Buon governo e buon costume

Occhio agli anni.

Nel 2006, per i cinquant’anni della moglie, Berlusconi a Marrakech si travestì da corteggiatore berbero e, al culmine di una danza araba tra l’impacciato e il travolgente, donò a Veronica una collana di diamanti.

Nel 2008 Veronica Lario dichiarò: “Da anni leggo notizie che riguardano il mio prossimo divorzio. Per quel che ne so io, non è nei miei piani”. Ieri, riferì il Corriere della sera, c’era anche lei alla grande festa di mezza estate che il Cavaliere ha organizzato per i tre nipotini.

Oggi Sabina Began, in un’intervista a Vanity Fair racconta il suo primo incontro con Silvio Berlusconi: “Fu una notte meravigliosa”. Avvenne il 29 agosto 2005, prima della danza araba, del travestimento da corteggiatore berbero, della collana di diamanti, della festa coi nipotini e di altre innumerevoli minchiate raccontate ai familiari e/o connazionali tutti.

 

Il ripetente

Continuo ad amare la famiglia così tanto che – contrariamente a quel che dice Bersani – me ne sono fatte due.

Quella di Berlusconi è una battuta vecchia come: “Ero così bravo a scuola che mi hanno fatto rimanere qualche anno in più”, frase pronunciata dall’asino della classe. Solo che un ripetente nessuno si sognava di eleggerlo rappresentante di classe.

Il premier ingrifato

La famosa crocerossina che ha fatto ingrifare il nostro ipersensibile premier non vi ricorda qualcuno?

Trecentomila euro al mese

Il premier non deve essere necessariamente uguale a tutti gli altri cittadini, ma deve essere rappresentativo di tutti gli altri cittadini. Il sistema di garanzie che lo circonda deve essere più forte per compensare una sovraesposizione che non è di casta, ma diretta emanazione di democrazia.
Quando però un premier può consentirsi di sborsare una somma mensile pari allo stipendio di trecento metalmeccanici per tacitare i suoi casini familiari, c’è da chiedersi quanto il sistema di garanzie che vale per la carica istituzionale sia suscettibile di modulazione.
Le democrazie ordinarie (quelle che preferisco) sono molto sensibili all’interazione tra denaro e diritto. Il primo è olio, infatti lubrifica anche i meccanismi più rugginosi. Il secondo è acqua, per tutti, accessibile, non limitabile.
Non a caso acqua e olio tendono a separarsi.

Parole

Parole, prima e dopo la duomata in faccia a Berlusconi.

Scarsa originalità
“Senza se e senza ma”.
Pier Ferdinando Casini, Pierluigi Bersan, Ferruccio De Bortoli e molti altri nel condannare la violenza.

Riciclaggio
“Ciarpame”.
Paolo Bonaiuti sulle dichiarazioni di Rosy Bindi, ma ben prima di lui Veronica Lario sulle amanti di Silvio Berlusconi.

Violenza verbale
«Siamo veloci di mano e di pallottole: da noi costano 300 lire (a proposito di certi magistrati non addomesticabili, ndr)»; «Sul fisco i nostri carri armati sono pronti»; «Se vince il no al referendum (sulla Devolution, ndr) del 25 e 26 giugno, ci saranno vie non democratiche per cambiare».
Umberto Bossi a go-go, anni prima del gesto dello scriteriato che ha ferito il premier.

Per le marchette? Appuntamento al cinema

Grazie a Raffaella Catalano.

Appello

C’è qualcuno che ha capito qualcosa della lettera di Veronica Lario stamattina sul Corriere?

Guerriglia annunciata

annozero

Al posto di Michele Santoro, io avrei cercato un altro argomento per la puntata di Annozero di stasera. Proprio se le va a cercare.

Disastri e rimedi

bertolaso

La vignetta è di Gianni Allegra.

Cari berlusconiani

bbCari berlusconiani,
mi rivolgo direttamente a voi e non al Popolo delle libertà, di cui siete parte, perché una cosa è essere di centrodestra, un’altra è essere berlusconiani.
Siete nella scomoda posizione di vincenti con un leader alla deriva.
Il credito internazionale di cui gode Berlusconi è a picco (non da ora, per la verità).
La sua condotta umana, viste anche le ultime vicende, è censurabile.
Le sue apparizioni in pubblico sono sempre occasione di grasse risate che poco hanno a che vedere col suo ruolo istituzionale.
Il suo governo si fonda sull’uso della forza, anche quando la ragionevolezza imporrebbe un barlume di dialogo.
La sua strategia prevede che non ci siano alfieri o torri, solo pedine da muovere per fare o evitare lo scacco.
La sua prospettiva coincide con la propria immortalità: dopo di lui il diluvio (e il fango già è alle ginocchia).
La vicenda innescata da donna Veronica è personale, è vero, ma anche indicativa. I giornali che spalleggiano Berlusconi invocano quasi la lapidazione della signora perché ha distratto il Gran Condottiero dalla guida del Paese. Non si interrogano però – loro e i fedeli scudieri del premier – su quanto lo stesso condottiero fosse già distratto di suo, tra attricette da raccomandare, veline da provinare per un seggio al Parlamento europeo, diciottenni da festeggiare.
La morale privata esce dai recinti della privacy quando l’interesse comune ne risente. E questa consapevolezza gli americani, che idolatrate quando sono sotto la guida di repubblicani un tantino spregiudicati (e vagamente guerrafondai), ce l’hanno eccome. E allora non sentitevi americani a giorni alterni.
Perché ostinarsi a difendere un personaggio che appare sempre più inaffidabile?
Perché non ammettere che il timone è nelle mani di un capitano ubriaco?
Temo che gli argomenti a difesa del vostro leader diverranno sempre più fragili.
Avete una maggioranza solida, garantita da una democrazia che sbandierate anche quando osservatori indipendenti stigmatizzano il franare di certe libertà in Italia.
Non serve un ammutinamento, semplicemente una presa di coscienza.
Chi crede di essere onnipotente usurpa un diritto anche a voi. Perché vi inganna tutti, pedine e aspiranti torri e alfieri (la regina se l’è venduta).