Crocetta e delizia

Non ho votato Rosario Crocetta, lo avrei fatto se non avesse condiviso (inspiegabilmente?) la sua strada con l’Udc, un partito che non ha nulla a che vedere con la sua storia di pilastro antimafia e di alfiere della libertà sessuale.
Eppure, ora che è stato eletto, sono contento. Per lui e per me.
Perché Rosario Crocetta è una delle persone più oneste che abbia conosciuto, perché ha la follia che serve per domare i contrattempi e perché un governatore omosessuale nell’isola del maschilismo più becero è una gran bella cosa.
Buon lavoro, governatore Crocetta, da uno che la contesta politicamente, ma che la stima personalmente.

Zitta

Il mio orientamento sessuale è l’eterosessualità, ma ce ne sono anche altri, come l’omosessualità e la pedofilia.

Secondo la parlamentare dell’Udc, Luisa Santolini, che con queste sciagurate parole è intervenuta ieri in Aula a Montecitorio durante la discussione generale sul testo di legge contro l’omofobia, l’omosessualità e la pedofilia (e forse anche l’eterosessualità) sono la stessa cosa.
In questi casi non si dovrebbero aprire dibattiti, non si dovrebbe sviluppare neanche l’embrione di una domanda. Basterebbero tre parole in coro pronunciate da tutti i colleghi della signora, senza timore di offenderla perché la realtà è a prova di querela.
Stai
zitta
stupida.

Giocatori

Se io gioco in una squadra è perché mi trovo bene in quella squadra. Magari il pubblico mi applaude pure, dopo aver pagato il biglietto.
Se io passo a un’altra squadra è perché mi hanno offerto di più, oppure perché in quell’altra mi trovo meglio. O ancora perché ha un pubblico migliore della prima.
Però non sto parlando di calcio.
Questo è quello che sta accadendo nella politica italiana. Con l’aggiunta di una sola, vergognosa, aggravante: i giocatori cambiano squadra mentre la partita è in corso.

Cambio


Ve la faccio breve perché so che la politica regionale primeggia su quella romana/nazionale solo perché riesce a far annoiare pure i mattoni.
In Sicilia il presidente Raffaele Lombardo ha cambiato la formazione e, quel che è peggio, il programma di governo. Non è la prima volta, nemmeno la seconda, e manco la terza…
Non ho fatto il tifo per lui né simpatizzo per la coalizione che lo ha sostenuto, però le leggi della democrazia hanno una sola controindicazione: se non rispettate, fanno incazzare quello che in un tempo ormai dimenticato si chiamava popolo.
Al posto di tutti quelli che hanno votato Pdl, o Forza Italia o Meno Male che Silvio c’è, al posto dei rassegnati del Pd, al posto degli enigmatici dell’Udc (l’Udc ha sempre un qualcosa di misterioso nel suo perpetuarsi), al posto dei commensali di Micciché  e degli apostoli di Fini mi arrabbierei davvero.
Il patto elettorale è una delle certezze sulle quali si regge la speranza di chi va a votare, una specie di buono benzina, un buono pasto, un rimborso per il disturbo di andare a cercare il certificato, ritardare il pranzo dai parenti, recarsi al seggio, sopportare la faccia cerea degli scrutatori, segnare qualche ics con una matita spuntata e tornare alla vita normale con l’illusione di aver appena compiuto un atto rivoluzionario.
Chi lo tradisce, fino a prova contraria, è un miserabile.

A dorso verso l’orizzonte

Adesso ci aspetta il mare aperto e l’orizzonte infinito, insidie e ostacoli li supereremo, non su una nave, ma sul dorso dell’appartenenza.

Saverio Romano, segretario regionale dimissionario dell’Udc.

Parlando di nuoto, più che il dorso sarebbe consono lo stile libero.