E’ qui l’America

Berlusconi dice di essere meglio di Obama.

Serve altro?

Scemenze presidenziali

Anche Obama ha i suoi bug.

La scienza dell’informazione

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

Ieri sera, alla ricerca di un tema da affrontare sul blog, riflettevo sulla grandezza di questo mezzo di comunicazione.
Chi ha lavorato nel mondo dell’informazione sa quanto è difficile trasmettere le opinioni libere. Anche il giornale più avanzato ha regole e impostazioni editoriali che lo rendono farraginoso, quindi un po’ distante dal pubblico.
Oggi, in tale ambito, gli equilibrismi sono sempre più un peso da sopportare. Risultato: leggiamo quotidiani che pur essendo freschi di stampa nascono vecchi; guardiamo tg che ci raccontano storie di cui conosciamo inizio, sviluppo e fine; seguiamo portali che mascherano una vetusta impostazione di stile cartaceo con la rapidità di aggiornamento di stile telematico.
La nuova comunicazione è un’altra cosa.
E’ parziale, perchè rappresenta il momento con la consapevolezza di non essere definitiva.
E’ completa, perché si sostenta della somma aritmetica dei momenti.
E’ condivisa, perchè si compone dei pareri che scaturiscono da un input.
E’ democratica, perchè è gratuita e facilmente accessibile.
E’ concorrenziale, perché competitiva in un ambito di regole uguali per tutti (sul web Pinco Pallino e Obama stanno sullo stesso piano).
Quando lavoravo in un quotidiano non ho mai ricevuto tanti suggerimenti, contributi, insulti (che in un certo senso fanno opinione), segnalazioni come adesso. E vi assicuro che è così per molti giornalisti (anche di testate importanti) che hanno scelto il web come destinazione principale dei loro scritti. Ritengo che la comunicazione su internet sia, con le dovute scremature, una vera fabbrica di idee. Vincono le più solide, ma le altre non soccombono, restano e si vedono lo stesso: il massimo del pluralismo. Io stesso mi sono trovato spesso in minoranza, in questo blog, e ne ho tratto insegnamento. E ho motivo di ringraziarvi.
Infine una notazione. Le opinioni sono come il prosciutto, il peso sulla bilancia non dà garanzie sulla qualità. Solo assaggiandole (leggi: vagliandole) si ha contezza del loro valore. Sono ottimista: vedo in giro ottimi salumieri.

Cercasi Obama

La vignetta è di Gianni Allegra
La vignetta è di Gianni Allegra
L’attimino fuggente

di Giacomo Cacciatore

Dario Fo, invitato a dire la sua sulla recente e attuale situazione italiana (ovvero sui massimi sistemi), su come sono gli altri e come dovremmo essere noi, dichiara sul Corriere online: “A poche ore dall’investitura, Obama ha già messo a segno precise direttive: promozione di energie alternative, apertura al mondo musulmano, salvaguardia dei diritti umani. Pagherei per vedere arrivare uno come lui. Ma meglio di no. Litigiosi e autodistruttivi come siamo saremmo in grado di affondarlo”. Non ho mai considerato oro colato le parole e gli spettacoli di Fo (se a un uomo di teatro italiano doveva andare il premio Nobel, io lo avrei consegnato, postumo, a Eduardo De Filippo) ma lo ringrazio per il mistero buffo che mi ha scatenato nella testa stamattina.
Premessa: originali come siamo diventati, prima o poi anche noi vorremo il nostro Obama. Ossia l’uomo della sterzata. Il puro, il dinamico, il colto, l’elegante, il sensato. Il presidente con le palle, insomma. Diamo per scontato che non sarà Veltroni: ci ha provato, vorrebbe tanto, ma è ormai chiaro pure ai sassi che sarebbe solo una pallida (mi si passi la berlusconata) versione del neo presidente americano. Diamo per scontato (ma senza troppe certezze) che non sarà Berlusconi: il suo narcisismo gli può anche consentire di camminare sulle acque, ma di trasformarsi in afroitaliano colto e impeccabile, questo mai. C’è un limite anche ai miracoli italiani. Diamo per superscontato (me lo auguro) che non sarà la Brambilla  e, ovviamente, neppure la Carfagna (insomma, l’ala “giovane”, in verità vecchissima, del vivaio liberista del presidente operaio).
Chi ci resta? Da dove cavare l’eventuale e presto agognato Obama tricolore? Ci si spingerà al referendum, con tanto di schede facebook consegnate dallo scrutatore, insieme alla matita indelebile? Si richiederà la consulenza di Santoro? Di Lucherini e Spinola? Metteremo al lavoro la segreteria di “Chi l’ha visto”? Congetture a parte, e tanto per giocare: vi chiedo di fare i nomi. Di ipotizzare il vostro/nostro possibile Barack Obama. Io non ne ho idea, ahimé. Spero solo che, con tutta la simpatia del mondo, non salti fuori Vladimir Luxuria.

Casa Bianca, umore nero

Obama ha giurato. Il suo discorso, come previsto, è stato impeccabile.
Due sensazioni.
La prima: con tali meravigliose premesse è difficilissimo superarsi; necessariamente il nuovo capo della Casa Bianca dovrà fare qualcosa di meno bello rispetto a quanto ha promesso.
Le seconda: un simile panorama di perfezione (eloquio, significati, allegorie, programmi, incarnazione di un miracolo) suscita in chi non vive in quel raggio di fortunato incanto un inconfessabile disfattismo; in altre parole una sistematica sfiducia e un certo pessimismo contagiano molti di quelli che non hanno un principale di simile caratura.
Spero che il nuovo presidente degli Stati Uniti giochi presto a nascondino con un premier o che gli faccia le corna in una foto ufficiale. Così, tanto per sentirmi meno sconsolato.

Una nuova casa piena di tette e culi


di Giacomo Cacciatore e Raffaella Catalano

Chi sa di internet e dei suoi meccanismi ci informa che un trasloco virtuale implica un iniziale spaesamento da parte dei visitatori. Inevitabilmente si perdono contatti. E’ una questione di abitudine e ci vuole un po’ di tempo per riposizionarsi in Google e in altre classifiche. Allora abbiamo pensato di fare un regalo al padrone della nuova casa: non potendo donare soprammobili, piante o quadri, abbiamo deciso di dare fondo a tutta la paccottiglia di vocaboli che sul web garantisce un picco di accessi e una rinnovata visibilità. E’ un regalo al quale tutti si possono unire con una loro quota di partecipazione in termini di parole. Contribuire è semplice: basta inserire nei commenti una lista anche breve di vocaboli che ci sembrano tra i più cliccati in internet. E’ chiaro che finezza, ricercatezza e buon gusto andranno a farsi benedire. Ma solo per questa volta.
Noi cominciamo così:
Serie 1 – iPod, iPod nano, nano superdotato, Berlusconi, Belen, Rossano, gay, cazzo, culo, tette.
Serie 2 – Cellulare, Mac, playstation, playboy, powerbook, suonerie, Simona Ventura, gemelle De Vivo, Palazzo Grazioli, Isola dei Famosi, bidello Carlo, Vladimir Luxuria, lussuria, scambio di coppie, Bill Clinton, Hillary Clinton, Ilary Blasi, Barack Obama.
Serie 3 – Cani, gatti, hard core, XXX, fetish, monnezza, Napoli, Gomorra, Saviano, Oscar, Oscar Luigi Scalfaro, viagra, vip.