Le sciocche del lesbo chic

La scena potrebbe sembrare una di quelle scontate nella Milano da sorseggiare: Barbara Guerra e Alessandra Sorcinelli, olgettine doc, appena si accorgono dei paparazzi che le hanno raggiunte in una boutique, si lasciano andare ad effusioni lesbo.
In realtà, a uno sguardo più attento e disilluso, la scena è in sé uno scenario. Il triste declino del vero berlusconismo, quello delle cene eleganti, delle bonazze in politica, della politica delle bonazze, del sesso milionario e dei milioni bruciati in sesso, non è più nascondibile. Le protagoniste più impavide cercano di resistere vestendo i panni di icone trasgressive e disincantate. Si baciano e si leccano, stavolta gratis, per raccattare quei flash che presto le abbandoneranno, per cercare di non guardare quel viale del tramonto che si apre dinanzi a loro con anticipo rispetto alla giovane età.
Credevano di navigare nell’oro, ma era melma. Eppure bastava affidarsi ai sensi, quelli giusti: la pecunia non olet, l’altra invece fa una puzza tremenda.

Di quale casa?

“Il mio fidanzato sa quali sono i miei valori, sa che sono una donna di casa”.

Marysthell Garcia Polanco qui.

Cattivo gusto

L’esercizio della semplificazione è un buon modo per risolvere le situazioni più disperate.
Questo paese è in un declino allarmante: viviamo in una dittatura del cattivo gusto.
Senza che ci sia bisogno di scendere in piazza, ci sono concetti che devono passare, a rigor di logica.
I vizi personali non sono reato, reato semmai è imporli agli altri.
Non mi scandalizza che un signore avanti con gli anni e danaroso paghi per avere rapporti sessuali con mestieranti della disinvoltura, mi scandalizza che lui imponga a noi di pagarle, queste signorine, quando dà loro incarichi politici.
La morale della favola è volgare e chiedo perdono (tenete i bambini lontani da queste righe). Il culo non è un’entità assoluta, se è degli altri può essere appetibile, se è il proprio può essere sacro. L’importante è non confondersi e non confondere le idee degli altri.