Clienti, non cretini

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

I giornali che celebrano i conti in attivo di un giornale mi sembrano zombie che festeggiano la morte definitiva di un collega. Non importa l’approdo, ciò che vale è il cambiamento di rotta, qualunque esso sia.
Pare che il Seattle Times abbia superato la crisi che lo attanagliava, riducendo un po’ l’organico e puntando definitivamente sulle notizie. Che, se ci pensate, sono provvedimenti scontati. Eppure lì si sono messi d’impegno (cronaca locale e inchieste con piglio investigativo) e i lettori hanno premiato la qualità.
Senza voler togliere fascino al mestiere di giornalista, va detto che sempre di commercio si tratta. Che siano notizie o pacchi di pasta, se sugli scaffali si mettono in vendita prodotti di buona qualità, con prezzo congruo, confezione giusta e adeguata promozione, è difficile che il cliente non faccia il suo mestiere: che è quello di scegliere il meglio per sé, senza svenarsi e senza avvertire la sensazione che qualcuno voglia fregarlo.
Eppure leggendo i giornali italiani, con qualche eccezione, sembra – ancora per metafora – di essere in qualche autogrill della bassa padana, dove trovi parmigiano e quarti di prosciutto talmente ben posizionati, illuminati, confezionati da non accorgerti che se li comprassi dal salumiere sotto casa risparmieresti denaro e guadagneresti salute.