La scoperta dell’acqua dolce

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

di Rosi Palmeri

Una premessa: la mia ultima professione – oggi sono mamma a tempo pieno – è stata quella di contabile. Prima di allora mi ero occupata di vendita di litografie, capelli, computer, spazi pubblicitari. Ragioniera, segretaria del capo, aspirante giornalista (!), addetto stampa di uomo politico locale (!!!), spicciafaccende, all’occasione ignara portaborse, attrice di cabaret, hostess.  Modella per caso, raccattapalle, cameriera per necessità.
Quello che mi è accaduto nei giorni scorsi mi ha riportato a molto, molto lontano nel tempo. Venti anni fa, per l’appunto. Forse proprio la prima esperienza. Perdonatemi, ero molto giovane e ingenua. Allora si chiamava Auditron National,  si trattava di trovare dei gonzi cui  “regalare” dei corsi di inglese con insegnante madrelingua. Ufficialmente si pagavano solo le tasse di iscrizione al Trinity College di Londra. Invece con quei soldi (milioni di lire dell’epoca) pagavi tutto. Il misero libro che fornivano, le audiocassette, le lezioni con l’unico insegnante madrelingua (un tizio che aveva vissuto a Londra solo per qualche anno, suppongo), noi, il direttore, la segretaria, eccetera. Si reclutavano gli ignari clienti fuori dalle scuole medie.

Novembre 2009.
Con mio marito che scalpita un passo avanti a me, usciamo da Max Living, Palermo. Una signorina mi mette in mano un coupon per il “controllo delle acque gratuito”. Non sono interessata e non credo che fisserò mai un appuntamento, ma la signorina è sveglia e gentile, io ho sempre simpatia per i giovani che si danno da fare. Come se fossi vittima di un incantesimo lascio nome, cognome, telefono di casa.
Poi dimentico tutto.
Dopo circa venti giorni, la voce di una giovane donna al telefono mi ricorda come sono stata agganciata.
Esattamente come me e i miei colleghi vent’anni prima, usa le stesse parole:  “Saremo a Palermo per il fine settimana. Quando possiamo venire? Giovedì  venerdì o sabato?”
Non so cosa mi abbia spinto. Forse la curiosità di vederli all’opera, forse l’insano desiderio di sapere in cosa consisteva questo fantascientifico controllo delle acque.
E così eccoci a venerdì pomeriggio, ore 18.45.
Il signore dell’acqua, si presenta puntuale. E’ un tipo rubicondo, faccia pulita, sotto i trent’anni. Ovviamente si ferma a guardare alcuni dettagli della stanza che lo accoglie (tutto fa parte di un piano, esattamente come venti anni addietro). Ci chiede quale architetto ha curato la ristrutturazione. Poi si siede. Estrae il suo folder dalla valigetta.
Bla, bla, bla. Acque minerali, durezza, conducibilità, calcare. Bla Bla Bla.
Ah, lui fa parte del Gruppo Expert – gli esperti siamo noi – Divisione acque: X Expert.
Ci chiede un bicchiere d’acqua dal nostro rubinetto, e uno di acqua minerale. La conducibilità elettrica è in entrambi molto alta. Poi, grazie ad una soluzione di sapone di marsiglia purissimo ed alcool, valuta i “gradi francesi”.
Goccia dopo goccia, scopriamo che l’acqua è dura. Come bere pietre e non saperlo. Da una valigetta metallica il tizio tira fuori il depuratore.  Lo aziona, filtra l’acqua.
Bevo.
Ma che bontà, ma che bontà!
E ora tadaaà… tira fuori la penna e il block notes.

1-continua domani