Dare dell’idiota a chi lo è

comi

Consigli per gli acquisti, oltre ogni immaginazione.

Aggiornamento letterario

Amoroso scrittrice

In caso di disgrazia (editoriale)

libri brutti

Ultimamente mi sono passati tra le mani diversi (troppi) libri brutti. Ogni volta che accade è un problema che riguarda la mia coscienza. Infatti da un lato mi annoio a leggere qualcosa che non mi piace, e in certi casi la noia sfocia in un nervosismo pericoloso, dall’altro cerco di andare avanti più che posso prima di cestinare il volume poiché, da buon parsimonioso, mi scoccia un po’ che i soldi spesi per l’acquisto dell’insulso romanzo vadano sprecati.
E qui entra in campo la coscienza: se l’autore è un esordiente o un giovane tendo a essere più clemente, cioè non butto subito, ma tento una resistenza notturna (tipo quando non ho sonno e mi serve qualcosa che mi stordisca); se invece si tratta di un veterano o peggio di un bestsellerista, mi accanisco quasi fisicamente sul libro, lo stropiccio, lo lancio contro il muro simulando davanti a mia moglie una caccia alla zanzara.
In generale però, in caso di libri brutti, sarei per la famosa teoria andreottiana secondo la quale, dato che la coscienza è come la camicia, il miglior modo di non sporcarla è non usarla. Ma è facile a dirsi…
Spero che voi siate più cattivi di me. Tolleranza zero contro i crimini editoriali.

Per rinfrancar lo spirito…

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A ottobre Laurana pubblicherà questa raccolta di racconti su Palermo. Ce n’è anche uno del sottoscritto. Stay tuned.

Rabbia Selvaggia

lucarelli

L’incolpevole Selvaggia Lucarelli dà un’idea di come si confezionano, ormai, i prodotti editoriali in Italia. Lo dico con tutta la modestia del caso: ogni volta che affido una cosa scritta da me a qualcuno – che sia editore, redattore, correttore di bozze o comunque persona stipendiata per leggermi – incrocio le dita. L’ignoranza si può vincere, il menefreghismo no.

 

Daimones

Il mio caro amico Massimo Marino ha scritto un gran libro (sopra il booktrailer). Si intitola Daimones ed è uno dei migliori romanzi di esordio che abbia letto. E’ una di quelle storie che mi piacerebbe tanto raccontarvi a grandi linee, tanto per farvi capire qual è l’appeal narrativo del libro, ma delle quali è bene non dire nulla.Insomma, leggere per credere.

Daimones lo trovate in vendita su Amazon Buy Vip.

Cose da portare in un eremo

Rivellino
Foto di Daniela Groppuso

Siccome – come sta scritto nella breve bio di questa homepage – il sottoscritto ogni tanto scrive un libro, ho l’impellenza di arrivare alla parola fine di un benedetto manoscritto che da qualche tempo occupa uno spazio sempre più ampio nel mio settore sensi di colpa. La storia è ben incardinata, mancano soltanto le pagine necessarie per chiuderla felicemente e consegnarla all’editore.
Insomma mi servirebbe un mese, un mese solo, di eremitaggio per fare il mio sporco lavoro. Se avessi tempo e soldi mi ritirerei in un’isoletta, o in una casetta di montagna, in un posto comunque lontano dalle distrazioni della città.
E, a parte i generi di prima necessità e il computer per scrivere, porterei con me le seguenti cose:

Il caricabatterie del telefonino per ricordarmi che il telefonino l’ho lasciato a casa ed è inutile cercarlo.
Una bottiglia di Sassicaia del 2006.
La fotografia in cui, giovane e coi capelli lunghi, mi arrampico sulla “Diretta” di Monte Pellegrino.
Il dizionario della lingua italiana (nell’eremo non c’è internet).
Un paio di romanzoni scacciapensieri alla Ken Follet o alla Stephen King da farmi leggere la sera da mia moglie (nell’eremo non c’è televisore).
L’orologio di mio nonno Gerlando.
La ricetta della pasta coi broccoli di mia madre.
L’iPod ben carico.
Le scarpe da running.
Un coltello Eliss, perché in cucina non si affetta con coltelli qualunque.
La meravigliosa maglietta verde di cotone sdrucito che rubai a mio fratello diciannove anni fa.
Due cuscini alti.
Il plaid rosso che ci ha regalato Mara.
Due dei bicchieri Riedel che ci ha regalato Antonella.
Il Timex che mi ha accompagnato in mille avventure.
Lo zaino lurido che di quelle mille avventure porta i segni.
Il biglietto di ritorno.

L’Italia di domani? E’ quella di ieri

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Prendete 14 politici di lungo, lunghissimo (forse troppo) corso e lasciate che si raccontino su carta attraverso le loro stesse parole in un collage spesso esilarante: il risultato è “A sua insaputa”, libro scritto da Alberto Giuffrè e Filippo Maria Battaglia per Castelvecchi RX editore.
Da Vendola a D’Alema, da Bossi a Bersani, da Di Pietro a Fini, la Seconda Repubblica o quel che ne resta affiora nelle pagine del volumetto con tutta la sua forza grottesca: Prodi rimpiange di non saper cantare, Mastella inciampa nella citazione sbagliata di Neruda, Formigoni confessa la sua passione per le vacanze, Berlusconi rivive nelle testimonianze delle sue donne-ancelle.
Grazie a questa autobiografia non autorizzata della politica morente si collaudano tutte le sfumature di un sorriso, dall’amaro al dolce e si capisce perché l’Italia di domani è ancora irrimediabilmente quella di ieri.

Respiro corto, abbastanza corto

L’ultimo libro di Massimo Carlotto, uno scrittore che mi piace, è una minestra ricca di ingredienti ma povera di sapore. “Respiro corto”, pubblicato da Einaudi, è infatti una tipica storia di Carlotto –  con criminali innamorati del crimine e una poliziotta ambigua e crudele –  che però non rende pieno merito all’autore.
Troppi personaggi, troppi incroci di vite. Alla fine il lettore – anche quello più affezionato – rischia di perdere il filo. Sarebbe bastato (forse) indugiare meno sull’ennesimo scontro tra cosche e rinunciare a un paio di nodi narrativi.
La scrittura di Carlotto è sempre piacevole e scorrevole, ma un romanzo è fatto anche di trama. E qui la trama è il punto debole…

Nostalgia di carta

Ubriachi di modernità, affamati di tecnologia e anche un po’ rincoglioniti dalla vita digitale probabilmente ci siamo dimenticati come si fa un prodotto di carta, inchiostro e colla. O forse molti di noi non lo hanno mai saputo.