Legittimo turbamento

Credevo di averle viste tutte, ma mi sbagliavo. L’arroganza del sistema berlusconiano, nella fattispecie incarnato nei legali del premier, ha raggiunto oggi una nuova vetta di non invidiabile primato.
L’abbandono dell’aula, nella quale si celebra l’appello del processo per i diritti tv, degli avvocati difensori dell’ex premier è infatti un atto di disprezzo nei confronti della legge e dei suoi rappresentanti. E poco c’è da discutere su codici e norme.
Il legittimo impedimento invocato per sospendere il processo durante la campagna elettorale è solo l’ennesimo, ridicolo, pretesto per diluire i tempi del giudizio nei confronti di un uomo che per troppo tempo si è sentito al di sopra di ogni giudizio.
A Berlusconi non gliel’ha imposto il medico di impegnarsi in una nuova campagna elettorale quindi non si capisce perché le sue pendenze legali debbano risentire di impegni non inderogabili.
Agli avvocati-dipendenti-compagni di partito-colleghi di parlamento del padrone si può solo dare un’indicazione semplice e terra terra: legittimo impedimento non significa che tutto si blocca se uno ha altro da fare.
E’ più chiaro così?

Contarci

Il risultato dei referendum conferma la strana sensazione che abbiamo provato io e mia moglie  ieri sera quando siamo andati a votare. Tutt’intorno a noi facce serie, alcune con un velo di soddisfazione. Tra sconosciuti ci si scambiava sguardi che, osando, avrebbero potuto essere di complicità. A un certo punto un’anziana signora ha detto a se stessa: “Beh, ho fatto il mio dovere”. Come se cercasse consolazione o, al contrario, volesse suonare la carica.

Tutti noi non eravamo andati per votare, ma per contarci.

Toh, i referendum

Nessuno lo dice, ma tra un mese ci sono i referendum per argomenti di grande rilevanza. Come spesso accade, tanto per rendere semplici le cose, si vota sì per dire no.
Quindi si vota sì per dire no alla privatizzazione dell’acqua.
Si vota sì per dire no alle centrali nucleari in Italia.
Si vota sì per dire no al legittimo impedimento.
Sull’acqua e sul legittimo impedimento ho le idee abbastanza chiare, quindi voterò sì. Sul nucleare sto riflettendo – e sono ben accetti i vostri contributi anche via e-mail – perché da un lato l’onda dell’emozione del disastro giapponese indurrebbe chiunque a lasciare le cose come sono, dall’altro la certezza che non esiste il nucleare sicuro al cento per cento ci rende tutti un po’ più fatalisti (se un incidente capita a Bolzano piuttosto che in Francia poco cambia per tutti noi). Ma so che il tema è complesso e non voglio dare giudizi trancianti.
Al momento mi preme ricordarvi quel che i media tradizionali hanno ignorato quasi tutti colpevolmente. E cioè che il 12 e il 13 giugno c’è un appuntamento importante per il destino di questo Paese.

L’uomo che non conosce vergogna

Se il neo ministro Brancher avesse voluto sottolineare la propria emancipazione da un vizio odioso come il sospetto di una nomina clientelare (una nomina a ministro, mica un incarico in una municipalizzata), tutto avrebbe dovuto fare tranne che pronunciare la consumata formula “contro di me solo odio”. Perché quello dell’odio fatto partito – come se un sentimento potesse essere ghettizzato a componente politica – è un grottesco ritornello del suo padrone e correo.  Insomma un modo – il più banale – per compromettersi definitivamente
Nei romanzi gialli,  il meccanismo più trito prevede che uno dei sospettati si tradisca pronunciando una frase o richiamando una circostanza che riporta al movente del delitto. E’ una sorta di ciambella di salvataggio che l’autore del libro lancia verso se stesso quando non sa come far quadrare una storia: ovviamente poi se ne vergogna.
Solo che Brancher non è uno scrittore, non è un personaggio di fantasia, e soprattutto non appare geneticamente in grado di provare vergogna.

Ai confini della realtà

Berlusconi s’inventa un ministero per inventarsi un ministro che s’inventi la balla del legittimo impedimento per evitarsi un processo. Napolitano s’inventa un atto eroico che blocca l’invenzione sfrontata del Sommo Inventore di Panzane.

Legittimo scoramento

Persino il prudente Corriere della Sera oggi ipotizza in prima pagina, in un editoriale di Pigi Battista, che la nomina di Aldo Brancher a ministro per l’attuazione di qualcosa che non ha bisogno di un ministero per poter essere attuato, segua una strategia abbastanza prevedibile.

…il nuovo ministro Aldo Brancher potrebbe avvalersi, come tutti i ministri, delle nuove norme sul “legittimo impedimento” per procrastinare le vicende giudiziarie che lo riguardano. E’ un sospetto ingiusto, ma la singolarità della nomina di Brancher autorizza qualsiasi malevolenza.

Assente ingiustificato

C’è un processo che non si riesce a celebrare perché l’imputato gira come una trottola, lontano dai giudici ovviamente.
E’ il processo Berlusconi-Mills.
Il premier, indagato per corruzione, ha sempre qualcos’altro da fare e non può essere presente alle udienze. Quindi il procedimento rallenta sino a fermarsi.
Lo scorso 30 novembre gli avvocati del presidente del consiglio avevano chiesto il rinvio dell’udienza del 4 dicembre (cioè di oggi) perché il loro assistito avrebbe dovuto essere presente alla storica inaugurazione di uno storico piccolo lotto dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria (il cui storico completamento è previsto per la fine del 2011). Ebbene il rinvio c’è stato.
Per la cronaca, Berlusconi oggi non è andato a inaugurare un bel niente.