A proposito di Renato Farina

Renato Farina, il personaggio radiato dall’Ordine dei giornalisti per aver pubblicato notizie false su commissione dei servizi segreti italiani, condannato per favoreggiamento nel caso Abu Omar nonché per falso in atto pubblico dopo aver introdotto in carcere (durante una fondamentale visita a Lele Mora) una persona che non ne aveva titolo, è naturalmente anche un deputato della Repubblica: ci mancherebbe altro, con questo curriculum.
Come sapete Farina è anche il protagonista occulto, o meglio vigliacco, del caso Sallusti cioè l’autore anonimo dell’articolo incriminato. Solo l’altro giorno, dopo molti anni trascorsi a rintanarsi sotto gli impermeabili degli agenti del Sismi, il nostro personaggio ha trovato il coraggio di ammettere le sue responsabilità quando ormai la frittata era fatta.
E’ insomma uno che della segretezza storta, del trasversalismo bieco e della doppiezza, ha fatto uno stile di vita. Per questo, spulciando nella sua attività di parlamentare, mi ha colpito una delle sue più recenti interpellanze, dedicata alla pubblicazione delle carte segrete del Papa. Prendendo spunto da articoli del Corriere della Sera e del settimanale Sette, l’infarinato Farina tuona contro “tali notizie di stampa”… che “danno conto di patenti violazioni della segretezza delle comunicazioni private e della pubblicazione di documenti riservati di uno Stato amico”.
Tutto chiaro?
L’esperto della disinformazione a pagamento – perché i Servizi lo pagavano per pubblicare falsità, secondo sua stessa ammissione – se la prende con l’informazione ordinaria. E lo fa firmando un atto pubblico, in veste di rappresentante dei cittadini.
Se nessuno ancora ha il coraggio di prenderlo a calci in culo, è provato che siamo un Paese senza speranza.

Alta marea

il giornale

Il Giornale usa le solite argomentazioni sottili. Solo che stavolta il fine pensatore Renato Farina si è distratto: nel manicomio, ieri, c’era anche il loro leader, il mahatma Feltri, che ha fatto bene il suo mestiere di cecchino in giacca e cravatta.  Farina non ha fatto in tempo ad accorgersene prima di essere sommerso dall’alta marea di fango.