Vicky Gitto e Bin Laden

Ho tempi di reazione lentissimi, forse per questo sono un giornalista sfigato. Però ci sono spunti che non vanno abbandonati, anche se non nuovissimi. Lo scorso fine settimana al Blogfest, una specie di orgia senza godimento fisico organizzata da superblogger, è stato ospite un pubblicitario di successo, il palermitano Vicky Gitto. Durante il suo intervento, Gitto ha definito l’attentato alle Torri gemelle “un’idea della madonna”, con un “tasso di creatività altissimo”. Argomentazione: “Ho identificato un obiettivo, voglio raggiungerlo. Come faccio a raggiungerlo, riuscendo a ottenere la pressione media che questa gente è riuscita a ottenere senza spendere una lira?”. Constatazione: Bin Laden e compari “hanno cambiato la storia dell’umanità semplicemente con un’idea”.
L’argomento non è nuovo e sarebbe da stupidi inscatolarlo nel cartone anonimo della provocazione. La creatività può concedersi licenze che non implicano un giudizio sui fenomeni: è un’astronave che vola nella stratosfera e che vede gli uragani come pennellate bianche. La conta dei morti, il calcolo dei danni spettano ad altri. E’ il segreto dell’arte, che ha nella creatività un gemello eterozigote.
Però c’è altro di cui tener conto.
Se l’evento (drammatico, dirompente, atroce) è lo stimolo, la sua eco (drammatica, dirompente, atroce) ne è l’essenza, in un paradosso che solo i tempi moderni possono spiegare.
La vera “idea della madonna” non è quella di Bin Laden, ma eventualmente quella di Vicky Gitto che dal crimine di Bin Laden potrebbe trarre uno spunto creativo che distingua l’evento dalla sua eco. Gli artisti devono sconvolgerci con le loro opere, col frutto del loro lavoro. Per questo ci affascinano anche quando ci tramortiscono regalandoci emozioni storte. Bin Laden non ha cambiato la storia con un’idea, ma con un crimine. Le idee, noi che non viaggiamo su un’astronave ma al massimo in vespino, ce le aspettiamo da Vicky Gitto e dagli altri come lui. Insieme con qualche saggio ripensamento di cronaca.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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