L’incompetenza al potere

rosario crocetta
La sconfitta del Pd, soprattutto in Sicilia, è la dimostrazione che l’incompetenza al potere genera solo comparse e tiene lontani i protagonisti. Il partito di governo, della Regione e della nazione, si mostra come un’orchestra di improvvisatori. Ogni tanto, con una botta di culo, si azzecca una nota, si imbastisce un’armonia, ma generalmente si stecca perché la politica vera – come la musica – non è roba per poveri superbi.
Il Centrodestra brinda alla rinascita ma, si sa, pensare in grande quando le molliche si spacciano per pagnotte è un buon modo per mascherare l’agonia.
Ora, piuttosto, è il Movimento 5 stelle a dover dimostrare che dalla protesta colorata, suggestiva e un po’ qualunquista, si può partire per fare buona amministrazione. Che non significa necessariamente rincoglionirsi con le litanie del web, ma piuttosto scegliere di rappresentare, armarsi di coraggio e osare. Un sindaco grillino io lo vorrei cazzuto e indipendente, anche dai suoi guru, anche da quel magma non recensibile che è la gggente. Servono persone oneste che diano un’impronta personale alla tutela dell’interesse pubblico. In Sicilia i ragazzi del M5S hanno lavorato sodo, tenendosi lontani dagli svarioni dei compagni di cordata del governo nazionale. Ora serve che ascoltino, ma che al momento delle decisioni siano concentrati sull’obiettivo, non sull’audience e sul folklore del “non ci sto” di default.

Ecco perché il M5S è indispensabile

Un estratto dall’articolo di oggi su La Repubblica.

Sulla home page del sito del Movimento 5 stelle di Palermo campeggia una frase di Buckminster Fuller: “Non cambierai mai le cose combattendo la realtà esistente. Per cambiare qualcosa, costruisci un modello nuovo che renda la realtà obsoleta”. Tutto si può contestare ai grillini, tranne di non aver fatta propria questa massima.
La sconfitta elettorale suggerisce, anzi impone, al Movimento di cambiare modello, perché la realtà si è appena rifatta il look restituendo con gli interessi quei “vaffa” che aveva assorbito in anni di appassionate contestazioni. Che sia la strada del dialogo all’Ars o quella di una degrillizzazione dell’enclave siciliana, con toni meno aspri e maggior esercizio di relativismo politico in ossequio al fatto che siamo sempre nella terra di Pirandello, poco importa in questo momento. Ciò che è giusto analizzare è il motivo per cui il Movimento – che piaccia o no – è ormai fondamentale per questa terra.

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Lettera aperta al Movimento 5 stelle

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Cari amici del Movimento 5 stelle,
certe sconfitte sono come gli antibiotici, vanno prese anche se fanno male alla panza perché in fondo servono a qualcosa. Il vostro movimento non è come altri partiti di cui si potrebbe fare a meno, voi siete giovani, nuovi (acerbi), onesti. Pensate alla differenza che passa tra il M5S e un partito a caso, Forza Italia, e ritenetevi fortunati a vivere in un contesto in cui contate come persone, col vostro entusiasmo e con la vostra forza creativa.
Avete fatto molti errori.
Schematicamente: avete dato alla Rete un ruolo che andava filtrato e che invece ha finito per chiudervi in un’illusione; non avete saputo imbastire un programma semplice e accattivante, ruffiano se vogliamo, fatto di piccoli passi; avete cantato vittoria quando bisognava fare gli scongiuri; avete peccato di grillismo poiché di Grillo ce ne è uno solo e imitarlo, in Parlamento o in tv, è solo fumo negli occhi di chi crede(va) in voi; non vi siete lasciati consigliare da menti esterne, da cervelli indipendenti che avrebbero potuto risvegliarvi da quell’ombelichismo che vi contraddistingue; avete dato molto, ma avete capitalizzato pochissimo; siete stati un ottimo esempio ma pessimi maestri, quasi che spiegare e rendere conto siano attività da vecchi.
Insomma avevate un bel giardino fiorito, e ora siete assediati dall’erba secca.
Ma non tutto è perduto. Innanzi tutto perché non ripartite da zero, ma da una posizione di tutto rispetto nel cuore degli italiani. Secondo, perché, come Beppe Grillo ha mostrato al mondo ieri, avete saputo accettare la sconfitta. In un Paese in cui, da quarant’anni ci si proclama vincitori sempre e comunque anche se si è con l’acqua alla gola, trovare qualcuno che dica “ok, abbiamo perso” è un buon segno. Terzo, perché in Italia servono più soldati che generali, più sentinelle che burocrati, più vedette che strateghi.
Il Movimento 5 stelle, a mio parere, può essere un grande partito – sì, partito – di opposizione, in una nazione che odia i controlli, detesta i doveri, ama i furbi e si nasconde dietro il primo segreto che incontra. Servono occhi aperti, persone affidabili, giovani accesi e non lobotomizzati dalla promessa di una passerella o di una comparsata in tv. Ecco perché dovete smetterla di rompere i coglioni con le grillaggini e diventare adulti.
Io, anche se non vi ho votati, conto su di voi.

Dite a Grillo che sono preoccupato

beppe grillo

Dove vuole arrivare Beppe Grillo? La domanda la pongo a me stesso e non ai militanti del Movimento 5 stelle che, come telecomandati, mi risponderebbero: “Ad azzerare il sistema attuale”. Che poi sarebbe anche una risposta che mi convince se solo intravedessi i passaggi elementari di una strategia così dirompente. Perché – lo dico pubblicamente – io il movimento di Grillo l’ho votato: mi sentivo di dare fiducia ai giovani, alle facce nuove, alla politica pulita, alla democrazia low-cost.
Però adesso sono allarmato perché non ci capisco niente.
Grillo mostra, almeno nelle prime battute, di muoversi con schemi vetusti, lui che si pone come il grande rinnovatore. La logica di schieramento rigida e inscalfibile è roba da partito comunista di quarant’anni fa, chi ha la mia età se la ricorda. La blindatura delle dichiarazioni non concordate e l’accentramento del sistema di comunicazione è un’invenzione di Berlusconi, anno di grazia 1994. La ruggine del “chi non è con me è contro di me” è l’elemento che ha distrutto movimenti di popolo come la Rete, ed è passato qualche decennio. Continua a leggere Dite a Grillo che sono preoccupato