Grandi Ispiratori

C’è una lista immaginaria di Grandi Ispiratori che, negli anni, mi sono ripromesso di compilare e che per pigrizia non ho mai iniziato a scrivere.
Lo faccio adesso con la consapevolezza che è comunque una lista parziale, dato che spero di non morire al clic di invio di questo post (anche se non sottovaluto l’influsso di certi miei detrattori…).
I Grandi Ispiratori sono scrittori, artisti, sportivi, esploratori, liberi pensatori, persone qualunque che hanno condizionato il mio modo di pensare, di scrivere, di agire. Sono quelli le cui gesta in qualche modo hanno un riflesso nel mio vivere quotidiano: il mio giudizio è assolutamente soggettivo, cioé non è legato a un’etica o a un riverbero sociale del personaggio in questione. Per questo ci troverete dentro nomi di ogni genere e assortimento.
È la mia lista e un giorno, forse non lontano, vi svelerò i dettagli che mi legano a ciascuno di loro (alcuni dei quali sorprendono ancora persino me).

Donald Fagen
Stephen King
Gino Vannelli
Phil Collins
Sheila E.
Manolo
Toni Valeruz
Prince
Clare H. Torry
Nick Hornby
Ernest Shackleton
Moana Pozzi
Salvo Licata
Wassily Kandinsky
Italo Calvino
Claudio Magris
Roger “Verbal” Kint
Oriana Fallaci
Graham Vick
Pat Metheny
Donna Summer
Filippo Carollo
Peppino Sottile
Guido e Maurizio De Angelis
Niccolò Ammaniti
Maria Cefalù
Stanley Kubrick
Olivia Newton John

Lombardo e il lombardo


Senza i nomi, il discorso è risultato floscio. Raffaele Lombardo ha deluso le aspettative di chi voleva i fuochi d’artificio, e sull’arena ha lasciato solo quattro fiammiferi bruciacchiati.
La partenza è stata da sbadiglio. “Non ho ancora ricevuto un avviso di garanzia”, ha tuonato. Persino l’ultimo degli studenti di giurisprudenza sa che quando c’è di mezzo un’accusa di mafia, le procedure a tutela dell’indagato possono non essere quelle ordinarie.
Poi il governatore ha intonato un refrain berlusconiano: “Questo governo ha dato i veri colpi alla mafia”. Altro sbadiglio.
La ricostruzione di un complotto universale contro lui e i suoi assessori ha impegnato tutto il resto della pièce. In pratica, Giuseppe Firrarello e Franco Viviano, i vertici di Repubblica e quelli dei Ros, il boss Santapaola e Salvatore Torrisi (suo avversario politico del Pdl), Braccobaldo e la Banda Bassotti sarebbero pedine in uno scacchiere in cui lui, Lombardo Raffaele nato puro e braccato dalle forze del male, è il re da decapitare.
Perché?
Perché è bravo. O è scomodo. O è bravo e scomodo.
La presunzione di elargire una verità spacciandola per la verità è un errore non politico, ma di comunicazione. Il politico infatti usa il semplice metodo del “dire a proprio vantaggio”: basti pensare a un qualunque comizio elettorale.
Il comunicatore deve invece illudere gli ascoltatori col metodo del “dire per l’altrui vantaggio” anche quando parla esclusivamente di sé.
Lombardo ieri ha annoiato mortalmente come politico perché aveva annunciato un’esibizione da comunicatore.
Gli unici nomi che ha fatto erano quelli che da giorni abbondavano sulle pagine dei giornali.
Solo che li ha pronunciati con un’enfasi lodevole per effetto.
In Italia c’è un solo uomo che è in grado di ammaliare le folle promettendo e non mantenendo, trasformando in coraggio la propria faccia tosta, chiamando complotti le manifestazioni di dissenso.
E quell’uomo non è Lombardo.
Ma lombardo.

Accrescitivi e diminuitivi

Berlusconi, Capezzone, Buttiglione, Maroni, Meloni, Bocchino, Fassino, Ghedini, Franceschini, Frattini, Gelmini, Casini, Mussolini, Verdini, Minzolini.