Il nemico giurato della lingua italiana

di Tony Gaudesi

Assurdo, grottesco, vergognoso…
Anche saccheggiando tutti gli aggettivi tendenti al ribasso del nostro vocabolario non si riuscirebbe a fotografare alla perfezione l’ennesima italica boiata: il premio “Spettacolo cultura e società”,  assegnato  nei giorni scorsi a Luca Giurato nell’ambito dell’Amalfi media award 2010.
Un riconoscimento dall’Alto Patronato (quello del Presidente della Repubblica), ma evidentemente dal basso profilo, se arriva a  gratificare chi quotidianamente ostenta la stessa frequentazione con grammatica e sintassi di uno Zulu con il Galateo.
E siccome la brutte notizie, come i carabinieri, viaggiano sempre in coppia, ecco impigliata nella Rete la seconda mediatica bastonata: il nostro fuoriclasse  della parola era stato insignito appena qualche mese prima del premio culturale e giornalistico Civiltà De Marsì, per i suoi cinquant’anni di giornalismo.
E’ vero che chi parla in maniche di camicia, spesso riesce anche a scrivere in giacca e cravatta, ma riesce difficile credere che il capocannoniere degli strafalcioni via etere, il Terminator di congiuntivi e perfino indicativi, possa essere Mister Hyde e dottor Jekill, ascia e fioretto, trattore e cabriolet, capace di  pubblici scivoloni e carbonare virtù,  riuscendo,  a riflettori spenti, a martellare pezzi corretti e persino brandelli di prosa alata sulla tastiera del suo pc.
Per il nemico-Giurato della lingua di Dante era già forse un premio eccessivo la tessera dell’Ordine, che  non credo possa gonfiarsi il petto di annoverarlo tra gli iscritti. Se la tessera di giornalista fosse una patente a punti, quella di Giurato sarebbe in rosso perenne. E, invece, ecco fioccare i premi e le conduzioni  Rai per un giornalista che, evidentemente, si ostinano a considerare di prima fascia e non, come sarebbe forse più opportuno, da fascia protetta.