Grillo promette: “L’onestà diverrà di moda”. E’ una bella prospettiva che non può avere oppositori: trovereste qualcuno che promette il contrario? Vabbè, forse sì… ma per praticità escludiamo i lestofanti.
Comunque il problema è questo: basta l’onesta per governare un Paese?
Ovviamente no. Però l’Italia si trova in una posizione più scomoda, in cui chiede non già di essere governata, bensì implora una ricostruzione. Che è una cosa diversa.
Per amministrare servono competenze e furbizia. Per scavare tra le macerie servono braccia forti, magari giovani, e abnegata onestà. Perché tra governi politici e tecnici, tra ministri esperti e creativi, tra figli di papà e figli di puttana, abbiamo consegnato la nostra nazione a gente che quanto a capacità distruttiva considera gli Unni poco meno che pivelli.
La moda dell’onestà, con tutte le scintille qualunquiste che può suscitare, è quindi più che auspicabile, chiunque la proponga.
Il modello di governo che l’Italia degli onesti si aspetta è semplice e di un’intransigenza ferrea: lavorare a testa bassa per tirare su tutto ciò che è venuto giù. Senza fronzoli, senza privilegi, senza odiosi orpelli.
Altrimenti le prossime elezioni, se le faremo, le faremo nelle caserme.
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Come Steve McQueen
L’altro giorno il Corriere della Sera, quello di carta, ha pubblicato per sbaglio la foto di Steve McQueen con il suo pene in mano: l’occasione era il Pitti Moda che celebrava il ritorno del cardigan e degli abiti anni Settanta.
Uccelli e foto galeotte a parte, quel che dovrebbe far sorridere è che si spaccino notizie vecchie per nuove: infatti già nell’estate 2008 il corsera aveva annunciato quella che nel 2010 doveva essere una novità.
Basta la parola
Una meravigliosa autich (o autique?) scovata a Palermo da Raffaella Catalano.