Giornali, disastri, offese

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

Pagine dedicate ieri da la Repubblica al disastro di Viareggio: 11

Da E Polis: 4

Dal Giornale di Sicilia: 2,5

Prezzo in euro di una copia de la Repubblica: 1

Di E Polis: 0

Del Giornale di Sicilia: 1,10

Direttori del Corriere della Sera dal 1984 a oggi: 7

De la Repubblica: 2

Del Giornale di Sicilia: 1

Prenotazioni per l’abbonamento al Il Fatto, il nuovo giornale di Padellaro e Travaglio: 40.000

Copie vendute ogni giorno in media da Il Foglio: 20.000

Da Dolomiten: 50.000

Da Libero: 119.000

Firme finora raccolte da la Repubblica contro il provvedimento governativo ammazza-intercettazioni: 280.000

Deputati favorevoli al provvedimento (in sede di approvazione alla Camera): 318

Deputati contrari: 224

Data dell’ultimo comunicato stampa inserito nel sito di Diego Cammarata: 16-5-2007

In quello di Leoluca Orlando: 23-6-2009

Quante volte l’ex senatore di An, Nino Strano, ha ripetuto la  parola“cesso” a Palazzo Madama per apostrofare il collega dell’Udeur Nuccio Cusumano: 6

Quante volte ha ripetuto la parola “checca squallida”: 6

Quante volte ha ripetuto la parola “merda”: 4

Quante volte ha ripetuto altre parole di offesa di simile tenore: 9

Durata complessiva dell’attacco di Strano a Cusumano (in secondi): 70

Probabilità che ai siciliani venga evitato di trovarsi Strano come assessore regionale (alla Cultura): 0

Fonti: la Repubblica, E Polis, Giornale di Sicilia, l’AnteFatto, Ads (dati di vendita dei giornali riferiti al 2008), Wikipedia, Camera dei deputati, Diegocammarata.it, Leolucaorlando.it, YouTube, Striscia la Notizia.

Fischi di speranza

Berlusconi Napoli

Dobbiamo essere davvero alla frutta se siamo costretti a pesare, a esaminare persino reazioni disperate ed estemporanee come quelle degli abitanti di Viareggio che ieri hanno fischiato il premier Berlusconi al suo arrivo nei luoghi della tragedia.
Sì, alla frutta ci siamo. Il guaio è che non ci siamo arrivati dopo un lauto pasto, bensì dopo una lunga pena.
Il trarre speranza da un’isolata protesta- seppur inquadrata in un ambito di dolore e disperazione – è un modo come un altro per inventarsi un sussulto che rompa l’incantesimo della paralisi collettiva, per illudersi che ci siano sempre un dritto e un rovescio.
La contestazione del monarca a Viareggio potrebbe essere uno spartiacque tra ciò che è stato raccontato e ciò che è. L’idea che le emergenze debbano unire il popolo sotto un’unica spada è tipicamente americana: in Italia le emergenze hanno unito, al massimo, i portafogli di quattro corrotti.
E’ possibile che una fetta di popolazione (mi auguro sempre più ampia) decida che non vuol farsi consolare, assistere, guidare, rincretinire da un personaggio che ha pochi argomenti al di sopra della cintola. Ed è possibile che, nei momenti di difficoltà, venga fuori quel colpo di reni collettivo che serve per mettere l’Italia nelle mani di una persona autorevole, sobria, pulita, sincera. Tutto ciò che non è Silvio Berlusconi.

Nella foto, il dolore di Silvio Berlusconi dopo aver appreso la notizia dell’esplosione alla stazione di Viareggio.