Necrofilia

L’articolo pubblicato su Repubblica Palermo.

Qualche giorno fa il settimanale Time ha inserito la Sicilia nel World’s Greatest Place 2021, l’ambito elenco dei cento posti più belli del mondo. Alla Regione si suppone che non ne sappiano niente dal momento che nulla trapela dai canali ufficiali. Dubitiamo che sia modestia giacché un riconoscimento del genere, soprattutto di questi tempi, è un insperato appiglio per costruire campagne promozionali, per imbastire strategie o semplicemente per rallegrarsi. No, deve essere qualcosa di più di una distrazione nella casa degli sprechi, nella fabbrica dei debiti, nel tempio della burocrazia menefreghista. Il sospetto è che proprio non gliene freghi niente. In uno stato di avanzata decomposizione dell’amor proprio, questa Regione, questi politici, questi amministratori schivano come la peste i buoni esempi e gli spunti di miglioramento. Perché li costringerebbero a esercitarsi in quella che per loro è la peggiore delle attività: aderire alla realtà.

Altro esempio, ancora più esplicativo: un’azienda palermitana, la Giglio.com, ha esordito in borsa con grande successo. Sono pochissime le realtà di questo genere non solo in Sicilia, ma nel Mezzogiorno. I Giglio vogliono investire ulteriormente a Palermo e fanno della loro mediterraneità un punto di forza del brand. Una delle missioni di una politica illuminata dovrebbe essere imparare a fare da chi sa fare. Ebbene quanti tra amministratori, vertici di categorie, leader di confederazioni varie credete che li abbia contattati per organizzarsi, per sfruttare a tambur battente una vetrina senza precedenti? Praticamente nessuno, a parte un sms del sindaco Orlando e un paio di post su Facebook di circostanza.
A conferma che se un’azienda non è decotta, quelli non si eccitano. La studieranno come necrofilia economica.        

Irlandesi

di Giuseppe Giglio

Per educazione e cultura mi sono sempre guardato dal far di tutta l’erba un fascio.
Ho letto però, su Rosalio, della presunta inferiorità intellettuale di noi siciliani teorizzata da un docente irlandese, e ciò mi ha fatto pensare che anche io avrei qualche “numero” sugli irlandesi.

Nel documento “Regole principali per la prevenzione delle frodi esercenti e-commerce” edito da Carta Si – gestore del traffico VISA, in Italia – è prevista la creazione da parte del merchant di una blacklist dove riportare i dati fondamentali relativi alle transazioni fraudolente (Ip-address, indirizzo cliente, e-mail…)
Nel nostro piccolo, qualche dato possiamo fornirlo:

– nella seconda parte del 2009 abbiamo registrato sul nostro e-commerce circa 200 diversi tentativi di acquisto fraudolento. Di questi, oltre 150 provenivano dall’Irlanda.
In questa nostra speciale classifica, al secondo posto si trova il Messico con appena una ventina di tentativi. Roba da dilettanti.

– nel solo mese di gennaio 2010, abbiamo registrato 14 tentativi diversi di acquisto fraudolento. Tutti provenienti dall’Irlanda.

Questa situazione ci ha costretti a prendere un provvedimento drastico: l’inibizione dell’utilizzo della carta di credito per tutti i clienti che chiedono la spedizione in Irlanda. Per loro l’unica modalità di pagamento possibile sarà il bonifico bancario anticipato.
Ad oggi abbiamo spedito in 141 nazioni diverse e l’Irlanda sarà l’unico paese con tale limitazione.

PS. Non una sola truffa tentata da irlandesi nel nostro store è andata a buon fine: siamo meridionali, mica scemi.