L’ignoranza delle truppe

Ieri sera  la puntata di Report dedicata agli appalti di Sicilia l’ho affrontata con un pregiudizio: è noioso ascoltare per la millesima volta una storia che si conosce a memoria. Invece mi sono sorpreso a incrociare la strada di alcuni dei personaggi tipici della mia terra: il rampollo di una famiglia mafiosa che gestisce l’impresa dei suoi avi con la disinvoltura arrogante di un boss col lasciapassare; l’ingegnere pigliatutto, amico del potente che tutto spartisce; il presidente che finge di sapere non sapendo; il bugiardone istituzionale che non ha più una faccia di riserva; l’indolente che si finge coraggioso nell’anonimato.
Il comune denominatore di tutte le anime di questa galleria è l’arroganza. La stessa arroganza che è simbolo di un governo, di un partito, di una scellerata filosofia istituzionale. In questo Paese se qualcosa non piace al premier, quel qualcosa non si mette in discussione: si sradica, si estingue. Il gusto e la convenienza personali assurgono sempre al rango di legge, non c’è mai uno spazio riservato alla pubblica discussione.
Il caso delle trasmissioni televisive non gradite al sommo capo, e per questo chiuse, rimarrà emblematico.
In qualsiasi altra parte del mondo civile, il dissenso è garantito se non si vuol finire nella black list delle dittature. L’Italia è l’unico posto in cui un governo autoritario gode di uno sconsiderato consenso elettorale: come se le vittime facessero il tifo per il proprio plotone d’esecuzione. Perché? Prendetemi a pietrate, ma io non ho trovato spiegazioni che vadano oltre l’ignoranza profonda.

Fas fidanken

Sono in corso pubblici festeggiamenti politici per l’annunciato trasferimento di fondi Fas per quattro miliardi di euro alla Sicilia. Il termine Fas, che mi ricorda un tipico comando da addestratore di cani, sta per Fondi aree sottoutilizzate.
Si tratta di soldi che provengono da un bacino e che da qualche parte dovevano pur finire. Ed è già qualcosa che i destinatari – o, per usare termini in voga, gli utilizzatori finali – si rendano conto di vivere in aree sottoutilizzate e non sottosviluppate.
Tuttavia è quantomeno prematuro festeggiare visto che questi soldi saranno utilizzabili non prima del 2012, a meno che alle cose non si attribuiscano i veri nomi. In questo caso il termine che mi viene in mente è: propaganda.
Senza tener conto che celebrare un evento in anticipo porta pure sfortuna.