Se il sindaco lo sa fare

Leoluca Orlando il sindaco lo sa fare

Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

La città è sprofondata nel fango alla prima pioggia autunnale, domenica scorsa come ineluttabilmente negli anni passati. Accadeva con Cammarata e con gli altri sindaci, non doveva accadere con Orlando? Siccome la rassegnazione non dà conforto, la risposta è no: non doveva accadere. Continua a leggere Se il sindaco lo sa fare

Berlusconi e i miracoli in Sicilia

Berlusconi a Lampedusa

Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

Datemi un’emergenza e vi stupirò. L’arte di Berlusconi è sempre stata quella di apparire come un messia nel momento immediatamente precedente al disastro e di esibirsi non in un normale salvataggio, ma come minimo in un miracolo. Per elementare conseguenza la Sicilia, che di miracoli si è sempre vanamente alimentata, è stata il suo tempio preferito, il luogo in cui celebrare il rito della promessa salvifica: né pani né pesci da moltiplicare, ma milioni di euro da far piovere dal cielo. E dopo decenni di dominio incontrastato sulla terra che le emergenze se proprio non le trova se le inventa, si può essere certi che non sarà una condanna seppur definitiva a cancellare la memoria di certi prodigi del Berlusconi più siculo dei siculi, camaleontico per furba sintonia coi problemi altrui. Continua a leggere Berlusconi e i miracoli in Sicilia

Coraggio, rispondigli

Visto su Twitter grazie a @nonleggerlo

Anche gli asini voleranno

Al contrario di quel che si può credere, le promesse elettorali del grande elargitore di promesse elettorali sono preziose per il futuro di questo paese. Se infatti si accetta come plausibile il foraggiamento degli elettori a colpi di migliaia di euro, è evidente che si accetta come plausibile un governo costruito sulle favole, per non dire sulle menzogne.
Il tasso di inquinamento morale dell’Italia avrà una sua misura definitiva il giorno dopo le elezioni. Mai come adesso una maggioranza parlamentare sarà lo specchio dell’elettorato: se vincerà il partito delle grandi promesse, vorrà dire che avremo risolto anche il problema dei trasporti urbani. Perché persino gli asini voleranno.

Non a caso ha le gambe corte

Il partito delle illusioni

C’è un movimento che prende piede nella rete che si chiama #formattiamoilpdl e che, come si intuisce, vuole cambiare il Pdl. Anzi, citando testualmente i promotori, “vuole cambiare in meglio il Pdl”, come se si contrapponesse a un gruppo che lo vuole cambiare in peggio.
A parte l’iniziativa meritoria di battersi per un’idea, c’è però un aspetto molto singolare che va sottolineato. Come si può migliorare un partito che dal suo esordio ha prodotto solo disastri? A quale fonte di ottimismo e buona fede si attinge per sostenere un gruppo di politici che in vent’anni si è occupato esclusivamente di leggi ad personam e di favoritismi?
Il movimento dei “formattatori” ha sicuramente un’intenzione nobile, ma rischia di passare alla storia come quell’architetto che, costruito un immenso castello di sabbia, riuscì ad abitarci sin quando dal cielo non cadde la prima goccia di pioggia. Tutto è possibile, ma non tutto è plausibile.
Il Pdl è il partito col più alto tasso di promesse non mantenute. Serve davvero che qualcuno gli dia la possibilità di vendere altre illusioni?

Promesse e manganelli

Delitto (a L’Aquila)

e castigo (a Roma)