Figli di un dio esploratore

Dovreste sapere con quanta maniacale ammirazione seguo tutto ciò che riguarda il capitano Ernest Henry Shackleton (leggete qui se avete qualche minuto da dedicare all’ebbrezza dell’avventura narrata). Ebbene qualche giorno fa è stato annunciato il ritrovamento del relitto del suo Endurance, una delle navi più importanti della storia delle esplorazioni, a tremila metri di profondità nel Mare di Weddell, più di un secolo dopo il suo naufragio tra i ghiacci.
Ecco, sopra, le immagini registrate dal drone subacqueo: la nave è ben conservata per motivi scientifici che mi interessano poco. Io so che è stata preservata dal dio dell’umano ardimento che premia il coraggio, la curiosità, l’altruismo e l’abnegazione. Quel dio che oggi mi manca maledettamente e nel quale ripongo la poca fede che mi ritrovo. Perché se un dio esiste, è con gli intrepidi, con gli esploratori, con i sognatori che riconoscono la preziosità del sogno.