Amnesie

Festa per Berlusconi decaduto

Il Giornale, in nome e per conto delle truppe berlusconiane, stigmatizza oggi “l’odio della sinistra che diventa esultanza”. E parla di “brindisi per il nemico decaduto dal Senato… scene di giubilo, spumante e sfottò su Internet”.

Però dimentica, accidentalmente, le chilate di mortadella divorate in parlamento e in piazza per festeggiare la caduta del nemico Prodi.
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La cena di Natale

Siamo pronti per la cena di Natale. Con i parenti saremo, quest’anno, a casa nostra. Mia moglie da mesi studia come imbandire la tavola. Scrive, disegna, prova, verifica accostamenti cromatici: convoglia passione e background professionale (lei è un’esperta di visual) in un’opera che dovrebbe stare a metà tra l’arte e la ricerca.

Candele, segnaposti, piatti, tovaglie… tutto è frutto di attenta riflessione, dove per “attenta riflessione” si intende un brainstorming serale di almeno due ore, sette giorni su sette, lontano dai pasti e pericolosamente vicino alla mezzanotte.

La caratteristica di questi scambi di opinione è il mio palese stato di minorità. Lei in realtà ha tutto chiaro da settembre, però le piace smontare le sue stesse certezze con la certezza che non ci saranno altre certezze a incrinare le certezze originali. Cioè, una melina familiare: ci si passa la palla sapendo che non si farà gol perchè il destino della partita è segnato, anzi deciso. Però, chiedo io, perché non chiudere l’argomento in anticipo e dedicarsi ad altro? Capisco che questo è un modo per coltivare il tempo che passa e per godere dell’aspettativa di un evento piacevole. Però sette giorni di riflessione sulla forma di una deliziosa, leggera, luccicante stellina da spiaccicare sulla tovaglia, che probabilmente mio padre seppellirà di molliche di pane subito dopo l’aperitivo, mi sembrano un po’ troppi.

E così anche… No, scusate, devo lasciarvi. Sono stato convocato per un vertice urgente sulle candele: bianche o color panna? tonde o cilindriche?

Insomma roba che scotta.

Neanche per una finale dei Mondiali

 

AEIOUY

Mentre le voci di dimissioni di Berlusconi si arricchiscono di nuovi, entusiasmanti, dettagli (questione di ore, di minuti, lo dice Ferrara, la Carlucci lo ama ma lo lascia, eccetera) su Twitter spopolano gli hashtag Vivalafuga e AEIOUY, che richiama questa atmosfera festosa. Speriamo che non porti sfiga.

L’esultanza che non mi scandalizza

Non riesco a scandalizzarmi per l’esultanza degli americani dopo la morte di Osama bin Laden. E non ho bisogno di inerpicarmi sui sentieri della religione, dell’etica o della storia per trovare una giustificazione al mio atteggiamento.
La morte più o meno metaforica del nemico è da sempre il chiodo fisso di chi ha veri nemici. Gli americani hanno la più forte identità nazionale del pianeta che, per di più, ha subito il maggiore oltraggio possibile.
Per giudicarli bisognerebbe scavare innanzitutto nelle nostre lacune patriottiche. Poi sarebbe necessario passare al filtro della pietà certe nostre insane tendenze giustificazioniste che lasciano la pena incompiuta, che riabilitano figure da dimenticare, che creano vittime precarie come se da un dramma si uscisse automaticamente dopo un tempo stabilito.
Mi dispiace, non riesco proprio a scandalizzarmi per quelle grida di gioia e quelle bandiere.

A bocca chiusa

Berlusconi operato alla mandibola. Almeno per la festa delle donne sarà costretto a tenere la bocca chiusa.

Una nazione in una foto


Le foto della megafesta per il compleanno del ministro Rotondi e il conseguente articolo di Filippo Ceccarelli su la Repubblica evocano facili allegorie: il Satyricon, gli ultimi giorni di Pompei, Che la festa cominci di Nicolò Ammaniti. Ma soprattutto suscitano una rabbia che confina con un’inconfessabile invidia.
C’è una classe politica gaudente, che non perde occasione per godere, appunto. Una classe politica che ostenta la sua ricchezza non sempre giustificata, che mostra cosce e muscoli al popolo affamato. C’è un senso grottesco della realtà che rende plausibile l’accoppiata frittatine al tartufo-foto di Falcone e Borsellino sul maxi schermo: la gola e il sangue, la lussuria e il sacrificio.
L’invidia è per quell’incoscienza che rende felici certe femmine che si fregiano del titolo (e dello stipendio) di onorevole, e certi maschi ai quali gli viene duro quando il premier gli mette una mano sulla spalla. Bisogna avere una marcia in più, o qualche chilo di dignità in meno, per non vergognarsi di nuotare nell’oro che non si merita.
Per molto meno, noi umani non dormiamo la notte.

Vecchia festa, nuovi fasti

berlusconi-noemiLa notizia è all’ultimo rigo.

Da Corriere.it.