Fermate Barbara D’Urso

A Pomeriggio cinque questo pomeriggio si è celebrato l’ennesimo rito tribale della cronaca gestita come uno spettacolo circense, con Barbara D’Urso e nientepopodimenoche Alessandra Mussolini a dibattere, tra urla e pianti, con la madre del bambino conteso.
Il problema, al contrario di quel che si possa pensare, non è il contenuto ma il contenitore.
L’emergenza umanitaria della televisione italiana dei nostri tempi è infatti la fascia pomeridiana, durante la quale programmi di intrattenimento diventano spazi di informazione gestiti con una profondità di vedute da avanspettacolo.
Lasciare nelle mani di Barbara D’Urso – ma anche di Mara Venier  – la libertà di porgere notizie, approfondirle senza alcun controllo di testata, è un atto che toglie legittimità alle redazioni e attendibilità alla rete.  Eppure tutto si spiega con un’atroce regola moderna: la televisione urlata è quella che ha più fortuna, lo scoprì vent’anni fa Maurizio Costanzo con Vittorio Sgarbi.
Ho già scritto cosa penso di quella che un tempo era la tv dei ragazzi e non ho ancora un’età che giustifichi rimpianti a 360 gradi.  Però ritengo che Barbara D’Urso et similia non possano raccontare l’Italia che cambia, ma al massimo recensire il guardaroba di una starlette o blaterare degli amorazzi di una gieffina.
Prima possibile una contraerea della ragione dovrà entrare in azione: prima che la tv del finto dolore ci imponga finte esistenze con finti sentimenti e finte soddisfazioni.

Santa Minetti

A Pomeriggio Cinque c’è una strana consegna del silenzio su uno degli inquilini della Casa del Grande Fratello, Filippo Pongiluppi, che è stato fidanzato con Nicole Minetti. Nemmeno un’accreditata opinionista (in questo caso il corsivo, per convenzione, sostituisce un’abbondante dose di virgolette) come Maria Monsé ieri è riuscita ad abbattere il muro eretto da Barbara D’Urso. Niente, di santa Minetti è bene non parlare.

Grazie a la Contessa.

 

Pietà per l’opinionista Mastelloni

Leopoldo Mastelloni

Ieri mi sono imbattuto – compiendo un reato preterintenzionale – in qualche frammento di Pomeriggio cinque di Barbara D’Urso e ho visto Leopoldo Mastelloni, uno che un tempo faceva l’attore, il regista, il cantante, insomma uno che poteva benissimo definirsi artista, disquisire delle traversie amorose e delle esperienze sessuali di una tale Guendalina.
Ho provato profonda pena per quell’uomo che ammiccava davanti alla telecamera, come un tempo faceva nei suoi show, per condire sciocchezze con espressioni residue del teatro impegnato. Già imbastire un programma su una tale Guendalina e suoi suoi appuntamenti in hotel con questo o quel calciatore è segno di allarmante perversione mentale, ma parteciparvi in qualità di opinionista (cioé portando un contributo simil-intelligente) è da trattamento sanitario obbligatorio.
Quasi quasi Mastelloni lo preferivo quando bestemmiava in diretta tv.

I single e il Kinder Bueno

A Pomeriggio Cinque va in onda un servizio su come andare a caccia di single al supermercato. Una bionda ben in carne (potrebbe essere una “famosa”, ma io non so chi sia) urta i maschietti con la scusa di attaccare bottone.
Il dubbio che mi assale riguarda il perché la tv si ostini a considerarci tutti idioti ed è secondo, per importanza, a quello sul Kinder Bueno: perché mai Andrew Howe non si tromba l’amica starnazzante che invade casa sua a tutte le ore del giorno con la scusa di mangiare a scrocco?

Cristo Silvio (che non è una bestemmia)

cristo

Antonella Boralevi a Pomeriggio Cinque ha paragonato Berlusconi al Cristo di Antonello da Messina (che è quello nella foto).

Grazie alla Contessa.