Altro che maggiordomo, il colpevole è l’economista

Sui media c’è un processo di semplificazione che in questo momento rischia di piallare le notizie rendendole tutte consone a una tesi: la crisi economica è alla base di tutto, omicidi, depressione, sparizioni, atti di follia, incidenti, suicidi.
E’ chiaro che qui nessuno si sogna di sminuire la gravità della situazione finanziaria del Paese e soprattutto delle famiglie italiane, ma il voler ricondurre forzatamente ogni evento straordinario e drammatico a un’unica causa, straordinaria e drammatica anch’essa, non dà ragione alla cronaca.
Stamattina ho visto un titolo emblematico sulla Nuova Sardegna: “Macellaio sparito, gli affari erano in crisi”. Ogni passo fuori misura, ogni comportamento anomalo viene insomma misurato col metro del conto bancario. Se sei in rosso e ti allontani da casa perché tua moglie detesta l’odore dei tuoi calzini, ti descriveranno subito come aspirante suicida. Se invece i soldi ce li hai e ti butti da un ponte perché tua moglie ti tradisce con un commercialista scriveranno che eri ossessionato dalle tasse. Non c’è più spazio per un ingiustificato atto di follia.

Battisti, che ci canti?

Ieri sera Cesare Battisti a “Le iene”, con la sua cantilena da o gege o gege, ha parlato come un furbo, in stile mafioso, a un popolo di presunti imbecilli, con argomenti da analfabeta e ragionamenti da terrorista. In pochi minuti insomma è riuscito inconsapevolmente a smontare quello che secondo lui e i suoi accoliti sarebbe un immane complotto.
Dice, infatti, Battisti di non essere mai stato ascoltato dai giudici che lo hanno condannato. Certo, se non fosse scappato lo avrebbero sentito, eccome. Da lì una valanga di minchiate: non ho mai sparato, mai ucciso, c’erano tanti di quelli che facevano la lotta armata e giusto a me devono incolpare… Se fossero dialoghi di uno dei suoi romanzi, scommetto che lo stesso Battisti li disconoscerebbe per mancanza di plausibilità. Ma uno che spara e ammazza e che poi senza nemmeno lavarsi le mani accarezza la tastiera di un computer per scrivere libri non può fermarsi davanti a simili sottigliezze. L’arte è invenzione, creatività, volo… per l’estero, sola andata.

Date a Cesare quel che è di Battisti

Da anni cerco qualcuno o qualcosa che mi convinca del fatto che, in fondo, è giusto liberare un assassino.
Al momento però fin quando  non mi verrà puntata una pistola alla schiena – vivendo in Italia e non in Brasile – nessuno riuscirà a estorcermi una folle intenzione: resto dell’idea che un delitto è un delitto a qualunque latitudine. Insomma, tra gli ideologi di una sinistra complottista e i parenti delle vittime scelgo quest’ultimi.

Tre eroi

Costa, Cassarà, Antiochia. Oggi ricorrono gli anniversari della morte di tre eroi della lotta alla mafia. Un inchino alla loro memoria e un abbraccio virtuale ai familiari.

P.S.
Per i lettori più giovani: trovate il tempo per leggere le pagine linkate ai nomi. Sono storie esemplari e istruttive.