cialtroni son tanti!
Dono raro è l’ironia
in sé e negli altri
appare magia
per chi la coglie
larga è la via
chi non la conosce
orsù, vada via
Ciullo, Cielo!!
Non qui, Ciullo. E’ altrove che ci si crede poeti.
Forse ti sfugge l’ironia.
Che ciullo ciulli di più
e avendo così ciullato
meglio qui -oppure ugualmente altrove – vada ciurlando
Torta, più leggo i suoi versi più lacrimo. Dalle risate. Un capolavoro con un che di surreale.
La Strega a Torta
purchè non si ecciti troppo
LA Strega e LO Campiello?
E la mostra a Gianni Allegra
Da questa mattina più che mai lo Strega a Torta lo consegnerei a occhi chiusi. E qui mi fermo.
Oxiracetam – medicinale. Migliora memoria, concentrazione e vigilanza.
oggi non riesco a seguirvi!!!
@mara marino. Che succede? Proprio lei che è sempre lucida e spiritosa?
non so, avverto dopo il primo post di oggi una certa stanchezza e allo stesso tempo lo sconforto di chi si guarda intorno e nonostante voglia parlare d’altro non ci riesce. Non amo le frasi fatte ma, è come dire, la lingua batte dove il dente duole! O forse Torta voleva portarci su un piano puramente letterario ed io non l’ho capito e dunque seguito?
Cara Mara, Torta cazzeggia. Come sempre.
Dottor Torta… che poeta, che poesia, che delicatezza…pare un formaggino MIO.
Peccato che a me il formaggio non piaccia…
Torta, sei molto trendy. Basta guardare in giro tra i blog isolani. Grande!
@mara marino. Nuvole passeggere.
@Abbattiamo: colgo l’ironia? me lo sto chiedendo. Anch’io ho visto e letto la tendenza laconica e lapidaria e fintopseudo-ermetica con altissimo tasso di sdolcinatura languido-romatica di certa letteratura in auge. Non vorrei espormi troppo, ma lo faccio: bah!
Però Torta mi piace, anche se mi ricorda troppo il proibizionismo che osservo volontariamente da dieci anni: purtroppo niente cassata e neppure sette veli: un supplizio.
@gianni: penso proprio di sì. Anzi, non ho dubbi.
Calzolaio reinventore di tacchi perduti per strada
dimentica ciò che si è pestato
ma reclama il tuo contrappasso
di euri in eccesso
frullame di pezzato
brioscia nocciolata
e nulla v’è più da esigere
se non un digestivo
Che musica, maestro!
Nota a margine: Pezzato è una licenza poetica per pezzame
Cacciatorino ispirato,
divertimento assicurato!
(e il massimo che riesco a fare, pardon)
città di scogli
di maglie, di magli, di sbagli e sbadigli
madre resa dai travagli inattiva
sorella cattiva
città di esca viva
stanza seconda
città grassa e smilza,
città strozzata da indurita calza
di questuanti una sfilza
città del pane con la milza
stanza terza (e ultima)
città col de-cubito
città che non sente monito
assetata di pà-sito
affamata di bò-lito
deh! rutta!
Una raccolta di sonetti!
Tanto per stare al passo coi tempi, maestro!
Il deh è di ispirazione ecclesiastica. Come vede v’è spazio per le contaminazioni.
L’iniziatore insuperato rimane però l’ormai mio benjamino Torta.
L’arte non ha gabbie.
Però vi è errore nel mio eccesso di durezza. La suddetta forma in effetti richiede qualche sdolcinatura di più. Mi devo ancora fare le ossa. Cu’ sale.
Questa si intitola “In altri blog”:
Sento strillare sonore sirene
sulla stupidità scrivente siciliana.
Versi per vezzo
dal gusto indigesto
emanano olezzo
di idiota molesto.
(rima alternata!)
Versi cogli spilli
quanti mandrilli
Piiccole storie
sembrano scorie
Prese per i fondelli
quanti zimbelli
Putride rime
penoso mangime
Sciocchezze col botto
Meglio un biscotto
Sono un poeta
anzi un beota.
C’è la pallottola che fischia, appena sparata. La testa del killer si è mossa d’un soffio e l’ha schivata. Lui ha nervi saldi, scarica di magnum e poi subito ad incassare i soldi. La polvere da sparo non olet. Lui chi? Il mandante. Bocca cucita a doppia mandata.
Filastrocca del terremoto – da leggere e commentare con i bambini.
Bolle bolle il minestrone
in tv c’è un bel cartone
tutto è calmo stamattina
in salotto ed in cucina.
Sul divano gatto spillo
dorme, russa e sta tranquillo
ma ad un tratto c’è la scossa,
forte forte
grossa grossa.
Ogni bimbo bravo e saggio
non si perde di coraggio
(…)
Fonte repubblica.it
Sono le diciannove.
È quasi sera.
io voto per le rime diAbbattiamo. Torta lo preferisco nelle tradicronache
oggi è lunedì
domani sarà un martedì
Io verso
Tu versi
Egli versa
Noi versiamo
Voi ed essi?
Verso antagonista: versus
@rosipa: grazie. Mi voterà anche alle prossime europee? Ho deciso di adottare un “papi” anch’io e di candidarmi con tutti i crismi.
Lo slogan potrebbe essere Abbattiamo Palermo (o l’Italia). Per ricostruirla meglio.
Dovrebbe rievocare il famoso slogan degli anni Settanta: Palermo è bella, facciamola più bella.
Per essere in linea con il pensiero neomafioso di certi esponenti politici, sì.
Occhi sporgenti, colori sgargianti
lusso e timore in un sobrio rigore
Il desiderio non ha confini
spazio e tempo insieme bambini
In una cartolina ,arrivata nel pomeriggio
C’è un invito che strega
e il mio frigo si veste in grigio
Per la mostra di Gianni Allegra!
Faguni, wow!!!
Rime forzate
non sempre baciate.
Qui ci si crede per forza poeti
ma pure la metrica c’ha i suoi segreti
non bastan versi e parole assonanti
meglio tacere. I cialtroni son tanti!
Dono raro è l’ironia
in sé e negli altri
appare magia
per chi la coglie
larga è la via
chi non la conosce
orsù, vada via
Ciullo, Cielo!!
Non qui, Ciullo. E’ altrove che ci si crede poeti.
Forse ti sfugge l’ironia.
Che ciullo ciulli di più
e avendo così ciullato
meglio qui -oppure ugualmente altrove – vada ciurlando
Torta, più leggo i suoi versi più lacrimo. Dalle risate. Un capolavoro con un che di surreale.
La Strega a Torta
purchè non si ecciti troppo
LA Strega e LO Campiello?
E la mostra a Gianni Allegra
Da questa mattina più che mai lo Strega a Torta lo consegnerei a occhi chiusi. E qui mi fermo.