La torre d’avorio dei privilegi

torre d'avorioUn estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

Si dicono pronti alle barricate. E non è certo in strada o in ufficio che si blinderanno, che resisteranno, ma in una torre d’avorio. Il luogo dell’elitarismo economico, del privilegio ingiusto e ingiustificato è sempre la Regione, ma stavolta non sono gli onorevoli deputati a opporsi al cambiamento che da quelle parti chiamano vessazione e nel resto del mondo è definito equiparazione. La battaglia, che si annuncia sanguinosa, è condotta dai dipendenti regionali di vecchia data, quelli assunti prima del 1986 (gli altri sono incolpevoli spettatori), e da una compagine sindacale che è infarcita – guarda un po’ – di regionali con quella cruciale anzianità. Nella Finanziaria crocettiana sono previsti, tra le altre cose, il loro allineamento al trattamento pensionistico degli statali e una sforbiciatina alle ore di permesso sindacale: insomma un po’ più di uguaglianza rispetto al resto d’Italia (…). Ma i barricaderi non ci stanno a cedere di un millimetro e snobbano persino la circostanza che l’odiata finanziaria regionale in realtà gli regala un’uscita di sicurezza in più per la pensione. Quindi via a sit-in, occupazioni e cortei. Con un’argomentazione geniale: “Se i tagli risolvessero i problemi della Sicilia, li accetteremmo”. Traduzione: o un taglio è drastico o non lo si fa. Traduzione della traduzione: per un certo sindacato la migliore soluzione di un problema è additare un problema più grande.

Faccione bronzeo

Alle ultime elezioni regionali avevo votato Pd perché ritenevo pericolosa l’ascesa dell’Mpa di Raffaele Lombardo e perché non mi piaceva lo strapotere del centrodestra. Sapevo e/o temevo che il centrosinistra non ce l’avrebbe fatta, ma speravo in un’opposizione magari non proprio eroica ma tenace.
Lombardo vinse e il centrodestra col quale doveva governare finì presto all’opposizione soppiantato dal Pd, il mio partito, che si alleò con colui il quale non avrei mai votato.
Ieri ho visto i manifesti di uno di questi dinosauri della sinistra, un  professionista dello scranno, uno che se non facesse il deputato regionale non avrebbe come campare. Si candida di nuovo e promette battaglia, coerenza e blabla contro l’Mpa, contro il centrodestra.
Questo signore ha un faccione tondo e colorito. Sembra bronzo.

Polverini di stelle

da Libero-news.

Censo e incenso

Mi sembra che i risultati elettorali siano in linea con il principio di moderna oligarchia (governa chi ha i soldi per la chirurgia estetica e per un capospalla di Brioni o di Corneliani) che rende l’Italia un paese unico nella stratosfera. Traduco: di consumare le suole e andare a votare non gliene frega a (quasi) nessuno, tranne a quelli che hanno un interesse da preservare. E – vi prego di credermi – lo dico senza una tara partitica.
In origine i voti si contavano. Oggi si pesano.
Dalle regole della democrazia a quelle del mercato (inteso come luogo di compravendita).

Grazie alla Contessa per avermi spiegato chi e cosa sono Brioni e Corneliani.

Cari lettori, non siamo fessi

Sembra che il dato rilevante di queste elezioni sia la scarsissima affluenza alle urne.
Se fossi il direttore di un giornale proibirei di titolare su questo elemento (mentre vedrete che oggi i quotidiani lo porranno in evidenza) a meno che non ci fosse una postilla in prima pagina: “Cari lettori, non siamo fessi”.
Perché stupirsi (quindi farne una notizia) di un evento abbondantemente annunciato è un po’ da ingenuotti.
Se tu non spieghi alle persone cosa accade se vanno a votare – ergo se non dai modo ai candidati di esporre i programmi – perché mai le suddette persone dovrebbero andare a votare?
Se il premier evita qualsiasi confronto diretto con il capo dell’opposizione sui temi cruciali della competizione elettorale e poi, previo blocco dei programmi sgraditi, fa un comizio a poche ore dal voto sui principali telegiornali nazionali, perché mai un cittadino dovrebbe appassionarsi a una storia già scritta, una musica già suonata, un film già vecchio?
La scarsa affluenza alle urne – ma potrei sbagliare – è il risultato aritmetico dei colpevoli menefreghismi (endemici) e di un’ignoranza endemica (colpevole).
Tutto previsto, tutto noto, come marzo pazzo, come trenta dì conta novembre e come natale con i tuoi.
Solo che a Capodanno con chi vuoi i giornali non dedicano il titolo di apertura, senza opportuna postilla che spieghi (non so come): “Cari lettori, non siamo fessi”.

Nulla di strano

Su Myspace c’è un’ampia galleria fotografica dedicata a questa bella signorina.

Direte: beh, che c’è di strano?
Nulla.
Infatti scorrendo le foto si arriva a quest’altra immagine.

Secondo voi la lista Scopelliti a che partito fa capo?

A garanzia della democrazia

A garanzia della democrazia si sospendono tutti i talk show cioè le trasmissioni in cui si parla dei pericoli che corre la democrazia quando un giorno arriva qualcuno che decide che a garanzia della democrazia è giusto sospendere le trasmissioni in cui si parla dei pericoli che corre la democrazia.