I fagiolini e la gara delle cazzate

Oggi l’Italia si è svegliata con un nuovo dubbio: chi racconta più cazzate, Francesca Pascale o i cuochi di Berlusconi?
La questione è quella, avvicente, del prezzo dei fagiolini che entrano a Palazzo Grazioli. Secondo la Pascale venivano pagati 80 euro al chilo, manco fossero aragoste. Per darvi un’idea dell’enormità della questione – a parte la drammaticità del dubbio iniziale – ecco qualche cifra ufficiale.

fagiolini

 

Due euro a litro

Con la benzina a due euro al litro una domanda viene spontanea.
Come mai l’industria automobilistica non ha diffuso già da anni veicoli con motore elettrico?
Siamo arrivati comodamente su Marte, abbiamo una tecnologia che ci fa muovere senza traumi in mondi virtuali, la ricerca di fonti energetiche alternative è costante. Eppure, a parte qualche auto “ibrida” a costi non proprio accessibili, il modello elettrico non decolla.
Perché?
Le motivazioni ufficiali sono di carattere tecnico. Da un lato la mancanza di punti di rifornimento lungo le strade nei quali attaccare la spina, dall’altro i tempi di ricarica (una Chevrolet Volt richiede 10 ore per garantire il massimo delle sue potenzialità da 120 volt, una Nissan Leaf ne vuole circa 20). E poi la durata delle batterie e i dubbi ecologici sull’inquinamento delle centrali elettriche che dovrebbero produrre più energia per soddisfare le esigenze degli automobilisti.
In realtà si intuisce una rigidità dell’industria tradizionale nei confronti di questo genere di innovazione: l’auto a benzina (o a gasolio) continua a essere il mezzo preferito dalle multinazionali perché garantisce introiti immensi con un prodotto antico come il petrolio.
Non mi meraviglierei se ci fossero importanti brevetti acquistati proprio per non essere convertiti in progetti. Frenare lo sviluppo sostenibile è da criminali.

Se il giornalista non sa neanche copiare

Leggo su Repubblica che a Palermo vendono l’iPad da 64 GB wifi 3G a 699 euro (al Mondadori Multicenter). Siccome è lo stesso modello che aspetto io e che è stato acquistato online a 799 euro, salto in moto e mi precipito in negozio. Penso, da buon parsimonioso, che un risparmio di cento euro val bene una disputa con l’Apple Store internettiano.
Invece, arrivato in loco, la commessa mi gela: “E’ un errore di Repubblica, il nostro prezzo è quello imposto da Apple, 799 euro. Ovviamente”.
E’ quell’ovviamente che mi gela.
Ovviamente il collaboratore di Repubblica non sa né leggere né tantomeno copiare. Altro che riassuntini