Let’s tweet again / 2

Da Twitter, ieri

ViaFede, sequestrato l’oro diGheddafi,Lusi promette “restituisco tutto”. Insomma abbiamo risolto il problema del Pil in poche ore.

@NavePirata: Neanche i sofficini sorridono più

Dopo Fede c’è Toti. Dalla stampa alle stampelle.

@Scandura: Ciancimino Jr ha fatto una dichiarazione di voto a favore di Orlando. Voterà con la fotocopia dell’originale in fotocopia

Da tifoso del Palermo: ma chi glielo doveva dire a Nocerino che avrebbe giocato contro il Barcellona?

@stanzaselvaggia: Comunque Twitter dà indicazioni fumose. Mi suggerisce di seguire la Santanchè senza specificare con quale modello di balestra.

A tutti i giornalisti! Propongo di eliminare le frasi “tormentone sul web” o “sul web impazza”: sanno di deresponsabilizzazione.

Bastava un fotogramma

Nelle ultime ore giornali e televisioni continuano a fornire immagini sempre più dettagliate e violente degli ultimi secondi di vita di Gheddafi. E’ una corsa al fotogramma più sanguinante, alla smorfia più terrificante: il volto semiparalizzato del dittatore, la camicia che gli scopre il ventre, il ribelle sdentato che recita come un mantra il ringraziamento al suo dio, l’ammasso di colori sfocati con una predominanza di rosso, i colpi di mitra, le voci selvagge che gridano vittoria in una lingua a noi sconosciuta che ci fa confondere la gioia col dolore. Continua a leggere Bastava un fotogramma

Carta violenta

Sì, la peggiore copertina al mondo sulla morte di Gheddafi è proprio quella del Sun.

Visto su Pazzo per Repubblica.

Gheddafi qui e là

Secondo l’agenzia di stampa egiziana Mena è stato avvistato a Ghadames, nella Libia ocidentale da dove sarebbe passato in Algeria.

Il capo dei servizi di sicurezza dei ribelli libici, da Malta, fa sapere di aver sentito dire che sarebbe su un convoglio di 10 vetture blindate nelle zone a sud dell’aeroporto di Tripoli. Continua a leggere Gheddafi qui e là

Ottimismo

Dice Gheddafi, minacciando guerra all’Italia: “Il mio amico Berlusconi ha commesso un crimine”.
Uno solo?

Non ci sopravvalutiamo

Sentire parlare di missili intelligenti in Libia delle forze militari italiane fa un certo effetto. Diciamo missili e basta.

Con che faccia?

Ciascuna parte si impegna a non compiere atti ostili nei confronti dell’altra e a non consentire l’uso del proprio territorio da parte di altri (stati o attori non statali) per la commissione di tali atti.

Dal trattato Italia-Libia di amicizia,
partenariato e cooperazione.

Ieri Silvio Berlusconi ha annunciato che l’Italia parteciperà coi suoi caccia ai bombardamenti sulla Libia. A questo punto si capisce che il vero problema non è tradire il trattato con Gheddafi ma averlo firmato, quel patto.

Il reato di incoerenza

In questi giorni di crisi internazionale ho ripensato, come molti italiani, a ciò che accadeva appena un anno fa con un Gheddafi in visita nel nostro Paese: il dittatore veniva onorato, blandito e sbaciucchiato come nessun altro capo di Stato.
Si dirà: le cose cambiano e nessuno può prevedere il futuro.
Certo, ma il guaio è che le cose da allora sono veramente cambiate soltanto in Italia perché Gheddafi, il nostro ex amico Gheddafi, non ha cambiato di una virgola il suo atteggiamento: dittatore era e dittatore è rimasto. Quindi – ed è la storia che si ripete – siamo noi che abbiamo mutato atteggiamento nei confronti di un partner politico ed economico di primo piano, lo abbiamo tradito insomma. E sotto questa luce è drammaticamente fondato, pur nella sua folle ragione senza ragioni, il grido di vendetta dei rais contro l’Italia.
Siamo in guerra contro un nemico che, sino a qualche settimana fa quando arrivava l’eco dei primi tumulti libici, il nostro premier aveva evitato di contattare perché, erano parole sue, “temeva di disturbare”: come un vicino di casa rumoroso al quale si dà licenza di far baccano perché tanto avrà le sue buone ragioni.
Se esistesse il reato di incoerenza, in Italia non basterebbero i tribunali: si assisterebbe a una nuova deportazione.

Do you remember?

Ok, Gheddafi è un pericolo per la Libia e per il mondo. Ma non da adesso. Tutti sapevamo chi è costui. Persino da queste parti – e io non sono certo un esperto di politica internazionale – si era parlato del dittatore in termini abbastanza realistici.
Però vale la pena di sottolineare, se ce ne fosse bisogno, che c’è solo una persona che lo ha onorato e accolto come un ospite di riguardo. E che, ancora una volta, ha perso un’occasione per vergognarsi.

Sfiga

Gheddafi è assediato.
Mubarak è fuggito.
Sua nipote è nei guai in Italia.
Putin tocca ferro.

L’ultima risorsa dell’opposizione è nella maldicenza: e se Berlusconi portasse sfiga?