Il colpevole perfetto/1

Il colpevole dell’omicidio della povera Yara c’era, era perfetto, marocchino e povero, il carnefice ideale in un Bergamasco che già si rivoltava contro quegli immigrati di merda che corrompono l’aria col solo respiro, violentano le fanciulle per sport e rubano il lavoro agli operosi lombardi, però il colpevole perfetto se lo sono lasciati sfuggire perché qualcuno ha scoperto che la frase incriminata, quella che aveva fatto saltare sulla sedia gli investigatori che lo intercettavano, in realtà il marocchino non l’aveva mai pronunciata e che le poche parole registrate sul nastro della polizia erano state tradotte male e, come se non bastasse, tutto quel che era seguito, l’allarme per la fuga, l’inseguimento in mare, il coraggioso testacoda del capitano della nave che si era scostato dalle acque internazionali per far sì che il pericoloso colpevole perfetto finisse in manette in territorio italiano e il conseguente fermo dell’assassino predestinato, erano stati frames di un’illusione in un macabro gioco del gatto col topo in cui il gatto è rimasto a bocca asciutta e il topo, quello vero, non si è ancora visto.

Scazzi amari

Sarah Scazzi scompare da un paese sconosciuto chiamato Avetrana e di lei si perdono le tracce per un mese e mezzo, si pensa a una fuga, si arriva a incolpare Facebook, poi si scopre che ad ammazzarla è stato lo zio Michele che l’avrebbe anche violentata da morta, poiché da viva lei non gli si concedeva, e che viene arrestato mentre la madre della vittima in tv sta lanciando l’ennesimo appello per ritrovare sua figlia il cui corpo viene effettivamente rinvenuto in un pozzo oscuro come il crimine di un caso inestricabile in cui ci sono troppi testimoni sotto i riflettori, ognuno con la propria verità, come la figlia dell’assassino, Sabrina, che viene accusata di complicità nel delitto perchè avrebbe avuto nei confronti di Sarah un’invidia per questioni sentimentali o come una sua amica, Mariangela, che parla coi magistrati e inguaia Sabrina senza però chiudere il cerchio perché prima zio Michele confessa di avere ucciso da solo, poi si corregge  dicendo di aver ucciso insieme alla figlia Sabrina, infine rivela di averla solo aiutata, la figlia, e di non aver torto un capello alla povera Sarah, ma di averla solo seppellita (mentre in realtà l’unica certezza è che sta cercando di seppellire la figlia).

To be continued.

Misteri della fede (berlusconiana)

Da Annozero del 7 maggio 2009.

Sandro Ruotolo parla per telefono con Elio Letizia, il padre di Noemi, per capire qual è il filo che unisce un anonimo impiegato del comune di Napoli e il presidente del Consiglio.
In blu le riflessioni che vi sottopongo.

Lei domenica mattina chiama il Presidente per sponsorizzare la candidatura di Martusciello. E’ vero o no?
“Guardi, lei mi fa una bella domanda e io le ripeto… come le cose si stanno chiarendo…”
E’ vero o no? Basta una risposta secca. Perché far finta di sorprendersi dicendo “lei mi fa una bella domanda”?

Ma è vero no?
“Quello che dice il presidente… va bene così. Tutto a posto”.
Va bene quello che dice il presidente, qualunque cosa dica?

In quale campagna elettorale lei ha conosciuto il presidente?
“Queste cose piano piano stanno uscendo fuori perché sicuramente ci saranno degli altri politici che se vogliono lo diranno tranquillamente. Ma io non sto a raccontare i fatti degli altri perché c’è la discrezione…”.
Effettivamente un ex politico ieri si è fatto avanti, dando la sua versione. Ma anche qui: perché Elio Letizia non risponde con chiarezza?

Ma è vero che con sua moglie e sua figlia è stato in Sardegna, a Milano, a Roma a incontrare Berlusconi e sua figlia cantava pure?
“Non mi ricordo, sono cose private di famiglia… perchè poi devo dire se certe cose sono vere? Sono cose personali che rimangono a noi… Che sia vero o non sia vero sono cose nostre e devono rimanere nell’ambito della nostra famiglia”.
Non ricorda se lui, impiegato comunale, è stato ripetutamente a casa del capo del governo italiano? E poi quel “che sia vero o non sia vero” è l’unica risposta chiara di tutta l’intervista.