Siete a casa vostra

rapinatori

Siete a casa vostra, con moglie, figli e nipoti. Non vi sentite al sicuro, come invece dovrebbe essere, perché i ladri hanno violato il vostro spazio non una ma quattro volte. Per questo avete fatto una virata drammatica nel circuito delle vostre scelte: per una vita avete tenuto in mano strumenti musicali (dato che li vendevate), ora avete scelto di tenere in mano una pistola. La musica inebria ma non serve a un cazzo quando vi hanno fregato pure il lettore cd. Continua a leggere Siete a casa vostra

Orgoglio e giudizio

Accade questo. A Palermo un imprenditore subisce da anni rapine nei suoi negozi. Qualche giorno fa, dopo l’ennesimo colpo, decide di mettere online su diPalermo il filmato delle telecamere di sicurezza in cui si vedono chiaramente i volti dei due rapinatori. Ieri, a tempo record, i criminali vengono fermati dai carabinieri e riconosciuti dai testimoni. Per la prima volta l’imprenditore avrà qualcuno contro cui costituirsi parte civile.
Tutto lineare, semplice, diretto.
Azione, conseguenza. Senza orpelli e passi forzati.
Il primo che parla di giustizia sommaria o di clima da far west vince un viaggio premio nel Medioevo.

Liberaci dal prosciutto

Non esistono città sbagliate. Esistono uomini sbagliati.

Su diPalermo Francesco Massaro dice con semplicità quello che molti hanno paura persino di sussurrare. E cioè che se un delinquente muore durante una rapina, in fondo bisogna tenere conto che se l’è andata a cercare (lo so, è brutto da sentire o da leggere) e la società non deve per forza sentirsi colpevole. La violenza e la sopraffazione non si combattono con le minestrine dei buoni sentimenti, ma con la certezza delle conseguenze che la natura stessa ci consegna: se impugni una pistola, quella pistola potrà ucciderti; se vivi nel male, quel male potrà toccarti.
E per dire/pensare queste cose nell’anno di grazia 2012 non bisogna necessariamente essere fascisti. Basta vivere con gli occhi aperti e lasciare il prosciutto nel piatto.