Meglio non leggere

Oggi la lettura tende a diventare una specie di orgia, dove ciò che conta è la volgarità dell’immaginazione, la banalità della trama e la mediocrità dello stile. Credo che sia molto meglio non leggere affatto, piuttosto che leggere Dan Brown, Giorgio Faletti e Paulo Coelho.

Pietro Citati sul Corriere ricostruisce il declino della letteratura italiana negli ultimi trenta-quaranta anni.

Faletti che porge l’altra guancia

Nel corso della mia carriera mi sono sottoposto diverse volte e in diversi campi alla regola delle recensioni. È lo scotto che deve pagare chi ha l’ardire di volere comunicare con la pretesa di essere ascoltato. Quando ne ho avute di buone, ho sempre sollevato un telefono o scritto una mail per ringraziare. Quando ne ho ricevute di meno buone non ho mai protestato, pensando che quelle critiche, anche solo in parte, forse me le ero meritate.

Così Giorgio Faletti, sul Corriere della Sera. Parole smentite dai fatti. E poi c’era bisogno di far finta di commemorare un morto per pubblicizzare l’uscita di un nuovo libro?

P.S.
Esattamente due anni fa – vedi un po’ le coincidenze – ci occupammo di una polemica che ha molto a che fare con tutto ciò.

Minchia, signor Faletti

giorgio faletti

C’è il sospetto che l’ultimo romanzo di Giorgio Faletti, Io sono Dio, non sia stato scritto da Faletti stesso.
Fatta la tara alle polemiche – l’invidia per le persone di successo annebbia spesso la vista di recensori e lettori – quel che colpisce è la supponenza dell’autore che si difende violando le regole della buona creanza.
Non ho letto il libro in questione e non lo leggerò. Ho letto, anni fa, Io uccido e l’ho giudicato letterariamente pretenzioso seppur di trama efficace (a parte la deriva finale). Recentemente di Faletti mi ha colpito la trasformazione non già da cabarettista-cantante in letterato, ma da artista in divo, da battutista pacatamente cialtrone in intellettuale sospettato di cialtroneria.
Uno scrittore ha il divieto di essere migliore delle sue opere, perché altrimenti tenderebbe a imbastire un testo sacro, ma ha il dovere di rispettare i lettori. Faletti, onesto o truffaldino che sia, mostra di essere affezionato soltanto alle copie (dodici milioni) vendute, confondendole coi voti, con le preferenze. E fingendo di non sapere che un libro venduto non è assolutamente una testimonianza di gradimento. Come dimostrano i fatti.