E al cospetto del re Sassicaia ci finimmo davvero

Lo scorso anno scrissi di una bottiglia di Sassicaia e delle magie legate a quel vino. L’indomani mi arrivò un’e-mail di ringraziamento dal direttore della Tenuta San Guido che ci invitava in azienda per una visita. Mi sembrava un puro esercizio di cortesia per un post che effettivamente celebrava le meraviglie di quel vino.
E invece.
E invece qualche giorno fa ci siamo ritrovati a Bolgheri, nell’austera tenuta del marchese Incisa a vivere l’incanto della storia di uno dei vini più famosi del mondo. E, ovviamente, a degustare con adeguato trasporto.
Le emozioni di una visita riservata interamente a noi, lontana quindi dal clamore pubblicitario dei tour guidati tipo “gruppo vacanze”, le tengo lontane da queste pagine, per non tradire il patto non scritto sull’elegante riservatezza di un’azienda che non cerca comode postazioni sotto i riflettori. Però ricordatevi che dietro una buona bottiglia c’è sempre buona gente, e che il vino – a differenza del poker e della politica – non conosce bluff.
Pensateci quando avrete la fortuna di assaggiare un Sassicaia (magari del 2004).

Al cospetto del re Sassicaia

Un’esperienza indimenticabile. Ho avuto il piacere di assaggiare un Sassicaia e sono rimasto incantato. Non sono enologo, né aspiro a diventarlo. Semplicemente mi piace bere bene e ieri mi sono trovato al cospetto di un gigante mondiale del vino.
Non mi dilungherò in dati olfattivi o in disquisizioni sui millesimi, dico solo che per capire perché un vino può arrivare a costare tanto c’è solo una cosa da fare: assaggiarlo.
Io ad esempio ho scoperto una tridimensionalità dell’aroma (i puristi mi perdonino se non uso i termini tecnicamente appropriati) che non immaginavo. Non c’è un profumo solo, ce ne sono diversi tutti ben distinti. E poi il gusto tondo, la perfetta persistenza in bocca. Sontuoso ma non pesante, immenso ma non ingombrante.
Un’opera d’arte, credetemi.