Uno che certa gente…

La proprietaria di un negozio di abiti da sposa dell’Aquila si rivolge a Forum su Canale 5 per dirimere una vicenda economica con l’ex marito che non le vuole dare un euro perché dice che l’Aquila è una città disastrata e che nessuno si vuole più sposare ma la donna ribatte che invece hanno riaperto tutti i negozi grazie a Berlusconi che cita come fulgido esempio di governante e grazie a Bertolaso che va ringraziato sempre e comunque come un santo in terra e infatti il pubblico applaude e la conduttrice Rita Dalla Chiesa puntualizza che è tutta l’opera del governo che va lodata e ancora applausi fin quando a riflettori spenti si scopre che la proprietaria del negozio di abiti da sposa è in realtà la titolare di un’agenzia funebre vicino Pescara e soprattutto che ha recitato un copione scritto dagli autori di Forum dietro compenso di trecento euro il che ovviamente suscita indignazione perché alla fine Canale 5 ha organizzato una messinscena per fare un favore al padrone che è anche il premier e il datore di lavoro di Rita Dalla Chiesa che è incolpevolmente la figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa uno che certa gente l’avrebbe sbattuta in galera senza troppi complimenti.

Promesse e manganelli

Delitto (a L’Aquila)

e castigo (a Roma)

Il salvatore salvato dalle macerie

Il trailer promette bene.

Il vero problema

Alcuni tra i principali giornali del mondo indicano l’Italia prossima all’esclusione dal G8, mettono in guardia dalle futuribili gaffes di Berlusconi e descrivono quello de l’Aquila come un summit che sta discendendo nel caos. Un europarlamentare italiano (della maggioranza) si fa riprendere mentre intona, birra alla mano, una canzone razzista e fa la figura dell’idiota in mondovisione.
Titoli a caso della cronaca di ieri.
Nelle grandi democrazie basterebbe solo una di queste notizie per suscitare un’indignazione comune. Non servirebbe neanche una campagna di stampa per risvegliare le coscienze: sarebbero già lì a ribollire di rabbia. Invece dalle nostre parti si continua a erigere un muro tra il sommo bene e il grande male, tra un governo che è ingiustamente bersagliato dai media di mezzo mondo e un’opposizione malvagia, corrotta e sanguinaria.
Siamo diventati grandi ormai e possiamo dircelo chiaramente: il vero problema dell’Italia non è Berlusconi, ma la fetta di opinione pubblica che pende dalle sue braghe.

P.S.
Dell’eurodeputato di cui sopra torneremo a parlare. Un personaggio di tale statura culturale, sociale e morale va celebrato come si deve.

I bambini abruzzesi

abruzzo bambiniHo un ricordo. E’ il mio quinto compleanno, abbiamo mangiato i tortellini e la torta con la panna. I miei mi hanno regalato un organo Bontempi, bianco e arancione, coi tasti numerati e soprattutto con una ventola che ronza come un phon. Mia madre ha un pancione che annuncia la nascita imminente di mio fratello. Si va a letto presto, domani è lunedì.
Nel cuore della notte, in una notte che si sarebbe rivelata con poco cuore, mio padre mi strappa dal letto. Fuggiamo da casa perché qualcosa di terribile è accaduto, sta accadendo o forse accadrà. Io non capisco niente: non sono preoccupato, forse l’imprevisto mi eccita pure.
Saltiamo sulla nostra Fiat Millecento e partiamo per una breve corsa. Il piazzale dello stadio è il nostro rifugio, a un chilometro da casa. Rifugio. La parola mi resta dentro. Come fa ad essere rifugio un luogo aperto? I bambini passano il tempo a costruire case con cartoni, sedie, coperte, tavoli. Un rifugio senza tetto che senso ha? E’ l’unico interrogativo – e anche il solo elemento di angoscia – che mi rimane dell’esperienza breve e indiretta di terremotato: il massacro avvenne infatti un centinaio di chilometri più in la, nel Belice. Notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968.
Ecco, il mio auspicio è che quanti più bambini abruzzesi possano ricordare la loro lunga notte con un semplice ingenuo ricordo: un rifugio senza tetto che senso ha?
Poi, speriamo presto, si torna a casa.