Se il sindaco lo sa fare

Leoluca Orlando il sindaco lo sa fare

Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

La città è sprofondata nel fango alla prima pioggia autunnale, domenica scorsa come ineluttabilmente negli anni passati. Accadeva con Cammarata e con gli altri sindaci, non doveva accadere con Orlando? Siccome la rassegnazione non dà conforto, la risposta è no: non doveva accadere. Continua a leggere Se il sindaco lo sa fare

Viva Palermo con quel che ne consegue

Ieri dopo quattro anni Palermo ha ritrovato un sindaco nel giorno della più importante festa della città. Un sindaco che ha lanciato, dal carro della Santuzza, quelle poche parole incatenate che suggellano un rito secolare. Le tradizioni sono il cemento della civiltà e per troppo tempo sono state negate alla mia città. Ne scrissi qualche tempo fa e mi sembra ieri. Solo che per fortuna non lo è. Ieri c’era un sindaco in carne e ossa e non un fantasma.

Il sindaco di un altro tempo

Il neo sindaco di Trapani, Vito Damiano, si presenta ai ragazzi della sua città dicendo che di mafia è meglio non parlarne più “perché le si dà importanza e poi i giovani si spaventano”.  Tipico caso di concetto imbottito di preconcetti.
Questo guardare oltre senza guardarsi dentro, questa debordante superficialità e questo discettare per assiomi sono atteggiamenti tristemente noti in Sicilia, e non da ieri. Negli anni Sessanta c’erano cardinali che negavamo l’esistenza della mafia mentre saltavano in aria le prime auto imbottite di esplosivo. Il modo più idoneo di fronteggiare cosa nostra era non parlarne: come quei bambini che chiudendo gli occhi credono di non esser più visti.
Il sindaco Damiano è un ex generale dei carabinieri ed è del Pdl, ha quindi tutte le carte in regola per parlare del fenomeno mafioso. Eppure sceglie di non farlo per non turbare i giovani.
Prima o poi qualcuno gli dovrà spiegare che il suo ruolo non è distribuire manciate di reticenza né sollevare calici di qualunquismo, ma gestire la realtà. Non i suoi confini.

Un uomo corre da solo

Della Rete (maiuscola), che da semplice movimento era diventato imponente soggetto politico, non è rimasto un solo nodo utile, solo pesci morti. Eppure noi c’eravamo, gentile professore, noi eravamo quella marea silenziosa che inondava le strade per seguirla nei cortei antimafia. Noi la sorreggevamo nel duello cruento con una parte dell’estabilishment cittadino (imprenditori, giornalisti, magistrati) che brandiva un garantismo peloso quantomeno sospetto (per non parlare d’altro). Noi facevamo il tifo per lei come se fosse un campione sportivo, l’ascoltavamo come un mahatma.
Lei ha creduto di poter continuare a correre da solo. E ha sbagliato per nobiltà d’animo e triste presunzione.

All’indomani della bruciante vittoria di Diego Cammarata a Palermo, nel maggio del 2007, scrissi questa lettera aperta a Leoluca Orlando. Oggi politicamente gli scenari sono cambiati, ma Orlando è sempre lo stesso solista. Se la politica fosse una gara di braccio di ferro lui sarebbe un campione pressoché imbattuto. Invece è un gioco di squadra e i muscoli di uno solo non bastano.
Non prendetela come una dichiarazione di voto – ancora non ho deciso – ma come un auspicio. Che venga un sindaco che sappia farsi moltitudine.

Scoop e dintorni

Oggi su diPalermo abbiamo fatto uno scoop niente male: abbiamo scoperto che tutti i dati forniti dal Comune di Palermo sulle elezioni amministrative 2012 sono sbagliati.
La notizia è finita su tutti giornali, siti web e telegiornali. In molti hanno citato – come è giusto in questi casi – la fonte dello scoop (La Repubblica, Skytg24, Il Corriere della Sera, Livesicilia, eccetera). Altri se lo sono dimenticati. Altri ancora hanno fatto i salti mortali non solo per evitare di nominarci, ma addirittura per minimizzare l’importanza della notizia (che alla fine è venuta comunque fuori in tutta la sua dirompenza).  Ecco, a quest’ultimi vorrei rivolgere un abbraccio affettuoso. Perché so che hanno rosicato con grande sofferenza.

Let’s tweet again / 5

Su Twitter, ieri (short version).

Candidature

A Palermo dopo la tempesta epocale delle primarie, il centrosinistra ha un suo candidato ufficiale (almeno per il momento). Si chiama Fabrizio Ferrandelli e dietro la sua candidatura ci sono almeno un’inchiesta giudiziaria, veleni e cambi di bandiera. Insomma, potrebbe essere il candidato ideale del centrodestra.

Nel mondo tutto si trasforma. In politica tutto diviene. A Palermo tutto precipita.

Sorridenti davanti alla fine

Leggo articoli come questo e sorrido. Certo, è difficile sorridere quando la barca sta affondando. Però, anche nel momento più drammatico c’è un dialogo con la propria coscienza che ti rasserena: ho fatto quel che potevo? Ho dato l’allarme per tempo? Ho lasciato che gli altri mi maledicessero per le mie infauste premonizioni? Mi sono dissociato in modo evidente? Ho messo la mia faccia e il mio nome a testimonianza di un dissenso civile ed eppure fermo? Sono stato sufficientemente chiaro?
Al bando le false modestie: ditemi se questo non è un allarme che avevamo lanciato anni fa.

P.S.
Quest’ultimo link necessita di un po’ di tempo per essere esplorato in modo completo. Vi chiedo scusa.

P.P.S.
Resta il celebre video dei Beati Cavoli a svelare il trucco del sindaco invisibile.

Nemmeno Eric Clapton

Provate a digitare su Google i nomi di quattro sindaci.

Rosa Russo Iervolino.

Gianni Alemanno.

Letizia Moratti.

E Diego Cammarata.

Notate niente di strano?

P.S.
I suggerimenti di Google non risentono delle simpatie o delle antipatie dell’autore di questo blog, ma sono una cartina di tornasole delle ricerche effettuate nel web.

 

Tolta Milano

Secondo il coordinatore del Pdl Denis Verdini, tolta Milano, l’ultima tornata elettorale è stata “sostanzialmente un pareggio”.
Analizzare i numeri senza pesarli, come fa Verdini, è un’operazione che comporta lo spargimento di un irritante tasso di arbitrarietà.
Però a lui questo gioco piace. E allora diamogli altri esempi su cui cimentarsi con ammirevole sprezzo del senso del ridicolo.

Tolto Horace Nelson, Trafalgar sarebbe stata un pareggio?

Tolta Hiroshima, la seconda guerra mondiale sarebbe stata un pareggio?

E tolto l’arbitro Gonella, la finale di coppa Italia del ’74 come sarebbe finita?