Si Salvo chi può

Dunque c’è un’inchiesta, quella sulla strage di via d’Amelio, condotta in modo infame per 25 anni, con un depistaggio che in un Paese civile dovrebbe vedere i responsabili in galera e non freschi come quarti di pollo in una tavola di vegetariani. C’è un rosario di omissioni, di traccheggi, di atroci bugie che si arricchisce di giorno in giorno di nuovi grani. C’è una pattuglia di magistrati che ha sonnecchiato per decenni frequentando convegni e riviste (con più pagine che lettori) anziché uffici giudiziari. Ci sono poliziotti che adesso sono sott’inchiesta per aver costruito ad arte uno pseudo-pentito, Vincenzo Scarantino, e aver aggiustato le sue dichiarazioni incolpando innocenti e proteggendo i veri colpevoli. C’è tutto questo (e molto altro) dietro l’indagine infame che per decenni ha protetto un patto criminale con uomini delle istituzioni protagonisti. E che fa la procura di Catania? Mette sotto inchiesta Salvo Palazzolo, il cronista che ha raccontato ciò che tutti noi dobbiamo sapere. Lo fa con una solerzia quantomeno sospetta, probabilmente perché i nomi coinvolti sono illustri e perché la polvere sollevata tende a coprire quella che per troppo tempo ha riempito i fascicoli di un’indagine dai risvolti mostruosi. Poi chissà, canis canem non est.
Ci sarebbe da ridere se non fosse terrorizzante.

La via giudiziaria contro gli odiatori del web

L’articolo pubblicato oggi su la Repubblica.

L’inchiesta giudiziaria della Procura di Palermo contro i farabutti che, il mese scorso, presero di mira con insulti e minacce sui social il presidente Mattarella nel caos della formazione di un nuovo governo, è un raggio di sole nel buio della nullocrazia. La crisi di valori che questo Paese sta vivendo è strettamente legata a un potere che si alimenta di odio compulsivo e uso fraudolento dell’incultura. Trascinare davanti a un giudice e condannare chi offende e infanga sul web come se l’impalpabilità dei byte concedesse una sorta di impunità, significa ricordare a tutti, cittadini reali e patetici avatar, che l’ignoranza se è colpevole deve essere punita in modo esemplare. Sinora, con eclatanti esempi internazionali, la maggior parte dei tentativi di riallineamento della realtà dei social network con quella, vera, dei diritti e dei doveri è fallita. La via giudiziaria è l’ultima spiaggia per scardinare le echo-chambers degli odiatori. Per ripartire da una regola semplice delle vite non qualunque: la volgarità è una scorciatoia, la dignità è una fatica.

Morto un Cossiga…

…atroce è il mio rammarico per una campagna violenta e irresponsabile di insinuazioni e di escogitazioni ingiuriose cui era stato di recente pubblicamente esposto, senza alcun rispetto per la sua storia e la sua sensibilità di magistrato intemerato, che ha fatto onore all’amministrazione della giustizia del nostro Paese.

Col messaggio di cordoglio per la morte di Loris D’Ambrosio, il presidente Napolitano entra in guerra con la Procura di Palermo. Insomma se prima si parlava di conflitto istituzionale, adesso mancano solo i cazzotti.

Pare

Pare che tra le carte dei pm napoletani coperte ancora da segreto ci sia un’intercettazione del premier che ha qualcosa a che fare con le dimissioni di Jürgen Stark dalla Banca centrale europea. E non è nulla che riguardi i titoli di Stato o l’economia in genere. Pare.

Incontentabili

Ufficialmente l’azione politica del centrodestra in tema di giustizia tende al rafforzamento del principio della terzietà del giudice. Poi però, appena un giudice terzo non si allinea ai pm – e quindi incarna la terzietà in modo esemplare – qualcuno nel centrodestra si incazza. Insomma, per certi incontentabili un giudice indipendente deve assolvere sempre i politici. Altrimenti è un ingranaggio del grande complotto.

Lasciate stare Sara Tommasi

«Il mio lavoro mi porta a contatto con un certo ambiente e con personaggi del calibro di Berlusconi, Gheddafi, Putin. Non mi pento di niente, cosa avrei dovuto fare? Non lavorare nello spettacolo?».
Corriere, 9 febbraio

«Il mio problema è un impulso insopprimibile a fare sesso. Ma non sono una prostituta. È che mi sciolgono la droga nei bicchieri… Certo, se un ministro mi offrisse 15mila euro… ma è solo un’ipotesi».
Novella 2000 di questa settimana

“Riprendi subito Ron (Ronaldinho, ndr) nella tua squadra di m… o ti faccio escludere da Obama dai Grandi del mondo”.
Sms inviato a Berlusconi il 15 gennaio 2011

Le tre frasi appartengono alla starlette Sara Tommasi, una che in un qualsiasi altro Paese sarebbe rimasta a fare l’aspirante velina, modella, attrice, miss, in attesa di un momento buono, di un’ispirazione o chissà di una immancabile spintarella da parte del produttore bavoso e maneggione, e che invece è diventata un elemento chiave dell’iniziativa giudiziaria contro Silvio Berlusconi.
Nelle intercettazioni della signorina Tommasi c’è tutto e l’abbozzo di tutto, come del resto nelle sue impervie dichiarazioni alla stampa. Il suo sms su Obama e Ronaldinho passerà alla storia come la cazzata più solenne della storia moderna, dopo il voto della Camera su “Ruby nipote di Mubarak”. Una di quelle frasi che gli scrittori vorrebbero mettere nei libri se il pudore di dover tramandare qualcosa ad anime innocenti non fosse un’umana barriera contro l’imbarbarimento dei tempi da narrare.
Perché Sara Tommasi è – diciamolo – una testimone impresentabile. Una che cita il presidente degli Usa e un calciatore famoso con la stessa disinvoltura con la quale manda a fare in culo un premier che, probabilmente, non l’ha mai calcolata più di quel che gli serviva. Una che si credeva al centro di un mondo che non la comprendeva. Una che probabilmente ha perso la luce della logica nel buio della personale delusione.
La Tommasi non è e non potrà mai essere una vera teste d’accusa contro Berlusconi, ma al contrario sarà l’appiglio ideale per i suoi difensori: disordinata, incoerente, pacchiana, esagerata. Una di quelle che sa le cose perché gliele ha dette suo cuggino… E che si vanta di amicizie tanto fantasmagoriche quanto ridicole. Sara Tommasi si sente una first lady tradita, e sembra non aver contezza di non essere first, di non essere lady e di non essere nemmeno tradita (il tradimento si riserva alle persone che hanno un peso oggettivo).
Se fossi un magistrato non mi sognerei nemmeno di valutare i verbali di una persona con un simile disordine interiore. Al limite girerei tutto al suo medico curante.

Grazie alla Contessa.

La Costituzione violata

Secondo i legali del premier, la Procura di Milano viola la Costituzione. Però questo governo ha un’idea non proprio positiva della Costituzione: infatti, ritenendola vecchia e inadatta, sta tentando diperatamente di cambiarla (stravolgerla?).
Quindi che senso ha appellarsi al rispetto di una carta che non si riconosce?

Arresto o non arresto?

La Repubblica annuncia la richiesta di arresto del governatore della Sicilia Raffaele Lombardo. La Procura della Repubblica di Catania smentisce.

Non ci sono più le sane fughe di notizie di una volta.

Magistrati, poliziotti, cronisti

il boss domenico raccuglia

Su I love Sicilia di questo mese.

Posti da coprire nell’organico dei magistrati della Procura di Palermo: 16

Aspiranti a uno di questi posti in occasione dell’ultimo concorso: 0

Posti da coprire nell’organico della Procura di Messina: 5

Aspiranti: 0

Posti da coprire nell’organico della Procura di Caltanissetta: 4

Aspiranti: 0

Processi penali arretrati in Italia: 5.200.000

Prescrizioni all’anno: 200.000

Ore di straordinario effettuate in un mese dai poliziotti che hanno arrestato il boss Domenico Raccuglia: 100

Ore riconosciute: 55

Pagate: 36

Uomini di scorta a Salvatore Cuffaro quand’era governatore della Sicilia: 6

Uomini di scorta del governatore della Sicilia Raffaele Lombardo: 18

Migliaia di euro stanziati nel 2009 dalla Regione siciliana per l’Istituto superiore di giornalismo di Palermo: 608

Giornalisti sfornati finora dall’Istituto: 0

Fonti: Csm, Dossier Radicali Italiani, La Repubblica, Ansa, Giornale di Sicilia, Live Sicilia.

Procura calda

di L’Avvelenata

Oggi si è insediato il nuovo capo della Procura di Bari.
Una sede “calda”. Quella dove Tarantini e le escort berlusconiane sono al centro della nota inchiesta.
L’avvicendamento al vertice sarà di certo un fatto normale e magari stabilito da chissà quanto tempo.
Però non nego che mi piacerebbe avere conferma che sia così.