Battisti, che ci canti?

Ieri sera Cesare Battisti a “Le iene”, con la sua cantilena da o gege o gege, ha parlato come un furbo, in stile mafioso, a un popolo di presunti imbecilli, con argomenti da analfabeta e ragionamenti da terrorista. In pochi minuti insomma è riuscito inconsapevolmente a smontare quello che secondo lui e i suoi accoliti sarebbe un immane complotto.
Dice, infatti, Battisti di non essere mai stato ascoltato dai giudici che lo hanno condannato. Certo, se non fosse scappato lo avrebbero sentito, eccome. Da lì una valanga di minchiate: non ho mai sparato, mai ucciso, c’erano tanti di quelli che facevano la lotta armata e giusto a me devono incolpare… Se fossero dialoghi di uno dei suoi romanzi, scommetto che lo stesso Battisti li disconoscerebbe per mancanza di plausibilità. Ma uno che spara e ammazza e che poi senza nemmeno lavarsi le mani accarezza la tastiera di un computer per scrivere libri non può fermarsi davanti a simili sottigliezze. L’arte è invenzione, creatività, volo… per l’estero, sola andata.