Se non è breve, sarà lungo

Ci avevano tentato con processo breve, ora ci tentano con processo lungo. Pur di salvare Berlusconi dai suoi casini giudiziari, la maggioranza aziendalista di governo è costretta a inventarsi ogni giorno qualcosa e il suo contrario.
Prima si era tentato di estinguere in anticipo i procedimenti giudiziari del premier con una serie di cavilli vergati apposta per i processi Mediaset e Mills.
Ora, al contrario si cerca di allungare a dismisura il procedimento estendendo senza limite la lista dei testimoni con l’obiettivo di raggiungere la prescrizione.
C’è da scommetterci: se neanche questa genialata troverà piena applicazione, una nuova idea strabiliante verrà fuori. Si punta a eliminare i magistrati mancini, perchè ritenuti collusi con le sinistre, quelli calvi, perché portatori di un testosterone che si addice solo al Grande Imputato, quelli sposati, perché pieni di pregiudizi nei confronti del Grande Single, quelli single, perché tendenzialmente portati a competere col Grande Single, quelli al di sopra del metro e sessantasette, perché potrebbero guardare il Grande Imputato dall’alto in basso.

Chirurgia parlamentare

di Filippo D’Arpa

Per invidia nei confronti di quelli della Lega che l’hanno duro, il Pdl è passato da quello breve a quello allungato. Miracoli della chirurgia parlamentare.

Aspettando il 6 aprile

Dal 6 aprile scopriremo se un manipolo di giudici vuol far passare il gossip attraverso il setaccio della storia o viceversa. O se, più semplicemente, vuole incastrare un malfattore. Bisognerà aspettare quindi.
Quel che è certo è invece che l’attualità (che è la madre della storia) ci costringe a scrivere capitoli di una farsa con protagonisti grotteschi che non meriterebbero neanche il ruolo di comparse, se solo il merito valesse nel giudizio finale.
Renzo Bossi assediato dai cronisti che lo interrogano sui destini della nazione.
Nicole Minetti intervistata dalla prima televisione al mondo, la Cnn, che la qualifica come l’igienista dentale di S.B. e nulla di più. Per fortuna.
Signore e signorine del Pdl chiamate a raccolta per testimoniare in tv, tutte imbellettate, l’onestà virile e intellettuale del premier.
Maurizio Gasparri che invoca il processo breve e maledice il giudizio immediato, perché c’è brevità e brevità.
L’inopinato ministro Angelino Alfano che ha confuso il suo ruolo di Guardasigilli con quello di guardiacaccia o peggio di guardia del castello.
Che pena!

Processo breve, coda lunga

Uno può pensare che il processo breve sia una buona soluzione contro la vergogna dei tempi lunghissimi della giustizia in Italia.
In pratica, secondo il testo licenziato dal Senato, il processo dovrà considerarsi estinto se il giudizio di primo grado non arriverà entro tre anni (due anni in appello, diciotto mesi in Cassazione).
Però nel caso di reati commessi prima del maggio del 2006 e con condanne inferiori a dieci anni il tempo limite per il primo grado diventerà di due anni, e non tre. E questo è il cavillo che mette in salvo Silvio Berlusconi dai processi che lo vedono coinvolto.
Uno può pensare che il processo breve sia una buona soluzione contro la vergogna dei tempi lunghissimi della giustizia in Italia. In realtà per alcuni è un’ottima soluzione contro la giustizia in generale.

Processo molto breve

processo breve

Mi era sfuggita questa vignetta di Gianfalco. Rimedio, seppur in ritardo. Scusate.

Tiritiritu

saviano

Chi deve ritirare la norma? Saviano?

Da Repubblica.it.

Ruggito di Pecorella

pecorellaOra scoprono che va accorciato ancora. Una vera legge ad personam, data la statura dell’ispiratore.

Da Corriere.it.

Ruoli

La deregulation morale di un Paese si misura, secondo me, col metro della disperazione culturale.
Che il traino per un’opposizione politica sia uno scrittore anziché il maggiore partito di opposizione la dice lunga sul frullato italico di ruoli, intenzioni, responsabilità.
Il prossimo atto è un bestseller di Pier Luigi Bersani.