La cattiva televisione

Barbara D'Urso

Se una campagna contro la cattiva televisione va fatta, è cosa buona e giusta cominciare da “Domenica Cinque” condotta da Barbara D’Urso, un personaggio che andrebbe raschiato via dalla tv soltanto per la sua presunzione e il suo pressappochismo.
Ieri pomeriggio, poco prima delle 15, nel pieno della (ormai teorica) fascia protetta, si è scatenata una rissa fra la trans Natalì e la sua omologa China. Una rissa come se si fosse in strada, tra insulti palesi ed epiteti incomprensibili. Solo che in strada uno chiama la polizia (i carabinieri meglio di no, in questo caso), in tv invece si è come impietriti. Penso a quelle famiglie in cui ci sono bambini davanti al televisore.
Che tipo di domande suscita una situazione in cui si urla di prostituzione e di rapporti sessuali clandestini? Come si descrivono certe figure senza dare una valenza negativa a ciò che oggettivamente negativo appare?
Ripeto: non siamo neanche alle tre del pomeriggio.
Chi mai nei luoghi di potere potrà decidere, nel nome di una decenza universale che non ha partito né religione, di porre fine alla pretesa di far passare come necessarie, informazioni che in realtà sono veleno, spremuta di porcherie? I vari trans Natalì e China, la superfemmina Barbara D’Urso, il maschio pavone Vittorio Sgarbi hanno inscenato, di domenica pomeriggio, uno spettacolo orribile. Che va bloccato, eliminato, sradicato, come va cancellata tutta questa televisione che offende e deforma.

Salario minimo, insulto massimo

Pare che Piero Marrazzo, nella sciagurata sera in cui quattro carabinieri delinquenti decisero di incastrarlo, abbia concordato col trans Natalì (che ha già un nome che è un refuso) una prestazione da 5.000 euro. La cifra è bene o male corrispondente allo stipendio di tre mesi di un impiegato. Marrazzo, che fa (faceva?) parte di un partito che tutela (tutelerebbe?) i salari minimi andrebbe insultato solo per questo.