Preti pedofili

Fa discutere il caso del video della Bbc sui preti pedofili che Santoro vorrebbe trasmettere in Italia e che viene osteggiato dal presidente della commissione di vigilanza Landolfi perché ritenuto arma di “un plotone di esecuzione contro la Chiesa”. In questo video, diffuso via internet già da tempo, si assiste – con tanto di sottotitoli in italiano – alla confessione ragionata di alcuni preti e si ipotizzano le responsabilità del Vaticano sulla gestione (scandalosa) dello scandalo. La Bbc non è TeleCaspiterina e il giornalismo, quello vero, non si arena sulle verità di facciata. Ho visto il servizio grazie al blog del mio amico Lesandro’s qualche giorno fa e sono rimasto stupito dalla sordità del sistema dell’informazione italiana. In Italia un portale come Libero lo ha messo online senza dover chiedere permesso a nessuno. Mi sembra singolare che si debbano usare guanti di piombo (altro che velluto!) quando una vicenda truce tocca i porporati, quasi che esistesse una zona franca, un idilliaco terreno erboso sul quale si possono compiere le peggiori nefandezze senza che si alzi un alito di vento. Siamo di fronte a un reato acclarato, a confessioni e conseguenze tangibili di quei fatti, a un problema sociale. Immaginate un Paese in cui le ammissioni di Mario Chiesa restino sepolte nelle melme del Craxismo, in cui le denunce di Libero Grassi siano relegate a una breve in cronaca, in cui inchieste scomode dal Watergate a Wanna Marchi non vedano la luce. Ecco quello è il Paese dei Landolfini, un luogo da evitare come il Congo del romanzo di Cricthon e anche molto prima. Quelli che tuonano per una “vendetta contro il family day” potrebbero smaltire la loro petomania contro lo stesso Santoro per un motivo molto più sensato: come fa un giornalista scoopista e intransigente ad arrivare con tanto ritardo?

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

13 commenti su “Preti pedofili”

  1. Preti e pedofilia: istruzioni per l’uso
    La pedofilia oltre ad essere un peccato mortale esecrabile è anche, non dimentichiamolo, un reato penale tra i più gravi, ma soprattutto è una malattia, una turba psichiatrica della quale sono affetti, volendo rimanere all’Italia, non meno di diecimila persone, mentre altre centomila hanno tendenze pedofile.
    Non bisogna perciò meravigliarsi se 10 – 15 di questi 10.000 siano preti, salvo che non si sia scoperta solo la punta di un iceberg più ampio e mostruoso.
    Si è molto discusso di un rapporto di causa ed effetto tra celibato e pedofilia e quasi tutti gli studiosi hanno escluso un legame, affermando che tra celibi o vedovi non vi sia questa tendenza, ma non si è tenuto conto che il celibato sacerdotale è un obbligo, non una scelta e che l’atmosfera sessuofobica che si respira nei seminari è soffocante ed induce alla deviazione del desiderio, il quale, nella maggior parte dei casi sfocia nell’omosessualità, praticata da una percentuale cospicua dei novizi, come è molto diffusa nelle caserme e nelle carceri e dovunque si creino in maniera innaturale delle concentrazioni stabili e forzate di soggetti dello stesso sesso.
    La repressione del sesso induce a concentrare le proprie energie in una causa. La Chiesa lo ha scoperto duemila anni prima dei guerrafondai dell’epoca vittoriana, Reich lo ha dimostrato in maniera inconfutabile cinquanta anni orsono.
    Per scegliere la castità ci vuole coraggio e maturità, oltre ad una chiara e solida vocazione. San Paolo dichiarava solennemente: “Se uno per dedicarsi a Dio deve ardere, si sposi, io nella castità sono felice”.
    Il rischio che l’obbligo del celibato possa attrarre giovani insicuri dalla personalità fragile, che non vogliono instaurare un rapporto con la donna e scelgano perciò di entrare nella Chiesa non è da trascurare e quando e se tale regola sarà abolita possiamo sperare che la qualità morale dei preti aumenterà. Il terzo millennio ed il terzo mondo hanno bisogno di sacerdoti eroi, solidi nella fede, ma anche nella mente.
    La strada scelta da Benedetto XVI, la tolleranza zero è una decisione lodabile e gli attacchi alla sua persona sono vergognosi, ma non bisogna intralciare il cammino della giustizia civile, che per quanto fallibile è l’unica a disposizione, almeno per i laici, i quali a differenza dei cattolici non possono contentarsi di una futura punizione divina.
    Achille della Ragione

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